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Sapar, Distante: “Lo Stato tuteli i giochi dopo le perdite del 2020”.


13 Gen 2021 - Tra i settori più colpiti dalla crisi Covid-19, quello del gioco d’azzardo è in prima linea. Martoriato da normative e decreti, l’onta della pandemia ha aggravato una situazione dai più ritenuta insostenibile.

Dopo i primi DPCM del periodo febbraio-marzo 2020, le conseguenze non hanno tardato a manifestarsi. Così come sostenuto da Domenico Distante, presidente di Sapar, nel videomessaggio che l’associazione di settore ha rilasciato sottoforma di nota per gli auguri di fine anno. Nelle parole di Distante si sente tutta l’amarezza per una situazione inaspettata e gestita ancora peggio nei confronti di un settore già in crisi.

Spazio ai DPCM, ovviamente, che hanno martoriato il settore. Distante fa notare come, nel lockdown di marzo, i locali di gioco abbiano dovuto stare chiusi ben 98 giorni, lockdown che ha favorito il comparto dei casinò online italiani. Poi, da fine ottobre, sono arrivate nuove chiusure accompagnate da una grande incertezza: non si sa quando e se si potrà riaprire. Questo ha messo in crisi un settore con 150.000 persone ferme in casa, nonostante non vi siano stati casi di contagio da Covid nelle sale gioco. Distante ha poi parlato degli incontri, fitti e ripetuti, avuti con le istituzioni, per far fronte alla crisi. L’ultimo di questi incontri, con Mario Turco e Pier Paolo Baretta, rispettivamente sottosegretari alla Presidenza del Consiglio e del MEF, in coordinazione col numero uno dell’ADM, Marcello Minenna.
Distante ha poi sottolineato come tutte le altre associazioni, con Sapar, siano a lavoro per presentare un documento condiviso al Governo, per presentare tutte le richieste degli operatori. Le perdite per lo Stato, dal gioco, sono ugualmente ingenti, pari a 5 miliardi di euro. Le associazioni chiedono la riapertura, con tanto di protocolli per mantenere la sicurezza. Verso un 2021 che parla già di riordino per i giochi a livello nazionale: “Chiederemo lo spostamento di 36 mesi di tutte le concessioni affinché le aziende possano riprendersi dalla crisi: a gennaio supereremo i sei mesi di chiusure. I lockdown rischiano di cancellare un intero settore, quello del gioco pubblico di Stato. Ora è il momento di essere uniti il futuro è una grossa sfida: mi auguro che piccole e medie imprese, messe in ginocchio dalla pandemia, resistano. Il gioco lecito va salvaguardato, noi non siamo contro lo Stato, ma siamo il braccio destro dello Stato e vogliamo continuare ad esserlo. Saremo sempre a fianco delle istituzioni, augurandoci che quanto prima si possa riaprire. Siamo aziende come tutte le altre, non vogliamo essere le ultime a riaprire per colpe che non abbiamo” – ha scritto Distante, a conclusione della nota.

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