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Renzi, l’uomo detestato dal 73 per cento degli italiani ha deciso: ritira le ministre.

Roma, 13 Gen 2021 - Le ministre Bellanova, Bonetti e il sottosegretario Scalfarotto si sono dimessi, tutti di Iv. Il fatto è stato annunciato oggi dall’innominabile ex sindaco di Firenze, l’uomo più inviso agli italiani da quando esiste la Repubblica, che pensando solo a lui e ai suoi interessi, forse anche per mirare al ministero della Giustizia da dove cercare di bloccare i giudici ed evitare così la galera ai suoi genitori, in conferenza stampa alla Camera, spiegando che è stata inviata una lettera al presidente del Consiglio, Giuseppe Conte. Le dimissioni degli esponenti di Italia Viva (ma per i sondaggi è morta) all'interno dell'esecutivo aprono di fatto la crisi di governo. Il ‘bomba' aggiunge di ritenere la crisi "aperta da mesi ma non da Italia Viva". 

"Nell'affermare la fiducia incrollabile nel presidente della Repubblica – aggiunge il responsabile della crisi in un momento cruciale per la salute degli italiani e per la rinascita dell’Italia, permettendo di far continuare il lavoro all’esecutivo che prima di tutti ha lui voluto - noi pensiamo che si debbano affrontare i tre punti cardine che le ministre e il sottosegretario hanno scritto al presidente del Consiglio. Se le forze politiche dell'attuale maggioranza – ha aggiunto l’innominabile - hanno voglia di affrontare i temi sul tappeto lo facciano, ma senza continui giochi di parole".

"Le questioni poste al presidente del consiglio sono tre. La prima di metodo", aggiunge. "Quelli che ora ci fanno la morale erano per andare alle elezioni e consegnare il paese alla destra populista. Non consentiremo a nessuno di avere pieni poteri. Questo significa che l'abitudine di governare con i decreti legge che si trasformano in altri decreti legge, l'utilizzo dei messaggi a reti unificate, la spettacolarizzazione della liberazione dei nostri connazionali, rappresentano per noi un vulnus alle regole del gioco. Chiediamo di rispettare le regole democratiche".

L'ex premier - bocciato da circa l’80 per cento dagli italiani- afferma di non avere pregiudiziali né sul nome di Conte né sulle formule per un nuovo governo, "l'unica pregiudiziale è che noi non faremo mai i ribaltoni e non daremo mai vita a governo con le forze della destra anti europeista", ma esclude che si vada al voto anticipato.

A una domanda sugli sbocchi della crisi, il toscano ha aggiunto: sta a Conte decidere, noi siamo pronti a discutere: "Tocca al presidente del Consiglio decidere quale saranno gli sbocchi della crisi. Noi siamo pronti a discutere di tutto. A un Governo in questo perimetro di maggioranza, a un Governo istituzionale ma anche ad andare all'opposizione". Poi: "Non credo al voto perché ci sono le condizioni in Parlamento per non andare al voto. Il punto vero non è questo: in Italia si voterà nel 2023, ora ci dobbiamo preoccupare di come creare posti di lavoro e ai giovani". È, infine, ha concluso: "Se Conte ha i 'responsabili', 'buon lavoro'. Ma non li hanno trovati" e "andare in Parlamento non è una minaccia, è la democrazia. Se Conte viene in Parlamento ci trova lì, a lui la scelta". "Noi non vogliamo aprire la crisi, vogliamo aprire le scuole. Ma come non c'è alcun veto o pregiudizio da parte nostra, sia chiaro che sia per questa maggioranza che per una eventuale forma diversa non c'è un solo nome per palazzo Chigi. Chi dice 'o tizio o voto' è irresponsabile".

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