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Coronavirus, in Italia allo studio la proroga del blocco oltre il 3 aprile

Cagliari, 28 Mar 2020 - SI va verso una proroga della chiusura totale e i divieti di spostamento per altre due settimane, con la possibilità di alcune deroghe, seppur minime, per le aziende. È questa l'ipotesi alla quale lavora il governo in vista del 3 aprile, quando scadrà il decreto firmato il 22 marzo scorso dal premier Conte per fermare il contagio da coronavirus con l'obbligo per tutti di rimanere a casa.

I provvedimenti in vigore sarebbero dunque prorogati con un nuovo Dpcm fino al 18 aprile.

Possibili deroghe per le aziende, mentre è sicuro il rientro posticipato nelle scuole. A scuola non si tornerà i primi giorni di aprile, ha annunciato la ministra dell'Istruzione Lucia Azzolina. "Sicuramente ci sarà una proroga: si andrà oltre la data del 3 aprile, l'obiettivo è garantire che gli studenti ritornino a scuola quando sarà stra-certo e stra-sicuro che possono tornare: la salute è prioritaria", ha detto.

Sono oltre 4mila i casi positivi registrati in Italia nelle ultime 24 ore, i morti sono stati 969 in un giorno solo. E stasera al consueto aggiornamento dei dati tornerà il capo del dipartimento della Protezione civile Angelo Borrelli, dopo uno stop di qualche giorno a causa della febbre.

Il governatore del Veneto Luca Zaia ha già anticipato che nei prossimi giorni proporrà di rinnovare le restrizioni già in atto e in scadenza il 3 aprile. "Mi dispiace per i veneti, ma lo faccio per tutelare la loro salute e solo nel loro interesse - ha spiegato nel consueto punto stampa -. I dati positivi ci sono, visto che siamo in ritardo di almeno quattro giorni sul modello matematico ma la prossima settimana sarà determinante per capire se avremo una impennata di casi".

L'agenzia del farmaco ha autorizzato la sperimentazione dei farmaci anche a domicilio sui sintomatici per evitare il ricovero, ha annunciato Zaia, in conferenza stampa. I morti in Veneto sono stati 362 dal 21 febbraio. "Siamo molto preoccupati per le case di riposo, dove ci sono pazienti cronici, pluripatologici", ha aggiunto il governatore che ha chiesto maggiore vigilanza, percorsi separati per i pazienti positivi e maggiore sicurezza per i dipendenti.

"Oggi registriamo un dato di 210 casi di positività e un trend che si conferma sotto al 10% per il secondo giorno consecutivo. Più del 40% dei casi di oggi sono concentrati nelle province di Frosinone e Rieti (88 casi) e la maggioranza di questi casi è legata ai cluster delle case di riposo e residenze per anziani". Lo evidenzia l'assessore alla Sanità e l'Integrazione Sociosanitaria della Regione Lazio Alessio D'Amato al termine dell'odierna videoconferenza della task-force regionale per il Covid-19 con i direttori generali delle Asl e Aziende ospedaliere e Policlinici universitari e ospedale Pediatrico Bambino Gesù.

"Il dato di Roma città - spiega - è il più basso da inizio settimana con 38 casi e per la prima volta ci sono ospedali nella capitale, come il San Giovanni, che nelle ultime 24h non hanno preso in carico nessun paziente positivo al Covid".

In Lombardia, la regione più colpita, calano i contagi, ma resta drammatico il numero delle vittime. Soprattutto a Bergamo.  Secondo i dati di ieri i lieve calo il numero relativo ai nuovi contagiati: secondo quanto reso noto dall'assessore regionale al Welfare Giulio Gallera, i positivi in regione sono 37.298, con una crescita di 2.409 in un giorno. Calano anche i ricoveri.

Arrivano da quattro paesi, Cina, Russia, Stati Uniti e Cuba, per un totale di oltre 500 sanitari tra medici e infermieri, le equipe straniere che coadiuveranno la sanità lombarda nella lotta contro l'epidemia di coronavirus.

Sono atterrati stamattina a Malpensa, in arrivo da Hong Kong, i 370 ventilatori polmonari per terapia intensiva e sub-intensiva e i 5.000 monitor multiparametrici contrattualizzati da Consip con Althea Italia. Lo annuncia la società spiegando che sono dunque complessivamente 722 i ventilatori polmonari resi disponibili per le strutture sanitarie (352 già consegnati e le 370 unità odierne in consegna entro il 31 marzo). Sono, invece, 5.414 i monitor (414 già consegnati e 5.000 unità odierne in consegna entro il 31 marzo).

L'emergenza sanitaria sta facendo sentire le sue conseguenze nelle famiglie più povere. Il banco alimentare stima a livello nazionale un aumento del 20% delle richieste di cibo con punte fino al 40%, come in Campania. "Ci arrivano nuove domande di aiuto, per esempio anche dai sindaci, soprattutto dai comuni del sud. Ci aspettiamo una esplosione del bisogno", dice all'Ansa il presidente della fondazione banco alimentare Giovanni Bruno. Il banco già normalmente assiste attraverso 21 banchi regionali e circa 7500 strutture oltre un milione e mezzo di poveri ogni giorno.

In arrivo, secondo quanto si apprende, una ordinanza di protezione civile, messa a punto insieme ai vari ministeri coinvolti, per dare più risorse ai comuni per finanziare le iniziative di solidarietà alimentare.

Il paese sarà "effettivamente al sicuro solo quando l'indice di contagio, il cosiddetto R con zero, sarà inferiore a uno, cioè quando una persona positiva avrà la potenzialità di infettare meno di una persona, ma è difficile dire ora quando ciò accadrà. Lo spiega l'epidemiologo Pierluigi Lopalco. "Ci sono ancora troppe incognite - sottolinea - e sarà necessaria ancora qualche settimana si sorveglianza stretta dei casi".

Per la fine delle misure di isolamento sociale e per una riapertura di aziende e scuole "è ancora presto, realisticamente bisognerà aspettare almeno fine aprile", afferma all'Ansa il virologo Fabrizio Pregliasco, dell'Università di Milano. Di fatto, afferma, "non ci sarà un unico picco di casi ma ci saranno presumibilmente vari picchi sul territorio, in tempi diversi. Dunque l'arma più efficace per ora restano l'isolamento e le misure restrittive".

In questo momento la situazione è "ancora talmente grave da rendere irrealistico qualunque progetto di riapertura a breve. Al momento bisogna stare tappati in casa, altrimenti si vanificano i sacrifici che abbiamo fatto fino ad ora, punto e basta", afferma su Fb il virologo Roberto Burioni, dell'Università Vita-salute San Raffaele di Milano, in merito alle ipotesi sulla tempistica per la riapertura di aziende e scuole.