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Primo italiano positivo al virus. Pechino: Italia pronta a riprendere voli con la Cina

Roma, 7 Feb 2020 - Salgono a 636 le morti da coronavirus in Cina, mentre il totale dei contagiati secondo le autorità del gigante asiatico hanno raggiunto 31,161 persone. Intanto il caso del primo italiano contagiato comunicato ieri dall'Istituto Superiore di Sanità - uno dei rimpatriati da Wuhan messo in quarantena nella città militare della Cecchignola, a Roma - rimette in primo piano le misure di profilassi contro l'epidemia. Il contagiato infatti "dormiva in una stanza singola ma con noi non ci sono stati molti contatti", riferiscono altri di coloro presenti alla Cecchignola, secondo quanto riporta il Corriere della Sera. In pratica le persone coinvolte non sono isolate tra loro e adesso si teme che "la quarantena possa allungarsi per tutti".

La Cina ha confermato che l'Italia è pronta a riprendere alcuni voli diretti da e per la Cina. Lo ha dichiarato la portavoce del ministero degli Esteri di Pechino, Hua Chunying, nel corso di una conferenza stampa on line, citando l'incontro di ieri tra il vice ministro degli Esteri cinese, Qin Gang, e l'ambasciatore italiano in Cina, Luca Ferrari. "Sulla base della domanda delle linee aeree cinesi", ha sottolineato Hua, l'Italia "è pronta a riprendere alcuni voli civili per i normali scambi il prima possibile". Da parte sua, secondo quanto riporta l'agenzia di stampa cinese, l'ambasciatore Ferrari ha detto che l'Italia comprende la situazione che stanno vivendo i cittadini cinesi che attualmente si trovano bloccati nel Paese. E che l'Italia è disposta ad approvare la ripresa di alcuni voli su richiesta delle compagnie aeree cinesi e a lavorare per la normalizzazione degli scambi tra i due Paesi.  Nella riunione della task force di oggi al ministero della Salute è stato confermato che i voli tra Italia e Cina resteranno chiusi così come previsto dall'ordinanza firmata dal ministro il 31 gennaio 2020 e che si continuerà a lavorare per implementare le misure già attivate nelle ultime settimane.

E intanto ora in Italia si pensa di "evitare l'ingresso a scuola dei bambini che sono stati a Wuhan o comunque nella provincia di Hubei negli ultimi quindici giorni e valutare se sottoporli a controlli specifici se non a quarantena". È questa "l'idea" su cui, secondo le ricostruzioni del Fatto Quotidiano, starebbero lavorando ministero della Salute, Protezione civile e Istituto Superiore di Sanità.

Ma date le polemiche che nei giorni scorsi si erano create su questo aspetto non sarebbe "una scelta politica - precisa il quotidiano - ma il prodotto dei confronti e delle riflessioni nati da tavoli tecnici. Per chi sta affrontando l'emergenza sul Coronavirus questa precisazione è molto importante perché altrimenti si rischia che il testo su cui si sta lavorando in queste ore possa sembrare una risposta alla richiesta avanzate dai governatori leghisti di Lombardia, Veneto, Friuli e Trento". Ad ogni modo è una "possibilità da valutare, che è sul tavolo e che, per essere efficace, dovrebbe però essere operativa in tempi brevi".

Nel frattempo con 41 altri nuovi casi confermati, è salito a 61 il numero delle persone contagiate dal coronavirus sulla Diamond Princess, la nave da crociera ormeggiata in quarantena al porto di Yokohama, in Giappone. Lo ha reso noto il ministero della Sanità di Tokyo. A bordo della nave si trovano 37mila persone, tra cui anche 35 italiani tra cui 25 membri dell'equipaggio.

La Cina intanto ha annunciato che indagherà sulla morte del medico Li Weiliang, il primo a identificare la presenza di un nuovo tipo di coronavirus e successivamente minacciato dalle autorità, prima di essere riabilitato. La Commissione nazionale di supervisione, che indaga su tutti i funzionari pubblici, ha diffuso una nota ai media statali, nella quale spiega che invierà una squadra a Wuhan - dove è morto il medico nella notte tra ieri e oggi e da dove si è diffusa l'epidemia di coronavirus - per "condurre un'indagine approfondita" sulle questioni riguardanti il 34 enne oftalmologo che per primo diede l'allarme sulla presenza di un nuovo tipo di coronavirus.

La Cina ha anche chiesto agli Stati Uniti calma nelle valutazioni sull'epidemia di coronavirus in Cina e una risposta "ragionevole". Lo ha dichiarato il presidente, Xi Jinping, durante un colloquio telefonico con il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, citato dall'agenzia Xinhua. Xi ha poi invitato Cina e Stati Uniti ad aumentare la comunicazione e il coordinamento contro l'epidemia.

Da parte sua Donald Trump si è detto "fiducioso" nella capacità della Cina di affrontare la nuova epidemia di coronavirus. Lo ha riferito la Casa Bianca. Trump "ha espresso fiducia nella forza e nella resilienza della Cina nell'affrontare la sfida del nuovo coronavirus", si legge in una nota. "I due leader hanno concordato di proseguire con un'ampia comunicazione e cooperazione tra le due parti". I due leader hanno anche discusso "del grande risultato del recente accordo commerciale di Fase 1 tra Stati Uniti e Cina e ribadito il loro impegno per la sua attuazione".