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Autostrade. Fonti M5s: no a multa, serve revoca e calo pedaggi

Roma, 9 Gen 2020 - "Maxi multa? Non scherziamo. Lo Stato non accetta carità, solo giustizia per le vittime. Per chi ha causato il crollo del ponte Morandi non ci saranno sconti. Ci sono le famiglie di 43 vittime che ancora attendono giustizia. La revoca della concessione ad Autostrade va inoltre nella direzione di un successivo abbassamento dei pedaggi. Bisogna cambiare il sistema degli affidamenti". Così fonti M5s.

Ieri si era appreso da fonti di governo che una delle strade allo studio per chiudere il dossier sulla concessione di Aspi aperto dopo il crollo del ponte Morandi a Genova sarebbe una maxi-multa nei confronti di Autostrade per l'Italia come possibile alternativa alla revoca.

Oggi sul quotidiano diretto da Carlo Verdelli viene chiesto il parere del ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Paola De Micheli. "Aspi - dice Micheli - ha fatto diverse proposte anche al precedente governo" per evitare la rottura della concessione. "Le abbiamo ritenute insufficienti per le ricadute a vantaggio dei cittadini. I 700 milioni per la riduzione dei pedaggi? Ci saremmo aspettati una riduzione significativa delle tariffe ai caselli, senza modificare il piano di maggiori investimenti per la rete e per la manutenzione. La proposta è insufficiente".

"Autostrade comprende i 600 milioni della ricostruzione del Ponte Morandi nel risarcimento che offre allo Stato? Sono soldi già previsti per legge. Se la discussione comincia così non è solo insufficiente, è anche irricevibile", dice De Micheli, che sottolinea come l'adozione dell'eventuale revoca poggi "su due basi: giuridica ed economica. Vanno valutate entrambe. Le decisioni del caso verranno condivise con il premier e con i ministri".

Quanto ai tempi, "non mi sbilancio, ma la verifica è praticamente conclusa". Dalle carte, aggiunge, "sono emerse carenze nella manutenzione e nei controlli che non sono stati fatti a regola d'arte, come si dice in cantiere. E non riguardano solo il Morandi". Per la ministra, "al di là di Aspi, va rivista la cultura del rapporto tra il privato e il pubblico. Il pubblico ha un interesse prevalente e se non ha la forza di farlo valere si crea uno squilibrio che è un danno anche per il privato perché si abbassa la qualità. La tragedia di Genova purtroppo è una lezione", dice. "Anche lo Stato non può limitarsi a puntare il dito, deve farsi carico di una maggiore capacità di controllo".

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