Roma, 16 Maggio 2020 - Il Consiglio dei Ministri ha approvato il decreto legge che prevede la riapertura in tutta Italia di attività economiche e produttive. Domani dovrebbe essere firmato il nuovo Dpcm da parte del premier Giuseppe Conte.
Le attività economiche e produttive potranno riaprire secondo le linee guida regionali che assicurano il contenimento del contagio, in assenza delle quali valgono le linee guida nazionali. È la nuova formulazione del comma 6 dell'articolo 1 del decreto sulla nuova fase che si aprirà da lunedì. I presidenti di regione hanno lavorato a un testo unitario sui protocolli riguardo le riaperture delle attività commerciali che il governo ha poi approvato.
"La collaborazione istituzionale ha portato a costruire un decreto legge che risponde alle esigenze dei territori e a un accordo che si basa sull'applicazione delle linee guida omogenee formulate dalle Regioni per una riapertura sicura delle attività economiche fin qui sospese" ha detto il Presidente della Conferenza delle Regioni, Stefano Bonaccini.
"Siamo riusciti a elaborare e a produrre un documento unitario delle Regioni. Un risultato che è il frutto della proposta che avevo lanciato nella giornata di oggi a tutti i governatori e che si è dunque concretizzata in vista delle riaperture di lunedì, quando alcune nuove attività produttive potranno ripartire con linee guida condivise" ha detto il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana.
La possibilità di intervenire ognuno per conto proprio non era una soluzione gradita da tutte le regioni. Proprio Fontana aveva chiesto la possibilità di arrivare a un protocollo unico condiviso, anche se molti presidenti di regione hanno già anticipato le proprie ordinanze. Il Friuli Venezia Giulia con Fedriga e il Veneto con Zaia erano per le riaperture a macchia di leopardo. "Servono linee guida univoche", è stata anche la posizione dei comuni.
"A partire dal 18 maggio 2020 gli spostamenti all'interno del territorio regionale non sono soggetti ad alcuna limitazione, fatte salve le misure di contenimento più restrittive adottate, ai sensi degli articoli 2 e 3 del decreto legge 25 marzo 2020, n. 19, relativamente a specifiche aree del territorio regionale, soggette a particolare aggravamento della situazione epidemiologica". Le misure "si applicano fino al 31 luglio 2020".
"Per garantire lo svolgimento delle attività economiche e produttive in condizioni di sicurezza, le regioni monitorano con cadenza giornaliera l'andamento della situazione epidemiologica nei propri territori e le condizioni di adeguatezza del sistema sanitario regionale sono comunicati giornalmente dalle Regioni al Ministero della Salute, all'Istituto superiore di sanità e al comitato tecnico-scientifico. In relazione all'andamento della situazione epidemiologica sul territorio la Regione, informando contestualmente il Ministro della salute, può introdurre, anche nell'ambito delle attività economiche e produttive svolte nel territorio regionale, misure derogatorie, ampliative o restrittive, rispetto a quelle disposte ai sensi dell'articolo 2 del decreto legge 25 marzo 2020, n. 19".
Spostamenti tra regioni vietate fino al 2 giugno, poi si potrà uscire dal confine regionale. Nel testo del decreto si legge "fino al 2 giugno 2020 sono vietati i trasferimenti e gli spostamenti, con mezzi di trasporto pubblici e privati, in una regione diversa rispetto a quella in cui attualmente ci si trova, salvo che per comprovate esigenze lavorative, di assoluta urgenza ovvero per motivi di salute; resta in ogni caso consentito il rientro presso il proprio domicilio, abitazione o residenza". Dal 3 giugno "gli spostamenti sul territorio nazionale possono essere limitati solo con provvedimenti adottati ai sensi dell'articolo 2 del decreto-legge 25 marzo 2020, n. 19, in relazione a specifiche aree del territorio nazionale, secondo principi di adeguatezza e proporzionalità al rischio epidemiologico effettivamente presente in dette aree".
Dal 3 giugno riaprono le frontiere italiane a tutti i cittadini Ue senza distinzioni, senza quarantena e senza autocertificazione. La notizia trapela da fonti di governo che spiegano che le frontiere resteranno invece chiuse ai paesi fuori dall'Unione europea.
Il premier, la ministra dell'Interno Luciana Lamorgese e le principali comunità religiose del Paese, eccetto quella cattolica, hanno firmato il protocollo che consentirà la ripresa delle celebrazioni da lunedì 18. Tra le comunità presenti quella ebraica, buddhista, islamica, avventista, induista. "Il protocollo - spiega Riccardo Di Segni, rabbino capo della Comunità ebraica di Roma - è praticamente un copia e incolla dell'accordo già stipulato tra il Governo e la chiesa cattolica. Da lunedì riprenderemo le celebrazioni in sinagoga. Sarebbe stato inconcepibile un diverso trattamento tra le diverse religioni".
Martedì prossimo, alle 14, il presidente del Consiglio sarà in Senato per un'informativa sulle nuove norme che decorreranno da lunedì in relazione all'allentamento delle misure per il contenimento del rischio contagio da coronavirus.
"Da lunedì il Paese riparte e lo farà in sicurezza. Ripartiremo dagli italiani resistenti, quelli che con grandi sacrifici sono rimasti in casa in queste settimane, dagli imprenditori e dai lavoratori delle aziende che sono state chiuse negli ultimi due mesi. I proprietari di ristoranti e bar che hanno attinto alle loro riserve personali per non far mancare nulla ai loro lavoratori sono stati un grande esempio per tutti. A loro siamo vicini e dobbiamo dare adesso responsabilità, semplificando le procedure e le autorizzazioni. I burocrati devono trasformarsi in semplificatori, tutti i controlli dovranno essere fatti ex post. Lo Stato è al loro fianco e abbiamo il dovere morale di dargli fiducia; uno Stato amico che deve tutelare innanzitutto la sicurezza sanitaria" ha detto il ministro per gli Affari regionali e le Autonomie, Francesco Boccia.
Ecco le nuove regole per la ripresa della vita sociale.
Bar e ristoranti
Niente più buffet, per il resto i locali potranno riprendere il servizio purché sia sempre garantita la distanza di un metro tra clienti (ma su questo la Regione Campania intende essere più fiscale, imponendo la distanza di un metro tra i tavoli). Si consiglia di privilegiare la prenotazione e il servizio all'esterno, favorire il ricambio d'aria ed escludere la funzione di ricircolo dell'aria per i condizionatori. Mascherina obbligatoria sia per il personale che per i clienti, quando non sono seduti al tavolo.
Stabilimenti e spiagge
Anche al mare, la distanza minima tra le persone è sempre di un metro, ma intorno a ogni ombrellone dovranno esserci 10 metri quadri, all'incirca 3 metri lineari tra un ombrellone e l'altro. Tra lettini e sdraio, che dovranno sempre essere disinfettati a ogni cambio di persona e a fine giornata, il distanziamento deve essere di 1 metro e mezzo. Sì a racchettoni, nuoto, surf, mentre per gli sport di squadra come il beach volley sarà necessario rispettare le disposizioni delle autorità superiori (al momento sono ancora vietati). Per le spiagge libere, ci si affida alla responsabilità individuale, ma si suggerisce la presenza di addetti alla sorveglianza.
Alberghi e agriturismi
Attenzione concentrata su aerazione e ventilazione: garantire periodicamente l'aerazione naturale, aumentare la manutenzione e sostituzione dei filtri, cambiare l'aria da un'ora prima a un'ora dopo l'accesso del pubblico. Nelle zone con minore ventilazione, come i corridoi, evitare lo stazionamento delle persone. Anche in ascensore sarà necessario mantenere la distanza interpersonale. Tutti dovranno usare sempre la mascherina.
Parrucchieri, barbieri ed estetisti
Sono tra gli esercizi più delicati, obbligando operatori e clienti alla prossimità. Obbligatorio dunque l'uso di mascherine senza valvola e visiere protettive per gli estetisti. Vietati l'uso di sauna, bagno turco e idromassaggio. Non sarà consentito trattenersi nei locali se non per il tempo necessario al servizio. Dunque, niente chiacchiere con il barbiere e gli altri clienti mentre si attende il proprio turno.
Abbigliamento
Come in tutti i negozi, tutti a distanza di un metro e con la mascherina. Inoltre a tutti dovranno essere forniti guanti per toccare i vestiti da provare.
Piscine
Le norme si riferiscono alle piscine pubbliche, ai parchi acquatici e a quelle inserite in agriturismi e campeggi. Premesso che bisogna sempre garantire il distanziamento di 1 metro, negli spogliatoi gli indumenti e gli effetti personali vanno sempre chiusi nella borsa, evitando la promiscuità degli armadietti. Sia nelle aree solarium che in acqua si calcola un'area di 7 metri quadri a persona. Come in spiaggia, lettini, sdraio e ombrelloni vanno disinfettati a ogni cambio turno e a fine giornata. Le piscine finalizzate a giochi acquatici, come quelle degli acqua park, vanno riconvertite in vasche per la balneazione.
Palestre
La distanza interpersonale diventa di 2 metri durante l'attività fisica. Anche in questo caso, particolare attenzione all'aerazione e alla promiscuità negli spogliatoi