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Conte agli altri paesi europei: O si cambia o facciamo da soli senza l’Unione.

Roma, 9 Apr 2020 – Ora Meloni e Salvini saranno contenti che il primo ministro italiano, Giuseppe Conte, abbia alzato la voce e risolutamente si è scagliato contro il resto dei paesi europei che legati al loro egoismo nazionale non intendono aiutare i paesi duramente colpiti dal Coronavirus come l’Italia e la Spagna. Ma ora la pandemia sta provocando contagi in altre parti dell’Unione Europea, come il Regno Unito, colpito con violenza, nonostante il loro premier, ora in rianimazione vittima della sua balzana idea della ‘Terapia di gregge’. E nonostante il netto rifiuto degli olandesi che stanno bloccando qualsiasi accordo pur di non mettere mano al portafoglio. Ma devono stare attenti gli abitanti di questa piccola nazione (chiamata villaggio dall’instabile Trump, ignorando quasi l’esistenza dell’Olanda e Austria) che il Coronavirus sta arrivando da loro con virulenta forza e in questo paese non hanno il nostro sistema sanitario, che ha ricevuto gli encomi di tutto il mondo, che nonostante le difficoltà finanziarie del nostro bellissimo Paese, sta risolvendo alla grande questa tragedia. Certo, ha lasciato sul campo, come vittime, i nostri eroi moderni, che sono medici, paramedici e tutti quelli che lavorano instancabilmente gli centri di cura.

Ieri sera, infatti, alla vigilia della ripresa dell'incontro dell'Eurogruppo, l'Italia si ammanta di toni sempre più bellicosi. La linea dura, nelle intenzioni della maggioranza, dovrebbe indurre i falchi ad acconsentire al fondo di solidarietà proposto dalla Francia, un fondo che verrebbe finanziato con debito comune europeo. Si tratta di una proposta che richiederà, eventualmente, alcuni mesi per concretizzarsi; nel frattempo per l'Italia potrebbe essere inevitabile accettare il Mes.

Anche nella sua intervista concessa ieri alla tedesca Bild Zeitung, Conte è stato esplicito nell'affermare che, se non saranno allentate le regole del bilancio, per l'Europa è la fine. Con un M5S che si è sempre opposto all'adesione dell'Italia al Mes, per Conte si apre un problema di tenuta della maggioranza, quando il parlamento dovrà ratificare le decisioni prese in Europa. Nella riunione, ieri sera, tra il premier Giuseppe Conte e i due ministri Roberto Gualtieri e Luigi Di Maio è anche stato affrontato il possibile punto di caduta nella trattativa tra alleati: anche se il Mes verrà inserito nell'accordo dell'Eurogruppo, non è detto che venga attivato dall'Italia, visto che non è obbligatorio.

Questo pomeriggio si terrà l'Eurogruppo, doveva tenersi ieri ma che per la mancanza di un'intesa è slittato a oggi. Si vedrà quale esito avrà questa a riunione, se veramente l'unica condizionalità richiesta sarà il vincolo che i fondi vengano usati per fronteggiare la crisi del coronavirus e che al termine della crisi non vi sia un automatico ritorno alle condizionalità standard. Dipenderà da questo se le timide aperture di una parte dei vertici del movimento non verranno richiuse. I tre si rivedranno questa mattina prima dell'Eurogruppo, consapevoli che la proposta di coronabond non è mai neppure stata presa in considerazione.

L'Olanda è rimasta praticamente da sola contro gli altri 18 nel pretendere il Mes condizionato seppure con modalità diluite nel tempo. Inutili, finora, le proposte di compromesso proposti da Mario Centeno, Bruno Le Maire e Olaf Scholz. Secondo il ministro delle Finanze francese "è indispensabile usare il Mes, senza aggiungere condizioni che potrebbero essere percepite come provocazioni". Francia e Germania, inoltre, sono d'accordo per "far figurare nel pacchetto globale" un Fondo per la ripresa. Il ministro tedesco ha aggiunto che la solidarietà "deve essere organizzabile in modo veloce", e il Mes "non deve essere collegato ad uno scenario in cui, come dieci anni fa, arrivavano i commissari oppure una troika".

Il 'recovery fund' francese sembra il compromesso più accettabile da tutti, soprattutto se non si entra nei dettagli di come alimentarlo. Ma non sarebbe impossibile trovare un compromesso su risorse comuni limitate che facciano da garanzia ad una limitata emissione di titoli. Delimitando il più possibile l'operazione, e dunque i rischi da mettere in comune, potrebbe diventare accettabile anche per Olanda e Austria. Ma sarebbe uno strumento limitato, che non potrebbe mai raggiungere le molte centinaia di miliardi di euro sperati dai paesi del sud. Il Mes resta quindi inevitabile.

Ora si tratta di trovare una formulazione che permetta a ciascun ministro di tornare a casa sventolando la bandiera della vittoria.