Ankara, 10 Ott 2019 - Dopo giorni di annunci e di pressing diplomatico, l'operazione turca contro la milizia curda in Siria è cominciata ieri. Lo ha annunciato il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan.
Quattro esplosioni sono stati segnalati nella città di Ras al-Ain, al confine con la Turchia, contro postazioni delle milizie curde di protezione popolare (Ypg), riferisce Al Jazeera. Oltre i raid aerei, l'esercito turco sta bombardando con colpi di artiglieria le postazioni curde nel Nord della Siria, al confine. Lo riferiscono i media locali. Ieri sera, la Turchia ha dato inizio alla fase terrestre dell'offensiva in Siria. Lo ha annunciato il ministero alla Difesa di Ankara che su twitter ha affermato di aver "colpito 181 postazioni di organizzazioni terroristiche con le forze aeree ed elementi di fuoco di supporto nell'ambito dell'operazione Primavera di pace".
Le Forze democratiche siriane guidate dai curdi sostengono di aver respinto l'offensiva terrestre turca sul confine settentrionale della Siria, poco dopo che Ankara aveva annunciato l'inizio della fase terrestre della sua operazione contro le forze curde. "L'attacco a terra da parte delle forze turche è stato respinto dai combattenti delle Forze democratiche siriane (Fds)" nella regione di Tal Abyad, ha dichiarato il portavoce dell'Fds, Mustefa Bali, su Twitter.
L'offensiva turca in Siria del nord ha provocato finora almeno 15 morti, di cui otto civili, secondo fonti locali. I feriti sono almeno 40.
"Gli Stati Uniti non appoggiano l'attacco turco in Siria e hanno detto chiaramente alla Turchia che questa operazione è una cattiva idea": lo afferma il presidente Donald Trump in una dichiarazione diffusa dalla Casa Bianca. Donald Trump si aspetta che la Turchia, dopo aver "invaso" la Siria, rispetti "tutti i suoi impegni", tra cui "proteggere i civili, le minoranze religiose, inclusi i cristiani, e assicurare che non ci sarà alcuna crisi umanitaria". "Inoltre la Turchia è ora responsabile nel garantire che tutti i combattenti dell'Isis catturati restino in prigione e che l'Isis non rinasca in nessun modo o forma", aggiunge. "Noi li richiameremo ai loro impegni", afferma il tycoon, e "monitoreremo strettamente la situazione". "Fin dal primo giorno in cui sono entrato nell'arena politica, ho detto chiaro che non volevo combattere queste guerre senza fine e senza senso, specialmente se non portano vantaggi agli Stati Uniti" ha aggiunto Trump in un comunicato diffuso dalla Casa Bianca dopo il ritiro delle truppe Usa e l'"invasione" della Siria da parte della Turchia. "Non c'è alcun soldato americano nell'area", ha precisato il presidente.
Come riferito da un portavoce di Downing Street, il primo ministro britannico Boris Johnson e il presidente degli Stati Uniti in una telefonata hanno espresso "seria preoccupazione" per l'"invasione turca" e il "rischio di catastrofe umanitaria" nella regione. Donald Trump aveva precedentemente descritto l'operazione militare turca come una "cattiva idea".
Anche il ministro degli Esteri britannico Dominic Raab ha espresso la sua "seria preoccupazione" dopo l'offensiva "unilaterale" della Turchia. Questa operazione "può destabilizzare la regione, esacerbare la crisi umanitaria e minare i progressi compiuti nella lotta contro l'Isis", ha dichiarato il ministro degli Esteri britannico in una nota, avvertendo che il Regno "non sosterrà progetti di rimpatrio di rifugiati siriani fintanto che non saranno predisposte condizioni per un ritorno volontario e sicuro".
Una riunione d'emergenza a porte chiuse del Consiglio di sicurezza dell'Onu è stata richiesta per giovedì mattina dai membri europei dell'organismo. L'ha appreso oggi l'agenzia di stampa France Presse. A chiedere la riunione sono stati il Belgio, la Francia, la Germania, la Polonia e il Regno unito. Si terrà in tarda mattinata.
L'alleanza curdo-araba delle Forze democratiche della Siria (Fds) ha bloccato tutte le operazioni contro i jihadisti dell'Isis dall'avvio dell'offensiva militare turca nel nordest della Siria. Lo sostiene una fonte curda citata dall'agenzia Dpa. "Ora la priorità è proteggere il confine e il punto è far fronte alla Turchia- ha detto la fonte coperta da anonimato - Sono state mobilitate tutte le forze Fds nelle aree nei pressi del confine con la Turchia".
L'artiglieria turca ha iniziato a colpire obiettivi delle forze curde dell'Ypg a Tal Abyad, l'altro punto da cui l'esercito di Ankara intende entrare in Siria oltre a Ras al-Ayn, già bombardata dai caccia in precedenza. Lo riferisce l'agenzia statale turca Anadolu.
Già prima dell'inizio ufficiale dell'attacco, una serie di raid di artiglieria sono stati compiuti dalla Turchia nelle ultime ore contro postazioni curdo-siriane nel nord della Siria, a est e a ovest dell'Eufrate. Lo riferisce l'Osservatorio Nazionale per i Diritti Umani in Siria che cita fonti locali. L'osservatorio precisa che i bombardamenti di artiglieria si sono verificati nella notte nella località di Ayn Issa, lungo il confine tra Turchia e Siria, e nella località di Minnagh, tra Aleppo e la frontiera turca.
Almeno due colpi di artiglieria pesante sono stati esplosi dalla Siria verso la Turchia, in un'area priva di abitazioni vicina Ceylanpinar, dove sono stanziati i militari turchi che partecipano all'operazione contro i curdi siriani del Pyd-Ypg.
Nuovi colpi di mortaio da Siria verso la Turchia E almeno 6 colpi di mortaio sono stati sparati dalla zona di Gamishli in Siria, sotto il controllo curdo, verso la città frontaliera turca di Nusaybin, senza provocare feriti. Lo riporta l'agenzia statale turca Anadolu, che in precedenza aveva dato notizia di un attacco analogo verso la vicina zona di confine di Ceylanpinar, da cui le forze armate di Ankara hanno avviato oggi l'operazione anti-curda nel nord-est della Siria.
Le scuole dei distretti di Akcakale, Ceylanpinar, Birecik e Suruc rimarranno chiuse almeno nei prossimi due giorni per precauzione, dopo che colpi di artiglieria e razzi sono atterrati in territorio turco, partiti dalle postazioni dei curdi delle milizie Ypg. I quattro distretti, tutti facenti parte della provincia di Urfa, corrispondono all'area di confine dove sono stanziati i militari turchi che partecipano all'operazione nel nord est della siria contro i curdi siriani del Pyd-Ypg.
Secondo Recep Tayyip Erdogan l'obiettivo dell'avanzata è creare "una zona di sicurezza" al riparo dalle milizie curde. Nell'area, stando al governo di Ankara, potrebbe essere accolta parte dei circa tre milioni e 600mila profughi siriani oggi in territorio turco. Consiglio dei ministri straordinario in Turchia Erdogan ha presieduto una riunione straordinaria del consiglio dei ministri, convocata per fare un punto della situazione e prendere decisioni rispetto l'intervento militare "Fonte di Pace". Nel primo pomeriggio di oggi Erdogan ha dato il via alle operazioni, con gli F16 turchi decollati subito dopo dalla base di Diyarbakir, penetrati in Siria per colpire depositi di munizioni dei miliziani Ypg nel nord est della Turchia.
Il ministero degli Esteri turco ha convocato l'ambasciatore americana ad Ankara per informarlo dell'offensiva "fonte di pace" avviata contro i curdi nel nord della Siria. Lo riferisce la Cnn turca.
Il ministro degli Esteri turco, Mevlut Cavusoglu, attraverso il proprio account Twitter ha dichiarato che l'intervento militare turco nel nord est della Siria iniziato oggi è conforme al diritto internazionale. "Il nostro intervento è diretto ad eliminare i terroristi dall'area, garantire la sicurezza e l'unità territoriale della Siria, costituire un'area per il ritorno dei profughi e portare pace e serenità nella zona interessata dall'intervento. L'operazione è conforme a quanto stabilito dal diritto internazionale, alle decisioni del consiglio di sicurezza dell'Onu e all'articolo 51 della carta della Nazioni Unite", ha twittato Cavusoglu.
"Un inaccettabile attacco alla sovranità di uno stato arabo" che "minaccia la pace e la sicurezza internazionali". Con queste parole il ministero degli esteri egiziano, in un comunicato ricevuto dall'Ansa, ha condannato l'offensiva della Turchia in Siria. Nella nota si chiede di porre "fine ai tentativi di occupare il territorio siriano e di cambiare la sua natura demografica". Il ministero degli Esteri del Cairo chiede una riunione urgente della Lega Araba per esaminare la situazione.
Il ministero della Difesa turco ha dichiarato di aver avvertito dell'offensiva turca in Siria "Stati Uniti, Russia, Gran Bretagna, Germania, Francia, Italia e la Nato". Lo riporta Al Jazeera.
Rivolgo un "appello alla Turchia affinché blocchi l'operazione militare in corso. La via militare non porta mai a buoni risultati". Così il presidente della Commissione dell'Ue Jean Claude Juncker intervenendo al parlamento europeo. E rivolgendosi ad Ankara ha aggiunto: "Non aspettatevi che l'Ue finanzi una cosiddetta zona sicurezza".
La Francia condanna "molto fermamente" l'offensiva turca nel nord della Siria e annuncia un imminente ricorso insieme alla Germania e al Regno Unito presso il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite: è quanto dichiarato dalla segretaria di stato francese agli Affari europei, Amélie De Montchalin.
"Azioni unilaterali rischiano solo di pregiudicare i risultati raggiunti nella lotta contro la minaccia terroristica, a cui l'Italia ha dato un significativo contributo nell'ambito della Coalizione anti-Daesh e destabilizzare la situazione sul terreno". Lo ha dichiarato in una nota il ministro degli Esteri Luigi Di Maio che segue da vicino l'evolversi della situazione nel nord delle Siria, dove la Turchia ha avviato un'offensiva contro le milizie curde.
Anche per il presidente del Consiglio Giuseppe Conte "preoccupa iniziativa unilaterale della Turchia". L'Italia esprime "preoccupazione" per l'iniziativa turca in Siria e chiede di "evitare un'ulteriore destabilizzazione dell'area" ha sostenuto il premier durante la conferenza stampa congiunta con il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, ricevuto a Palazzo Chigi.
"Comprendiamo le esigenze di sicurezza della Turchia. Ankara ha comunicato alla Nato l'azione in corso l nord della Siria. Chiediamo che l'azione sia proporzionata e misurata, che non destabilizzi la regione e che non porti sofferenze ai civili". Lo afferma il Segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, che venerdì sarà in Turchia. Stoltenberg aggiunge: "Spero che l'azione della Turchia in Siria sia proporzionata e misurata per non indebolire la lotta comune all'Isis". Stoltenberg ricorda che "la Turchia ha chiaramente delle preoccupazioni per la propria sicurezza, ha subito degli attacchi terroristici e ospita milioni di rifugiati siriani. Venerdì sarò a Istanbul e parlerò con il presidente turco", ha concluso.
La Germania ha condannato l'offensiva turca nel nord-est della Siria, sottolineando che in questo modo "sta volontariamente rischiando di destabilizzare ulteriormente la regione e una ripresa dell'Isis". "La Siria ha bisogno di stabilità e di un processo politico... tuttavia, l'offensiva turca ora minaccia di causare un nuovo disastro umanitario", ha affermato il ministro degli Esteri tedesco, Heiko Maas. Berlino "esorta la Turchia a mettere fine all'offensiva e perseguire pacificamente i suoi interessi di sicurezza".
Il segretario generale dell'Onu, Antonio Guterres, è "molto preoccupato" per quanto sta succedendo nel nordest della Siria. Lo ha detto il suo portavoce. "Ogni operazione militare deve rispettare pienamente la carta delle Nazioni Unite e le leggi umanitarie internazionali - ha aggiunto - i civili e le infrastrutture civili devono essere protette". Guterres crede che "non ci sia alcuna soluzione militare al conflitto in Siria" e solo "un processo politico inclusivo e credibile può portare una soluzione di lungo termine".
"Alla luce dell'operazione militare turca nella Siria nordorientale, l'Ue ribadisce che una soluzione sostenibile al conflitto siriano non può essere raggiunta militarmente. L'Ue invita la Turchia a cessare l'azione militare unilaterale". Lo dice l'alto rappresentante Ue per la politica estera Federica Mogherini secondo cui "l'azione unilaterale da parte della Turchia minaccia i progressi compiuti dalla coalizione globale per sconfiggere Daesh, di cui la Turchia è membro". "L'azione militare comprometterà effettivamente la sicurezza dei partner locali della Coalizione e rischierà di protrarre l'instabilità nella Siria nord-orientale, fornendo terreno fertile per la rinascita del Daesh che rimane una minaccia significativa per la sicurezza regionale, internazionale ed europea", prosegue Mogherini. Mogherini ribadisce che "l'Ue non fornirà assistenza per la stabilizzazione o lo sviluppo in settori in cui i diritti delle popolazioni locali sono ignorati". "Condividiamo l'obiettivo di porre fine alla violenza, sconfiggere il terrorismo e promuovere la stabilità in Siria e nella regione in generale. La Turchia è un partner chiave dell'Unione europea e un attore di fondamentale importanza nella crisi siriana e nella regione, e l'Unione europea elogia la Turchia per il suo importante ruolo di paese ospitante di rifugiati siriani. Le preoccupazioni di sicurezza della Turchia dovrebbero essere affrontate con mezzi politici e diplomatici, non con azioni militari, conformemente al diritto internazionale umanitario. L'Ue continua a esortare tutte le parti a garantire la protezione dei civili e un accesso umanitario senza ostacoli, sicuro e sostenibile in tutta la Siria", continua Mogherini. "L'Unione europea rimane impegnata per l'unità, la sovranità e l'integrità territoriale dello stato siriano - conclude Mogherini - Ciò può essere garantito solo attraverso un'autentica transizione politica in linea con la risoluzione 2254 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite e il comunicato di Ginevra del 2012, negoziato dai partiti siriani nell'ambito del processo di Ginevra guidato dalle Nazioni Unite".
L'esercito turco, insieme all'Esercito siriano libero (le milizie arabe locali cooptate da Ankara), attraverserà a breve il confine turco-siriano". Lo aveva annunciato su Twitter il capo della comunicazione della Presidenza di Ankara, Fahrettin Altun.
La Siria è determinata a fronteggiare l'"aggressione turca" con "tutti i mezzi legittimi". Lo ha dichiarato una fonte del ministero degli Esteri di Damasco, citata dall'agenzia di stampa ufficiale 'Sana'.
La fonte ha sottolineato che la Siria "condanna nei termini più forti" le intenzioni di Ankara di lanciare un'offensiva contro le milizie curde, definendola "una flagrante violazione del diritto internazionale e delle risoluzioni del Consiglio di Sicurezza dell'Onu".
La fonte ha quindi precisato che se la Turchia dovesse insistere con l'operazione sarà considerata alla stregua di un "gruppo terroristico" e perderà il suo status di Paese garante nel processo di Astana.
Le autorità curdo-siriane annunciano una mobilitazione e allerta generali in tutto il nord-est siriano per difendersi dalle "minacce dell'esercito turco e dei suoi mercenari di attaccare la regione frontaliera siriana nord-orientale". Lo riferisce un comunicato dell'amministrazione autonoma della Siria nord-orientale diffuso dai media. Nel comunicato si invitano "tutte le componenti del nostro popolo a dirigersi verso la zona di frontiera con la Turchia per compiere il loro dovere morale di resistenza in questo momento storico e delicato".
I presidenti di Turchia e Russia, Recep Tayyip Erdogan e Vladimir Putin, hanno avuto una conversazione telefonica sull'imminente operazione militare di Ankara nel nord-est della Siria. Lo riferiscono fonti della Presidenza di Ankara. Nel colloquio, il leader turco ha aggiornato l'omologo russo sulla preparazione dell'esercito all'offensiva, sostenendo che darà un "contributo di pace e stabilità" nell'area.
"Le preoccupazioni della Turchia rispetto ai suoi confini meridionali sono legittime", ma dovrebbe agire con moderazione ed evitare un intervento militare in Siria. Lo ha detto il presidente iraniano Hassan Rohani,citato dall'Irna. Crediamo che occorra seguire un percorso corretto per eliminare queste preoccupazioni" di Ankara. "Le truppe americane devono lasciare la regione" e "i curdi in Siria" devono "sostenere l'esercito siriano" di Basharal Assad, che dovrebbe prendere il controllo del nord-est delPaese al confine turco, ha spiegato Rohani.
L'offensiva della Turchia contro le forze curde nel nord-est della Siria rischia di indebolire la lotta all'Isis e di creare una nuova crisi umanitaria nel Paese. A lanciare l'allarme è il governo della regione autonoma del Kurdistan iracheno. In una nota si legge che le autorità di Erbil sono "molto preoccupate per la decisione degli Stati Uniti di ritirarsi dalla zona sicura nella Siria nordorientale e dalle notizie di una potenziale operazione militare unilaterale della Turchia". "Il governo - prosegue il comunicato - fa appello alla Turchia, in quanto membro della coalizione globale, ad evitare qualsiasi iniziativa che possa danneggiare i progressi fatti contro l'Isis, tra cui mettere a repentaglio la detenzione dei foreign fighter". "Le conseguenze di un'escalation militare - ha concluso Erbil, stando a quanto riferito dall'emittente 'Rudaw' - hanno implicazioni che vanno oltre i confini della Siria, creando le condizioni per un ritorno dell'Isis e per numerosi sfollati".
L'Esercito libero siriano (Els) ha portato a termine i preparativi per una nuova operazione militare nel nord della Siria e con un contingente di 14mila uomini è pronto a combattere al fianco della Turchia. A riferirlo i media turchi, secondo cui Els ha raggiunto la provincia di Urfa, al confine con la Siria, con tir carichi di munizioni e armi pesanti. In base a quanto reso noto dall'agenzia turca Anadolu, i battaglioni Hamza Tumeni e Suleyman Shah avevano portato a termine una fase di preparazione all'intervento in Siria nei giorni scorsi e potranno avvalersi di altri 2.000 soldati che hanno recentemente portato a termine la fase di addestramento. I battaglioni Els hanno affiancato l'esercito turco nell'operazione "Scudo dell'Eufrate", con cui fu sottratta al controllo dell'Isis l'area a nord della Siria a ovest dell'Eufrate nel 2017, mentre in occasione dell'offensiva su Afrin del 2018, chiamata "Ramo d'ulivo", le milizie Els sfondarono da est, contribuendo a cacciare dall'area i curdi siriani del Pyd-Ypg. Il comandante dell'Hamza Tumeni, Abu Bakir, ha dichiarato domenica scorsa all'agenzia Anadolu che il contingente di cui è a capo conta su 6.500 uomini di etnia araba, turcofoni siriani e curda, pronti a un intervento militare. Nei giorni scorsi il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha dichiarato che la Turchia è pronta a un'operazione militare nel nord della Siria, per eliminare il Pyd-Ypg dalla regione a est del fiume Eufrate.