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Coronavirus – Fase 2, verso il via libera agli spostamenti fuori regione dal 3 giugno. Oggi il Cdm.

Roma, 15 Maggio 2020 - È iniziata la riunione del Consiglio dei ministri, che segue il vertice tra il governo e le regioni. Dopo il via libera al dl rilancio, l'esecutivo vuole chiudere la partita del decreto per le riaperture che saranno possibili da lunedì 18 maggio.

Nell'ordine del giorno del Cdm si legge: decreto legge su "ulteriori misure urgenti per fronteggiare l’emergenza epidemiologica da Covid-19". E ancora, esame delle leggi regionali, un "provvedimento a norma dell’articolo 143 del testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali" per la "proposta di scioglimento di un consiglio comunale", infine varie ed eventuali.

Il documento dell'Inail non è modificabile, ma le regioni avranno la possibilità di intervenire con propri protocolli, assumendosi la responsabilità e rispettando in ogni caso le linee guida sui criteri di sicurezza. La premessa utilizzata questa mattina da Conte, durante la riunione con i presidenti di regione, è servita a indicare la cornice dentro la quale i governatori potranno muoversi da lunedì prossimo riguardo alle misure sulle attività commerciali.

L'unico vero paletto resta quello del no agli spostamenti tra regioni (alcuni hanno provato a chiedere un passaggio graduale prima dell'ok del 3 giugno fissato nel dl), per il resto i governatori avranno margini per operare in autonomia, di anticipare quindi le riaperture e di adottare proprie misure. I governatori che non utilizzeranno protocolli regionali dovranno invece avvalersi delle indicazioni dell'Inail.

Ma la possibilità di intervenire ognuno per conto proprio non è una soluzione gradita da tutte le regioni. C'è chi - come il presidente della Lombardia Fontana - ha chiesto la possibilità di arrivare ad un protocollo unico condiviso (è in corso una riunione dei presidenti di regione proprio per tentare questa strada), ma il fatto è che molti presidenti hanno già anticipato le proprie ordinanze. Il Friuli Venezia Guilia con Fedriga e il Veneto con Zaia sono per le riaperture a macchia di leopardo. "Servono linee guida univoche", insistono i comuni. Il governatore dell'Abruzzo Marsilio chiede chiarezza in modo che le norme possano essere facilmente interpretate. "I documenti Inail devono essere linee di principio", ha spiegato Toti. Le indicazioni arrivate dai 'tecnici' - come quella dei 4 metri per i ristoranti o dei 5 per gli ombrelloni - non convincono. Da qui le proteste dei presidente di regioni e l'obiettivo del governo di fare una sintesi.

Oltre al dl ora sul tavolo del Cdm ci sarà anche un dpcm che dovrebbe fornire qualche indicazione in più (sul tavolo il compromesso di una misura standard che potrebbe essere quella dei due metri). In ogni caso oggi molti presidenti di regione (era presente anche il numero uno dell'Anci Decaro) hanno manifestato le proprie perplessità sulla nuova fase. C'è il rischio che si possano aprire dei contenziosi, addirittura qualche regione - in primis Veneto, Puglia e Campania - ha paventato il pericolo di una responsabilità penale che possa essere scaricata proprio sui governatori.

Circola, intanto, la bozza del dl quadro approdato in consiglio dei Ministri dopo il vertice con i governatori.

Spostamenti tra regioni vietate fino al 2 giugno, poi si potrà uscire dal confine regionale. Lo prevede la bozza della proposta che il governo porta alle regioni in vista delle riaperture. Nel testo del decreto si legge "fino al 2 giugno 2020 sono vietati i trasferimenti e gli spostamenti, con mezzi di trasporto pubblici e privati, in una regione diversa rispetto a quella in cui attualmente ci si trova, salvo che per comprovate esigenze lavorative, di assoluta urgenza ovvero per motivi di salute; resta in ogni caso consentito il rientro presso il proprio domicilio, abitazione o residenza".

Dal 3 giugno "gli spostamenti sul territorio nazionale possono essere limitati solo con provvedimenti adottati ai sensi dell'articolo 2 del decreto-legge 25 marzo 2020, n. 19, in relazione a specifiche aree del territorio nazionale, secondo principi di adeguatezza e proporzionalità al rischio epidemiologico effettivamente presente in dette aree". Chi sgarrerà subirà pesanti sanzioni fino alla chiusura da 5 a 30 giorni dell’attività o dell’esercizio, prevede la bozza. Da lunedì sono consentiti liberi spostamenti dentro la regione.

"A partire dal 18 maggio 2020 gli spostamenti all'interno del territorio regionale non sono soggetti ad alcuna limitazione, fatte salve le misure di contenimento più restrittive adottate, ai sensi degli articoli 2 e 3 del decreto legge 25 marzo 2020, n. 19, relativamente a specifiche aree del territorio regionale, soggette a particolare aggravamento della situazione epidemiologica". E' quanto si legge nella bozza di decreto sulle riaperture che il governo sottopone oggi ai presidenti di Regioni. Le misure "si applicano a decorrere dal 18 maggio 2020 e fino al 31 luglio 2020".

"Per garantire lo svolgimento delle attività economiche e produttive in condizioni di sicurezza, le regioni monitorano con cadenza giornaliera l'andamento della situazione epidemiologica nei propri territori e le condizioni di adeguatezza del sistema sanitario regionale" prevede la bozza di decreto del governo dove si legge che i dati del monitoraggio "sono comunicati giornalmente dalle Regioni al Ministero della Salute, all'Istituto superiore di sanità e al comitato tecnico-scientifico. In relazione all'andamento della situazione epidemiologica sul territorio la Regione, informando contestualmente il Ministro della salute, può introdurre, anche nell'ambito delle attività economiche e produttive svolte nel territorio regionale, misure derogatorie, ampliative o restrittive, rispetto a quelle disposte ai sensi dell'articolo 2 del decreto legge 25 marzo 2020, n. 19".

Il premier, la ministra dell'Interno Luciana Lamorgese e le principali comunità religiose del Paese, eccetto quella cattolica, hanno firmato oggi pomeriggio a palazzo Chigi il protocollo che consentirà la ripresa delle celebrazioni da lunedì 18. Tra le comunità presenti quella ebraica, buddhista, islamica, avventista, induista. "Il protocollo - spiega Riccardo Di Segni, rabbino capo della Comunità ebraica di Roma - è praticamente un copia e incolla dell'accordo già stipulato tra il Governo e la chiesa cattolica. Da lunedì riprenderemo le celebrazioni in sinagoga. Sarebbe stato inconcepibile un diverso trattamento tra le diverse religioni".

"Da lunedì il Paese riparte e lo farà in sicurezza. Ripartiremo dagli italiani resistenti, quelli che con grandi sacrifici sono rimasti in casa in queste settimane, dagli imprenditori e dai lavoratori delle aziende che sono state chiuse negli ultimi due mesi. I proprietari di ristoranti e bar che hanno attinto alle loro riserve personali per non far mancare nulla ai loro lavoratori sono stati un grande esempio per tutti. A loro siamo vicini e dobbiamo dare adesso responsabilità, semplificando le procedure e le autorizzazioni. I burocrati devono trasformarsi in semplificatori, tutti i controlli dovranno essere fatti ex post. Lo Stato è al loro fianco e abbiamo il dovere morale di dargli fiducia; uno Stato amico che deve tutelare innanzitutto la sicurezza sanitaria" ha detto il ministro per gli Affari regionali e le Autonomie, Francesco Boccia, intervenendo in mattinata a Omnibus su La7.

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