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Nave Gregoretti, in Senato richiesta di procedere contro Salvini. M5s: “Diverso da caso Diciotti”

Roma, 19 Dic 2019 - È cominciata la prima riunione della giunta per le immunità parlamentari - convocata al Senato -  che dovrà avviare la procedura per la richiesta di autorizzazione a procedere nei confronti di Matteo Salvini per il caso della nave Gregoretti. Maurizio Gasparri, Presidente della Giunta annuncia che il leader leghista avrà 15 giorni per presentare memoria o essere ascoltato sul caso e che la Giunta dovrebbe votare presumibilmente il 20 gennaio.

Un caso che ricorda quello della Nave Diciotti ma con una differenza fondamentale rispetto ad allora: Salvini non è più al governo e M5S questa volta non sosterrà l'ex alleato. "Dando un'occhiata veloce alla memoria sicuramente possiamo dire che è un caso molto diverso dal caso Diciotti", dice la senatrice del M5s e capogruppo per il Movimento nella Giunta per le immunità parlamentari Elvira Evangelista, al termine della prima riunione della giunta sul caso. "Sembra non esserci un'azione collegiale nel preminente interesse nazionale. È un caso quindi ben diverso. Infatti mancava un Consiglio dei ministri che avesse avuto all'ordine del giorno il caso Gregoretti".

Diverse le reazioni politiche. Anche se a far discutere in queste ore è la posizione assunta dai 5Stelle nei confronti dell'ex alleato di governo. Il ministro degli Esteri, nonché capo politico dei 5Stelle, Luigi Di Maio, nel corso della trasmissione "Porta a Porta" ha detto che il Movimento voterà a favore dell'autorizzazione a procedere. E spiega: "Voglio ricordare una cosa: quando un anno prima bloccammo la Diciotti, era perché l'Europa non ci ascoltava. Facemmo la voce grossa e poi riuscimmo ad ottenere la redistribuzione in altri Paesi europei. Un anno dopo, la redistribuzione funzionava, quindi il blocco della Gregoretti non fu un'azione decisa dal governo, ma dal ministro dell'Interno Salvini. In questo caso l'interesse pubblico prevalente non c'era, fu un'azione personale, tanto che dopo li fece sbarcare. Noi voteremo contro l'interesse pubblico prevalente". Di Maio poi aggiunge: "Auguro a Salvini di dimostrare la sua innocenza".

Il ministro degli Esteri torna sul tema anche a Brindisi, a margine della cerimonia per il 25° anniversario del Centro Servizi Globale delle Nazioni Unite (UNGSC).  "Mi pare che Salvini abbia sempre detto di non avere nulla da temere. Ora fa la vittima. Penso sia ben chiaro che la questione Gregoretti non è come quella della Diciotti. La Diciotti fu una questione la Gregoretti è stata propaganda del ministro Salvini, che a un certo punto cominciò ad annunciare il blocco delle navi militari. Per il caso Diciotti Salvini diceva che non aveva problemi a farsi processare. Adesso lo vedo un po' impaurito, però è evidente che ognuno deve assumersi le sue responsabilità".

Emerge intanto quanto scrive sul caso della Gregoretti il Tribunale dei ministri di Catania nella richiesta di autorizzazione a procedere al Senato per Matteo Salvini. "Nel caso in esame, poiché i fatti hanno coinvolto una nave della Guardia Costiera Italiana, e quindi, una nave militare, non trovano applicazione le norme contenute nel cosiddetto Decreto sicurezza bis", si legge nel documento. Il ministro dell'Interno non può infatti vietare l'ingresso, il transito o la sosta a "naviglio militare" o a "navi in servizio governativo non commerciale.

E dagli stessi documenti emerge la posizione ufficiale di Palazzo Chigi, che smentisce di aver mai affrontato collegialmente la vicenda. "La questione relativa alla vicenda della nave 'Gregoretti' non figura all'ordine del giorno e non è stata oggetto di trattazione nell'ambito delle questioni 'varie ed eventuali' nel citato Consiglio dei Ministri (31 luglio 2019), né in altri successivi", si legge una nota firmata dal Segretario generale di Palazzo Chigi e inviata l'11 ottobre scorso al Tribunale dei ministri di Catania.

"Rischio processo e galera per aver protetto i confini della Patria. Sono sereno e la serenità mi è data anche dall'affetto delle persone che incontro ogni giorno che mi esortano ad andare avanti, a filare dritto per difendere l'Italia". Così il leader della Lega, Matteo Salvini, sul suo profilo Twitter, dopo aver appreso che il Tribunale dei Ministri di Catania chiede l'autorizzazione a procedere nei suoi confronti per il caso della nave "Gregoretti". E questa mattina, alla Camera, in occasione della presentazione di un libro ha aggiunto: "Conto di trascorrere a piede libero il 2020 per portare avanti le nostre battaglie..."

L'accusa nei suoi confronti è che abusando dei poteri da ministro ha privato della libertà personale 131 migranti bloccati a bordo della nave della Guardia Costiera "Gregoretti" dal 27 luglio 2019 fino al pomeriggio del 31 luglio.

"I giornali danno notizia di una nuova richiesta di procedere nei confronti di Salvini, ancora una volta per aver privato della libertà personale 131 migranti a bordo della nave Gregoretti. La reazione di Salvini è stata violenta. Ha invocato il diritto di difendere i confini e di esercitare il proprio ruolo. Ha detto che non vede l'ora di guardare negli occhi i magistrati che lo accusano. Non è vero ovviamente", così in una nota Matteo Orfini, parlamentare del Partito Democratico. "Fece lo stesso nel caso della Diciotti salvo poi farsi salvare dal Parlamento invocando l'immunità. Ma c'è qualcosa di più delicato in queste vicende. Perché il tentativo di Salvini e della destra è quello di far passare il principio che chi fa politica non è tenuto a rispettare le leggi. E che non lo è nemmeno quando quelle leggi tutelano le libertà personali", prosegue.

"Io non so se Salvini sia colpevole o no. So però che un ministro dell'Interno in una democrazia non può abusare del suo potere per privare delle persone della propria libertà. E che non c'è alcuna ragion di stato che possa giustificare un atto del genere. Perché queste cose avvengono solo nei regimi. Spero che nel frattempo lo abbia capito anche il M5s che la volta scorsa salvò Salvini dal processo votando a suo favore in parlamento", conclude Orfini.

"Capisco la rabbia e la paura di Matteo Salvini in queste ore dopo l'annuncio del nuovo procedimento giudiziario nei suoi confronti. La rabbia per non poter continuare a fare, come ha fatto da ministro, quello che gli pareva in spregio a ogni legge e norma internazionale. E pure la paura di doverne rispondere in un'aula di tribunale, che come ben si sa sfugge ad ogni occasione. Si metta l'animo in pace: non possono esistere in democrazia spazi di impunità per nessuno". Lo afferma Nicola Fratoianni di Sinistra Italiana-Leu.

"Che poi siano proprio Salvini e i leghisti - prosegue il parlamentare di Leu - a parlare di difesa della Patria fa ridere se si pensa alle pesanti ombre nei rapporti con la Russia ed altre storie...". "L'inchiesta su quanto avvenne con Nave Gregoretti, le denunce a livello internazionale per le responsabilità italiane nei respingimenti e nei rapporti con i trafficanti libici sono però un monito anche per l'attuale governo: il 'decreto vergogna' sulla sicurezza è ancora lì, le navi che salvano le persone sono ancora sotto sequestro, i lager libici sono ancora pieni di esseri umani. Serve un cambio di passo", conclude Fratoianni.

"Di Maio sta usando le istituzioni per ripicche personali. Per #FratellidItalia gli unici che dovrebbero essere indagati sono quei ministri che per anni hanno fatto favoreggiamento dell'immigrazione clandestina! ". Così il Presidente di Fratelli d'Italia, Giorgia Meloni, commenta la vicenda, sul suo profilo twitter.

"Ieri sera il capo politico dei Cinque stelle ha annunciato il voto favorevole all’autorizzazione a processare Salvini per il sequestro di persona sulla nave Gregoretti. Di Maio però cinque mesi fa votò contro la stessa richiesta per Salvini sull’identico caso della nave Diciotti". Lo afferma, in una nota, Nino Germanà, deputato di Forza Italia. "Ritengo pericoloso per la democrazia che un ministro della Repubblica ed un capo politico possa incarnare il prototipo del voltagabbana cioè di quel soggetto che, secondo il dizionario, cambia opinione facilmente e con grande leggerezza per il proprio tornaconto. Dico a Di Maio che farebbe meglio ad autorizzare un processo politico contro Bonafede che fa il Ministro di Giustizia senza distinguere il dolo dalla colpa ridicolizzando l’intero sistema giudiziario", conclude.