Cagliari, 2 Lug 2020 - Recentemente, è saltata fuori un'audioregistrazione in cui un giudice, che aveva fatto parte di un collegio della Suprema Corte, che aveva condannato il cavaliere, avrebbe fatto delle affermazioni che Berlusconi, interpretandole come una formale "dissociazione", sta utilizzando per accreditare, ancora una volta, la tesi di una persecuzione giudiziaria nei suoi confronti, da parte di alcuni
magistrati a lui politicamente ostili.
È doveroso premettere che, il cavaliere ha subito molti processi penali: in uno è stato condannato in via definitiva, quindi tecnicamente è un pregiudicato, da qualcun altro è stato assolto nel merito ex art. 530
c.p.p. da molti altri è stato prosciolto, perché il reato era estinto per prescrizione, ex art. 531 c.p.p.
In quest'ultimo caso, l'imputato può rinunciare alla prescrizione e pretendere che si entri nel merito (ovviamente col rischio di condanna), ancora: quando l'indagato o l'imputato proclamano la propria innocenza, hanno il diritto potestativo di ottenere di essere sottoposti ad interrogatorio, nella fase delle indagini o ad esame, nel corso del dibattimento: in tal guisa si possono meglio contestare le accuse e
fornire tutti i necessari chiarimenti, per cercare di convincere della propria innocenza: il pubblico ministero, durante le indagini, i giudici nel corso del dibattimento.
Non mi risulta che mai l'imputato BerlusconI abbia rinunciato alla (utile e comoda) prescrizione, né che si sia sottoposto spontaneamente ad interrogatorio, in alcuna fase processuale.Quanto all'audioregistrazione del giudice Franco, a parte il fatto che nessun magistrato può essere chiamato a deporre sui processi che ha celebrato e deciso, tale tardivo, irrituale ed inconferente indizio: non assurge a rango di prova e non sarebbe sufficiente per una ipotetica revisione del processo, inoltre il medesimo giudice è deceduto, infine in una conversazione fra privati non era obbligato a dire il vero.
Nessun altro imputato si è potuto difendere, come il cavaliere: nel processo, poiché disponendo di risorse finanziarie illimitate ha sempre potuto incaricare gli avvocati più valorosi e, se necessario, poteva arruolare un esercito di investigatori privati e i consulenti maggiormente titolati, esperti di qualunque materia, dal processo: perché prima, dopo e durante i propri processi, egli proprietario di quotidiani, periodici e televisioni nazionali, poteva quotidianamente( personalmente o tramite propri avvocati, compagni di
partito, alleati di governo o giornalisti) rilasciare interviste, dichiarazioni, commenti che martellavano l'opinione pubblica a senso unico, facendo altresì pressioni psicologiche sui giudici che saranno stati ancor più prudenti proprio per evitare attacchi o strumentalizzazioni.
infine, se fosse vera la sua tesi, perché Berlusconi, quando presidente del consiglio con la maggioranza assoluta in entrambe le camere, non ha modificato la costituzione: declassando il pubblico ministero a
dipendente subordinato del potere esecutivo ( come in quasi tutti i paesi del mondo) e introducendo la giuria popolare con poteri decisori al posto dei giudici togati ( come nel processo americano) perché non l'ha fatto presidente Berlusconi? A.B.