Cagliari, 6 Nov 2019 - Il Consiglio di Amministrazione del Banco di Sardegna, riunitosi oggi sotto la Presidenza di Antonio Angelo Arru, ha approvato il Resoconto intermedio di gestione consolidato della Sub Holding (Banco di Sardegna e società controllate) riferito al 30 settembre 2019.
L’azione svolta dal Banco di Sardegna nei primi tre trimestri del 2019 è stata focalizzata sull’attenzione al mercato, in particolare quello regionale, al fine di migliorare la propria offerta di servizi e di sostenere sia le nuove iniziative di investimento sia i settori strategici per l’economia dell’Isola.
L’offerta di credito alle famiglie, in particolare mutui e prestiti personali, ha caratterizzato l’evoluzione dell’attivo, mentre la raccolta continua a essere contraddistinta dalla preferenza della clientela per la liquidità in conto e per i prodotti del risparmio gestito e assicurativo. Come conseguenza, la dinamica dei ricavi è stata caratterizzata da un margine d’interesse sostanzialmente stabile sebbene caratterizzato da un livello di tassi ai minimi storici, mentre le commissioni hanno continuato a crescere, confermando l’andamento degli ultimi anni. L’azione di contenimento dei costi è proseguita con esito positivo, grazie anche alle sinergie e i risparmi strutturali realizzati.
Risultati di conto economico consolidato dei primi nove mesi del 2019
Su base omogenea, al netto degli interessi da time value pari a 10,5 milioni, il margine di interesse perviene a 145,1 milioni mostrando una variazione positiva di circa 1 milione (+0,8%) rispetto a settembre 2018. Il dato contabile, comprensivo dell’effetto time value, si attesta invece a 155,6 milioni (-1,5% a/a).
Le commissioni nette raggiungono i 106,6 milioni, in crescita del 3%. La dinamica delle commissioni è trainata principalmente dal buon andamento della distribuzione di servizi di terzi che crescono di 4 milioni (+26,1%) e degli altri servizi in aumento di 0,9 milioni (+4,2%).
Positivo per 16,5 milioni l’apporto dell’attività di negoziazione sui mercati finanziari, per effetto delle plusvalenze da cessioni realizzate nel periodo e nonostante la perdita a seguito dell’azzeramento, per 3,2 milioni, della propria quota dell’intervento di sostegno effettuato dallo Schema Volontario del Fitd in Banca Carige.
Il margine di intermediazione perviene così a 278,8 milioni (+4,4%).
Le rettifiche di valore nette per rischio di credito salgono a 57,7 milioni, in aumento di 23,2 milioni rispetto ai primi nove mesi del 2018. Il dato del periodo comprende maggiori rettifiche di valore derivanti dall’aggiornamento del perimetro relativo al piano strategico di Gruppo di cessione NPE finalizzato a una prossima ulteriore riduzione dello stock in essere rispetto a quanto originariamente programmato. Il costo del credito si posiziona allo 0,81%.
I costi operativi, pari a 186 milioni, scendono di 7,1 milioni (-3,7%). In tale ambito, le rettifiche di valore nette su immobilizzazioni materiali e immateriali pervengono a 10,6 milioni. Le spese per il personale si attestano a 106,3 milioni (+1,1%), mentre le altre spese amministrative, pari a 93,6 milioni, calano di oltre 13 milioni (-12,3%) principalmente per effetto di minori spese per servizi amministrativi (-3,3 milioni), per consulenze legali (-3 milioni), e di oneri da fitti passivi (-3,3 milioni) classificati ad altra voce ai sensi dell’IFRS 166.
Gli accantonamenti netti ai fondi rischi e oneri registrano un effetto positivo di 2,6 milioni non divergente dal dato a settembre 2018. Gli altri oneri/proventi di gestione si posizionano a 21,8 milioni, in flessione di 4 milioni rispetto ai primi nove mesi del 2018. 3
Il risultato generato dall’operatività corrente, al netto di imposte pari a 3,7 milioni di euro7, perviene a 33,4 milioni, in calo rispetto al periodo a raffronto ma ben oltre il budget di periodo.
Lo stato patrimoniale consolidato al 30 settembre 2019
I finanziamenti netti in bonis verso la clientela, che rappresentano il 92,9% del totale, salgono a 6,6 miliardi, in aumento di 4,5 milioni rispetto a fine dicembre 2018, grazie al buon andamento del comparto mutui (+4,6%) che con 4,6 miliardi rappresentano il 64,7% del totale dei finanziamenti. I conti correnti pervengono a 914 milioni (-2,5% rispetto a dicembre 2018) con un’incidenza sull’intero portafoglio in bonis del 12,8%.
I crediti deteriorati lordi scendono a 965,6 milioni, in flessione del 12,3% rispetto a dicembre 2018 e sono presidiati da rettifiche per 459,6 milioni, che portano il valore netto a 506 milioni, in riduzione del 12,6%.
L’indice di copertura dei finanziamenti deteriorati sale dal 47,4% al 47,6%. In particolare, il grado di copertura delle sole sofferenze si porta al 57,2% (54,4% al 31 dicembre 2018), con un rapporto delle sofferenze nette sul totale dei finanziamenti netti sceso al 3,6% rispetto al 4,4% di fine dicembre 2018. Per gli UTP il grado di copertura si attesta al 32,6%, con un’incidenza netta sul totale finanziamenti in diminuzione dal 3,5% di dicembre 2018 al 3,3% attuale.
I titoli in portafoglio ammontano a 1,6 miliardi (+9,6%). La voce comprende principalmente titoli di Stato italiani per circa 1,2 miliardi.
I finanziamenti interbancari netti8 registrano un saldo positivo di circa 1,2 miliardi, in calo di 1,9 miliardi rispetto alla fine dell’esercizio 2018.
La raccolta diretta da clientela, al netto dei pronti contro termine9, sale a 9,3 miliardi rispetto agli 8,8 miliardi di fine 2018 (+6,5%). Più in dettaglio, i conti correnti si attestano a 8,5 miliardi (+8,5% rispetto al dato a raffronto) con un’incidenza sul totale dell’aggregato pari al 91,4%, mentre i depositi a risparmio scendono a 362,4 milioni, registrando un calo del 5,9%. Il comparto obbligazionario è in riduzione a 240 milioni, con un peso percentuale sul totale dell’aggregato pari al 2,6%. La raccolta indiretta sale a 5,3 miliardi, in progresso dell’11,9% rispetto ai volumi di fine 2018; nel dettaglio, la componente gestita, che costituisce la parte preponderante dell’aggregato, cresce del 6,4% e si attesta a 2,9 miliardi, con i fondi comuni di investimento a 2,6 miliardi, in aumento del 6,8%. In crescita anche la componente assicurativa del ramo vita che supera i 771 milioni (+9,5%), come pure l’amministrata che sale a 1,6 miliardi (+25,4%).
Il patrimonio netto consolidato si attesta a 978 milioni in aumento, rispetto a fine esercizio 2018, di 26,1 milioni (+2,7%) per effetto dell’incremento di 49,8 milioni della redditività complessiva (risultato di periodo e riserve da valutazione) in parte compensato dalla distribuzione di dividendi per 23,7 milioni.
Risultati di gestione individuali del Banco di Sardegna S.p.A.
Con riguardo alle grandezze patrimoniali del Banco, la raccolta complessiva, al netto dei PCT, sale a 14,6 miliardi, con un incremento dell’8,4% su dicembre 2018. In particolare, la raccolta diretta da clientela raggiunge i 9,4 miliardi, in crescita rispetto agli 8,8 miliardi di fine esercizio 2018 (+6,5%), mentre l’indiretta supera i 5 miliardi (+11,9%). I finanziamenti netti verso la clientela a 7,2 miliardi, in calo dell’1% rispetto al dato del 31 dicembre 2018. Nel dettaglio, i finanziamenti netti in bonis si attestano a 6,7 miliardi (+3,3 milioni su dicembre 4 2018), mentre la componente dei crediti deteriorati netti scende a 506 milioni (-12,6%). L’indice di copertura dei deteriorati sale al 47,6%, rispetto al 47,4% di fine anno 2018. Le sole sofferenze sono presidiate da accantonamenti nella misura del 57,2%, in crescita di 2,8 punti percentuali rispetto al 54,4% di dicembre 2018, mentre la copertura degli UTP si attesta al 32,6%.
Gli indicatori di solidità patrimoniale del Banco di Sardegna si confermano tra i migliori del sistema e sono largamente superiori ai requisiti normativi: CET 1 Ratio Phased-in al 33,84% e Tier 1 Ratio Phased-in al 34,15%. Inoltre, la forte posizione di liquidità garantisce ampi spazi di crescita per lo sviluppo di nuove attività e per l’erogazione del credito.
Dal punto di vista reddituale, il margine di interesse su base omogenea (al netto delle componenti IFRS 9) sale a 145,1 milioni, in crescita di quasi 1 milione (+0,7%) rispetto al dato di settembre 2018; il dato contabile, comprensivo dell’effetto time value, è invece di 155,7 milioni (-1,5% a/a). Le commissioni nette, raggiungono i 106,6 milioni, in crescita del 3% a/a. Positivo per 17,3 milioni il risultato netto della finanza (dividendi e risultato da negoziazione di attività finanziarie), principalmente per effetto delle plusvalenze da cessione realizzate nel periodo. Le rettifiche di valore nette per rischio di credito salgono a 57,7 milioni rispetto ai 34,7 milioni del terzo trimestre 2018. Il dato comprende anche maggiori rettifiche di valore derivanti dall’ampliamento del perimetro relativo al piano strategico di Gruppo di cessione NPE finalizzato a una prossima maggiore riduzione dello stock in essere rispetto a quanto inizialmente programmato. I costi operativi scendono a 188,2 milioni, in calo di 6,8 milioni.
Il risultato del periodo, al netto di imposte per 3,2 milioni, è pari a 30,1 milioni, a raffronto con i 36,5 milioni al 30 settembre 2018 ma ben oltre il budget di periodo. Com