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Conte all’indomani del nuovo Decreto del presidente sulla fase 2 visita le ex zone rosse: “sulle riaperture non possiamo fare di più”.

Milano, 29 Apr 2020 - "Sin dal primo momento, fin da quando abbiamo preso la decisione della zona Rossa nel Lodigiano, eravamo consapevoli che avremo poi dovuto sopperire a tanta necessità e urgenza anche dal punto di vista economico e sociale di questa comunità. È un imperativo morale venire incontro a questa esigenza perché non si può mettere in zona rossa una comunità di 45mila abitanti e poi disinteressarci delle conseguenze economiche e sociali. Abbiamo già adottato delle iniziative con un impegno economico e finanziario cospicue e ce ne saranno altre".

Lo ha detto ieri il presidente Giuseppe Conte, al termine della sua visita a Lodi. "Non risolveremo tutti i problemi, bisogna dirlo ai cittadini, perché le sofferenze sono tali e così diffuse che è difficile rispondere a tutte le richieste, ma interverremo in modo serio a gran parte delle categorie in difficoltà", ha aggiunto.

"Abbiamo fatto qualche passettino in avanti, per qualcuno non è sufficiente ma non possiamo fare di più", ha detto il presidente del Consiglio, parlando delle aperture contenute nel Dpcm. "Sono il primo che vorrebbe allentare le misure però per adesso dobbiamo ancora procedere così", ha aggiunto.

C'è una "difficoltà nel rispondere a tutte le richieste, perché le sofferenze sono tali che è difficile, ma cercheremo di dare risposte a tutte le categorie sociali".

"Il rischio di contagio di ritorno o riesplosione dei focolai è molto concreto ed è la ragione che ci spinge ad adottare sì un allentamento delle misure ma con prudenza".

Abbiamo seguito sin qui un metodo, non possiamo permetterci adesso di procedere con avventatezza e improvvisazione. Molti cittadini saranno rimasti delusi, mi spiace, ma il nostro obiettivo è tutelare la salute di tutti i cittadini, non possiamo accantonare questo obiettivo da una settimana all'altra".

È un atto d'amore che chiedo alle banche", ha detto Conte facendo appello al sistema bancario affinché "faccia un grande sforzo per erogare liquidità alle imprese che hanno bisogno. Venite incontro a queste richieste".

"Saranno importantissimi i vari test, sia il tampone sia quelli seriologici: man mano che diffonderemo questi test e che coinvolgeremo la popolazione, avremo un patrimonio informativo che ci consentirà di muoverci in questa seconda fase con maggior avvedutezza e sicurezza".

"Abbiamo predisposto un congegno che ci peri mette di intervenire con un meccanismo di rubinetti: allentiamo qualche misura ma siamo pronti, attraverso un algoritmo matematico e il controllo dei dati. Ai presidenti di Regione ho chiesto un database continuamente aggiornato. Calcolando i dati e le capacità delle terapie intensive e di fronte alla prospettiva che possa risalire il contagio, possiamo intervenire in modo mirato e chiudere il rubinetto".

Il premier ha risposto alle domande dei giornalisti anche a Piacenza dicendo che "dall'inizio abbiamo agito con prudenza e cautela, abbiamo preso decisioni anche in poche ore ma questo non significa che le prerogative del Parlamento non siano state rispettate. Siamo riusciti in un contesto molto difficile a confezionare un percorso rispettando tali prerogative".

"La cintura rossa del lodigiano ha compreso poi quella di Piacenza un territorio che ha vissuto una sofferenza su tutti i livelli anche quello psicologico e che ora merita gesti di attenzione da parte dello Stato, insieme lavoriamo anche per le altre province colpite della Lombardia".

Ieri nell'incontro con il presidente Bonaccini e il Ministro De Micheli il premier ha riferito di aver messo a punto un "progetto ambizioso per lanciare la sanità, le infrastrutture e l'agricoltura, all'interno del qual è previsto un primo ospedale post Covid e un ospedale militare, tutto per dare un segno di rilancio a questo territorio ferito", ha detto Conte.

Ad una domanda sulla Fase 2 il premier ha detto che si monitorerà la curva del contagio per 14 giorni, "ma siamo sempre disposti a rivedere le nostre riflessioni. Prima dobbiamo escludere lo sbalzo della curva, se è favorevole procederemo con le riaperture" - e ribadisce - "questo governo non gode nel tenere la comunità e il comparto produttivo in sofferenza, purtroppo non siamo nelle condizioni per riaprire, ci confrontiamo con la comunità scientifica, se allentassimo le misure la curva riprenderebbe a risalire e sarebbe un disastro per tutti".

Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte è successivamente arrivato alla prefettura di Cremona, capoluogo della provincia con il tasso più alto di contagiati da coronavirus. Accolto dal prefetto Vito Danilo Gagliardi, in questa ultima tappa della sua visita in Lombardia ed Emilia-Romagna, il premier ha incontrato fra gli altri il sindaco di Cremona Gianluca Galimberti, quello di Crema Stefania Bonaldi, il direttore generale della Asst di Cremona Giuseppe Rossi, il direttore sanitario Rosario Canino, oltre a Elena Pagliarini, l'infermiera ritratta nella foto simbolo della lotta al coronavirus negli ospedali, e il medico che la scattó, la dottoressa del pronto soccorso Francesca Mangiatordi.

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