Roma, 26 Mar 2020 - Complessivamente 80.539 persone in Italia sono risultate positive al coronavirus finora. Attualmente sono 62.013 le persone positive, con un incremento di 4.492 rispetto a ieri. Lo ha reso noto la Protezione Civile. Sono 10.361 le persone guarite, con un aumento di 999 unità rispetto a ieri. I deceduti sono 8.165, 662 in più rispetto al dato complessivo alla data di ieri, ma questo numero potrà essere confermato solo dopo che l'Istituto Superiore di Sanità avrà stabilito la causa effettiva del decesso. "Sono 3.612 i pazienti in terapia intensiva". Lo dice il coordinatore del comitato tecnico-scientifico della Protezione civile, Agostino Miozzo, in conferenza sul coronavirus.
È in partenza fra mezz'ora un aereo con il primo contingente di medici destinati a Bergamo, Brescia e Piacenza. Daremo continuità all'invio di medici nei giorni prossimi". Lo ha detto Agostino Miozzo, direttore Dipartimento di protezione civile, in conferenza stampa.
"Da oggi alle 20 è aperto online l'appello per reclutare infermieri all'indirizzo infermieripercovid.protezionecivile.it. Nei prossimi giorni speriamo di aggiungere un numero importante di infermieri per dare respiro ai colleghi sui territori". Lo ha detto il vicecapo della Protezione civile Agostino Miozzo in conferenza stampa.
Collegamento in diretta per l'aggiornamento quotidiano sull'emergenza coronavirus. L'assessore al Welfare, Giulio Gallera, fornisce le cifre del fenomeno nella regione. I numeri parlano di un aumento del contagio rispetto al trend dei giorni scorsi.
Sono 34.889 le persone positive al coronavirus in Lombardia, con un aumento di 2.543 casi in un giorno, mentre i decessi sono arrivati a 4.861, con un aumento di 387 vittime. Sono i dati resi noti dall'assessore al Welfare di Regione Lombardia Giulio Gallera. Sono 27 i nuovi ricoveri in terapia intensiva, mentre sono 655 i nuovi accessi nei reparti normali. "Purtroppo sono dati che segnano una crescita, anche significativa", ha detto Gallera.
"Nessuno ha avuto il numero di casi che abbiamo avuto noi, nessuno ha dovuto dare una risposta così forte come abbiamo dovuto darla noi, fortunatamente per loro le altre regioni hanno avuto meno casi o, come nel caso del Veneto, sono riusciti a isolare subito il primo focolaio. Quindi la nostra regione è un caso unico, ma ha avuto una capacità di reazione straordinaria". Lo ha detto l'assessore al Welfare di Regione Lombardia, Giulio Gallera, nel consueto punto della situazione sull'emergenza coronavirus.
"Ringrazio la Croce Rossa, che oggi ci ha consegnato 37 nuovi respiratori così che abbiamo potuto creare 37 posti in più di terapia intensiva in regione". Lo ha detto l'assessore al Welfare di Regione Lombardia, Giulio Gallera, nel consueto punto della situazione sull'emergenza coronavirus.
"I numeri purtroppo non sono molto belli, il numero dei contagiati è aumentato un po' troppo rispetto alla linea dei giorni scorsi: siamo sui 2.500 nuovi contagi. Dovremo valutare se è un fatto eccezionale determinato da qualche episodio particolare o se è un trend in aumento, il che sarebbe un po' imbarazzante. Si tratta di un nuovo picco? Sono valutazioni dei tecnici. Personalmente - ammette Fontana - sono preoccupato". Ma il lavoro di analisi sui dati odierni, aggiunge, "non è ancora concluso".
"Sulla questione dei tamponi ci sono speculazioni vergognose" sulla Lombardia, ha detto Fontana. "Mi auguro che non ci siano ulteriori fraintendimenti, perché rischiano che siano estremamente fuorvianti per i cittadini. Parli solo l'Oms, l'Istituto superiore di sanità, l'Organismo tecnico del ministero e dica che cosa si deve fare o meno. Non sono scelte che competono ai sindaci, a me o ai sottosegretari che vogliono fare polemica".
"Questo - ha rimarcato il governatore lombardo - ha un significato assolutamente univoco: la disposizione è che i tamponi devono essere riservati ai sintomatici. Tutti gli altri tamponi sono ritenuti addirittura fuorvianti. La Lombardia è stata la regione che ha fatto il maggior numero di tamponi nel nostro Paese e abbiamo rispettato rigorosamente quello che ci è stato dettato dai massimi istituti di sanità italiani".