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Mattarella ricorda le vittime: “Bergamo cuore di Italia ferita e che ha pianto, paese si inchina”

Bergamo, 29 Giu 2020 - Il capo dello Stato Sergio Mattarella si è recato al cimitero monumentale di Bergamo per partecipare alla commemorazione dei seimila morti per coronavirus a Bergamo e provincia. È stato accolto dal presidente della Regione Attilio Fontana e dal sindaco Giorgio Gori. Il capo dello Stato ha deposto una corona sulla lapide in onore delle vittime, sulla quale è incisa una preghiera in poesia di Ernesto Olivero, fondatore del Sermig.

L'orchestra ha eseguito l'inno di Mameli con tutti i musicisti posizionati a un metro di distanza l'uno dall'altro e con la mascherina. La commemorazione è proseguita con la Messa da Requiem di Gaetano Donizetti. Ad assistere al concerto 243 sindaci di tutto il Bergamasco, i rappresentanti degli operatori sanitari e alcuni famigliari delle vittime, un pubblico ristretto per via delle misure di sicurezza.

"Qui a Bergamo, questa sera, c'è l'Italia che ha sofferto, che è stata ferita, che ha pianto. E che, volendo riprendere appieno i ritmi della vita, sa di non poter dimenticare quanto è avvenuto. La mia partecipazione vuole testimoniare la vicinanza della Repubblica ai cittadini di questa terra così duramente colpita". Lo ha affermato il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.

"Bergamo, oggi, rappresenta l'intera Italia, il cuore della Repubblica, che si inchina - ha proseguito il Capo dello Stato - davanti alle migliaia di donne e uomini uccisi da una malattia, ancora in larga parte sconosciuta e che continua a minacciare il mondo, dopo averlo costretto, improvvisamente, a fermarsi o, comunque, a rallentare le sue attività".

"Oggi - ha detto ancora il Presidente della Repubblica -  ci ritroviamo qui per ricordare. Per fare memoria dei tanti che non ci sono più. Del lutto che ha toccato tante famiglie, lasciando nelle nostre comunità un vuoto che niente potrà colmare. Il destino di tante persone e delle loro famiglie è cambiato all'improvviso. Vite e affetti strappati, spesso senza un ultimo abbraccio, senza l'ultimo saluto, senza poter stringere la mano di un familiare".

"Tutti conserviamo nel pensiero immagini che sarà impossibile dimenticare. Cronache di un dolore che hanno toccato la coscienza e la sensibilità di tutto il Paese, ma che, per chi le ha vissute personalmente, rappresentano - ha concluso Mattarella - cicatrici indelebili".

"Rammentiamoci delle energie morali emerse quando, chiusi nelle nostre case, stretti tra angoscia e speranza, abbiamo cominciato a chiederci come sarebbe stato il nostro futuro. Il futuro della nostra Italia. La memoria ci carica di responsabilità. Senza coltivarla rischieremmo di restare prigionieri di inerzie, di pigrizie, di vecchi vizi da superare" ha detto infine il presidente Sergio Mattarella parlando a Bergamo.

"La strada della ripartenza - ha rilevato il presidente - è stretta e in salita. Va percorsa con coraggio e determinazione. Con tenacia, con ostinazione, con spirito di sacrificio". Per questo coltivare il ricordo e la memoria "significa riflettere, seriamente, con rigorosa precisione, su ciò che non ha funzionato, sulle carenze di sistema, sugli errori da evitare di ripetere. Significa allo stesso modo rammentare il valore di quanto di positivo si è manifestato".

"Bergamo e la Lombardia ricordano chi non c'è più. L'emozione è davvero grande. La Messa di Requiem di Donizetti esprime meglio di tante parole quello che proviamo". Lo ha scritto su Facebook il governatore lombardo, Attilio Fontana, che a Bergamo ha partecipato con il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, alla commemorazione delle vittime del Covid.