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I Pagliacci al Tetro Lirico di Cagliari: cronaca di un Femminicidio

Cagliari, 29 Feb 2020 - Breve ma intensa. È questa la definizione che meglio traccia le caratteristiche dei “Pagliacci”, seconda opera della stagione lirica 2020 del Teatro Lirico di Cagliari.

Lo spettacolo della durata di un’ora e venti circa, non stanca il pubblico nonostante l’assenza del consueto intervallo.

Gli avvenimenti sul palco si susseguono dando vita ad una storia mai attuale quanto oggi, narrata per il tramite delle musiche scritte da Ruggero Leoncavallo ed interpretate dal maestro Lü Jia.

L’ambientazione, scelta dal regista Gabriele Lavia, è quella di una città del secondo dopoguerra ferita dai bombardamenti e ridotta in macerie. In questo clima gli abitanti non desiderano altro che avere modo di mettere da parte le atrocità, i brutti ricordi e finalmente distrarsi e ridere tramite lo spettacolo dei pagliacci appena giunto nel villaggio.

Si tratta di una situazione che per certi versi riflette quella attuale. La dilagante epidemia che sta interessando il nostro Paese non fa che riempire la testa di preoccupazioni, ansie, paure alimentate a dismisura dai mass media ad ogni ora del giorno. Ecco il comune desiderio di trovare qualcosa che consenta per un attimo, anche solo per un’ora, di mettere da parte tutto ciò e poter pensare ad altro.

Lo spettacolo dei pagliacci diviene quindi una fonte comune di distrazione tanto per i cittadini sul palco quanto per quelli seduti in teatro. Tuttavia, le aspettative devono fare i conti con la realtà dell’opera.

Leoncavallo racconta, infatti, una storia di gelosia, possesso, amore, odio che si traduce in un fatto di cronaca come detto attuale. Un uomo tradito dalla moglie si sente ferito nel suo orgoglio e unica reazione, per lui plausibile, è quella di cercare vendetta pugnalando a morte la donna, realizzando così un “femminicidio”.

L’aria “Vesti la giubba”, interpretata magnificamente da Walter Fraccaro (Canio), raggiunge il culmine con le parole “Ah! Ridi, Pagliaccio, sul tuo amore infranto!”. Questa frase rappresenta lo struggimento del capocomico Canio ma in realtà cela la sua rabbia per essere stato privato della sua donna, considerata alla stregua di un bene di sua proprietà.

La sua principale preoccupazione è quella di subire derisione e scherno, pertanto il suo esclusivo interesse non è quello di capire le ragioni della donna quanto piuttosto quello di scoprire il nome del suo amante e vendicarsi su di lui. Ecco che all’interno della finzione smette i panni del pagliaccio e sorprende il pubblico che assiste allo spettacolo dei commedianti con una scenata di gelosia che culmina in un atroce delitto.

Questi pensieri, sentimenti, modi di fare non sono di esclusiva pertinenza di un’opera, come i Pagliacci, scritta verso la fine dell’800 li ritroviamo infatti anche e malvolentieri nella cronaca odierna.

Questi elementi come detto rendono lo spettacolo, benché breve, intenso ciò anche grazie all’interpretazione di Walter Fraccaro, Rachele Stanisci perfetta nei panni di Nedda e di Marco Caria (Tonio).

Gli attori hanno evidenziato oltre ad esaltanti doti canore anche ottime capacità interpretative e di recitazione, aspetto questo ritenuto fondamentale dal regista Lavia per mettere in scena una rappresentazione così complessa come i Pagliacci.

Lo spettacolo andrà in scena fino a domenica 8 marzo, guarda caso la festa della donna, si invita alla visione di questa rappresentazione ben strutturata e con un allestimento degno del Teatro Lirico di Cagliari.  G.P.