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Ostia, maxiprocesso Spada: ergastolo per Carmine, Ottavio e Roberto

Ostia, 24 Sett 2019 - Il clan Spada costituisce "un'associazione per delinquere di stampo mafioso". Lo ha deciso, dopo 10 ore di camera di consiglio, la Corte d'Assise di Roma nel processo, celebrato nell'aula bunker di Rebibbia, a carico di 24 imputati legati alla famiglia di Ostia. Tre ergastoli e riconoscimento dell'associazione mafiosa è la sentenza dei giudici. Ergastoli per i capi Carmine Spada, detto Romoletto, per Roberto Spada, già condannato per la vicenda della testata ad un giornalista della Rai e per Ottavio Spada, detto Marco.

I pm della Dda di Roma, Mario Palazzi e Ilaria Calò, avevano chiesto la condanna per ventiquattro imputati: 208 anni di carcere in totale e l'ergastolo per Carmine Spada, Roberto Spada, già condannato per la testata a Ostia al giornalista della Rai Daniele Piervincenzi, e per Ottavio Spada. Chieste inoltre condanne a 16 anni di carcere per Ottavio Spada, detto Maciste, a 11 per Nando De Silvio, detto Focanera, e a 8 anni per Roberto Spada detto Zibba, mentre per Ruben Alvez del Puerto, anche lui coinvolto nell'aggressione al giornalista, è stata chiesta una condanna a 10 anni di carcere. Il procedimento è legato agli arresti avvenuti il 25 gennaio 2018 nel corso dell'operazione "Eclissi" in cui i magistrati di piazzale Clodio hanno contestato l'associazione a delinquere di stampo mafioso. Tra i reati ipotizzati anche l'omicidio, l'estorsione e l'usura.

Ad attendere la sentenza c'era anche la sindaca di Roma, Virginia Raggi che ha così commentato: "Questa sentenza riconosce che sul litorale di Roma c'è la mafia. Si può parlare di mafia a Roma. Ringrazio magistratura e forze dell'ordine e soprattutto quei cittadini che denunciano la criminalità. Io sono qui per stare accanto a quei cittadini. Restituire fiducia ai cittadini onesti che per troppo tempo hanno avuto paura" e poi ha aggiunto su Twitter: "Soddisfazione per sentenza contro clan Spada. Ringrazio magistratura, forze dell’ordine e chi ogni giorno combatte in prima fila contro le mafie. Istituzioni e cittadini onesti se uniti vincono sempre. Io continuerò #ATestaAlta la battaglia per la legalità".

I fatti risalgono al 25 gennaio scorso quando Ostia ed il Litorale romano furono svegliati dalle sirene dell'Antimafia. Al centro dell'ordinanza eseguita dalle forze dell'ordine c'erano l'omicidio del 2011, di due boss che comandavano a Ostia prima degli Spada, Giovanni Galleoni e Francesco Antonini. Gli imputati hanno seguito la lettura della sentenza collegati in videoconferenza. Tra gli altri reati formulati dai pm, a vario titolo contestati, oltre all'associazione di stampo mafioso, l'omicidio, l'estorsione, l'usura, la detenzione e porto di armi e di esplosivi, incendio e danneggiamento aggravati, ed altri crimini contro la persona, oltre al traffico di stupefacenti, l'attribuzione fittizia di beni e l'acquisizione, in modo diretto e indiretto, della gestione e il controllo di attività economiche, e appalti legati a stabilimenti balneari, sale giochi e negozi.

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