Roma, 13 Maggio 2020 - "Oggi il Consiglio dei ministri approverà il decreto. È un provvedimento molto complesso che vale 55 miliardi di euro, con oltre 200 articoli. Dobbiamo rispondere alla crisi più grave dal dopoguerra con misure eccezionali". Lo afferma il viceministro dell'Economia, Antonio Misiani, in un'intervista a Radio Anch'io Rai Radio 1 sul decreto rilancio.
Nella notte è arrivato l'accordo sulla regolarizzazione dei migranti che, insieme alla quadratura delle coperture delle misure economiche, apre la strada all'approdo del decreto rilancio in Consiglio dei Ministri. La riunione, dopo essere slittata per giorni e dopo un estremo tentativo di convocazione nella notte, si terrà dunque nella giornata di oggi. "Nessun problema di coperture", assicurano dal ministero dell'economia: arrivano 10 miliardi per la Cig, 4 miliardi per il taglio dell'Irap e 6 miliardi per le pmi, 2 miliardi per l'adeguamento di negozi e attività produttive alle norme anti covid, 2 miliardi per misure fiscali, 2,5 miliardi per il turismo e la cultura, 5 per sanità e sicurezza. E da Palazzo Chigi dichiarano "raggiunto l'accordo politico".
Dopo i problemi emersi sulle coperture della cassa integrazione, il ministero dell'economia assicura che non ci sono problemi sulle risorse. Tra le varie misure arrivano 2 miliardi per gli interventi che consentiranno la ripartenza delle attività produttive e dei negozi adeguandosi alle norme anti-covid, circa 10 miliardi per ulteriori settimane di cig e 4 miliardi e mezzo per il bonus autonomi, 12 miliardi di liquidità agli enti locali per il pagamento tempestivo dei propri debiti nei confronti dei fornitori, azzeramento dell'Iva per i dispositivi di protezione individuali, 500 milioni per colf e badanti.
Sul dossier della regolarizzazione dei migranti, dopo due giorni di strappi e tensioni, e dopo un invito del premier Giuseppe Conte a rimettersi attorno a un tavolo per trovare la quadra, il capo politico Vito Crimi annuncia, intorno alla mezzanotte, un accordo "soddisfacente" che mette al centro "il lavoro regolare". Poco prima Luigi Di Maio aveva diffuso una nota per dichiarare fiducia a Crimi al governo e la volontà di portare il decreto in Cdm al più presto. È un segnale di distensione. I ministri si rimettono al lavoro sul testo. E dal Pd Peppe Provenzano conferma all'unisono con Crimi l'intesa che, specifica, riguarderà braccianti, colf e badanti, anche italiani: "non è una questione di bandierine, ma di diritti", aggiunge. L'impianto, sottolineano fonti dem, resta sostanzialmente invariato, con i due binari definiti dal Viminale per l'emersione del lavoro in nero e i permessi di soggiorno temporaneo ai lavoratori stranieri. Arrivano però, a quanto emerge, le rassicurazioni attese dal M5s con alcune modifiche, a partire da una precisazione ulteriore delle norme per escludere dalla sanatoria i datori di lavoro condannati per caporalato o reati come lo sfruttamento di prostituzione e immigrazione clandestina.