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Coronavirus, aggiornamento della sera, Borrelli: 1.966 guariti (+527), 17.759 malati (+2.795), 1.441 morti (+175).

Cagliari, 14 Mar 2020 - Sono 17.750 i malati di coronavirus in Italia, 2.795 in più di ieri, mentre il numero complessivo dei contagiati - comprese le vittime e i guariti - ha raggiunto i 21.157.

Il dato è stato fornito dal commissario per l'emergenza, Angelo Borrelli, nel consueto appuntamento di bilancio dell'emergenza in conferenza stampa alla Protezione Civile.

Sono 1.966 le persone guarite in Italia dopo aver contratto il coronavirus, 527 in più di ieri. Per quanto riguarda i malati sono 8.372 i ricoverati, 1.518 dei quali in terapia intensiva e 7.680 sono in isolamento domiciliare. Invece il numero dei morti aumenta di 175 unità e si porta a 1.441 totali.

Nel dettaglio: i casi attualmente positivi sono 9.059 in Lombardia, 2.349 in Emilia-Romagna, 1.775 in Veneto, 863 nelle Marche, 814 in Piemonte, 614 in Toscana, 384 in Liguria, 320 nel Lazio, 243 in Campania, 271 in Friuli Venezia Giulia, 199 nella Provincia autonoma di Trento, 150 in Sicilia, 170 nella Provincia autonoma di Bolzano, 156 in Puglia, 106 in Abruzzo, 103 in Umbria, 47 in Sardegna, 59 in Calabria, 41 in Valle d'Aosta, 17 in Molise e 10 in Basilicata.

"Il Dipartimento di protezione civile lavora 24 ore al giorno dall'inizio dell'emergenza e stiamo continuando a cercare mascherine, respiratori e materiali per la cura. Le polemiche in corso sono del tutto destituite di fondamento". Così il commissario Angelo Borrelli durante la conferenza stampa che risponde alle polemiche sulle mascherine sollevate dalla regione Lombardia. "Mi auguro che da parte di altre istituzioni ci possa essere maggiore coesione - aggiunge -. Permettetemi di dirlo, da parte di chi lavora da anni per migliorare la risposta del nostro Paese".

Borrelli spiega che c'è un "fabbisogno mensile di circa 90 milioni di mascherine e che sono stati contrattualizzati 55 milioni di mascherine". Di queste circa 20 milioni non saranno consegnate. "Sostanzialmente si sta verificando in tutto il mondo una chiusura delle frontiere all'esportazione. Il lavoro che stiamo facendo noi, ma anche il lavoro delle regioni, è faticoso. Si lavora fino a notte tarda ma poi il giorno dopo non si ricevono conferme sugli ordini emessi".

"Al 14 marzo, abbiamo consegnate 5 milioni di mascherine", ma "ciò che si sta verificando, in tutto il mondo, è una chiusura delle frontiere alle esportazioni: l'India la Romania, la Russia, cioè quei mercati nei quali i nostri fornitori avevano recuperato mascherine, hanno chiuso, così come ha fatto la Francia".

"Purtroppo noi non abbiamo attualmente una produzione nazionale di mascherine e dpi, perché in passato è stata considerata di basso margine per gli operatori economici e quindi ora ne abbiamo le conseguenze. Del resto è compito del commissario Arcuri quello di razionalizzare e individuare strutture che possano essere riconvertite per la produzione, è un'ipotesi che si sta valutando".

"Noi non crediamo sia un problema di assistenza sanitaria ma di circolazione del virus che forse è più alta di quella che riusciamo a verificare". Lo dice Paolo D'Ancona, dell'Istituto superiore di sanità, in conferenza stampa con il capo della protezione civile Angelo Borrelli.