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Governo, cade l’ipotesi Fico a Palazzo Chigi. Di Maio a Zingaretti: Conte unico nome

Roma, 25 Ago 2019 - È avvenuta questa mattina, a quanto apprende l'Ansa da fonti qualificate, una telefonata tra il capo politico M5S Luigi Di Maio e il segretario Dem Nicola Zingaretti. Nel corso della conversazione, Di Maio ha ribadito di non accettare alcun veto su Giuseppe Conte. "Tutto il M5S è leale a Conte ed è l'unico nome come premier", ha sottolineato il leader del M5S a Zingaretti.

Il segretario del Pd ha ribadito il no a un Conte bis, per i motivi che aveva già spiegato al leader M5s. Secondo quanto riferiscono fonti della segreteria Dem, Zingaretti avrebbe espresso "malessere" per gli "ultimatum" da parte dei Cinquestelle. Le fonti riferiscono che "si lavora comunque a una soluzione".

Ma il M5S ha successivamente rincarato la dose: "Nessun confronto è possibile davanti ai veti, come quello che continua ad arrivare sul premier Giuseppe Conte. Se non si sciolgono i veti e non otteniamo le garanzie adeguate per il Paese diventa tutto molto difficile". E aggiungono: "Dire di no a Conte per trovare altri nomi figli di strategie politiche, significa indebolire il Paese. Non vorremmo che fosse una scusa per tornare al voto. In tal caso Zingaretti e i suoi devono essere chiari".

E Grillo è tornato oggi a elogiare Conte. In un post sul suo Blog, in cui vengono passati in rassegna i contenuti postati durante la settimana, il garante M5S pubblica nuovamente un estratto dell'articolo del 23 agosto dedicato al Presidente del Consiglio dimissionario. " 'Saluto con grande piacere il Professor Giuseppe Conte, lo abbiamo visto attraversare una foresta di dubbi e preoccupazioni maldestre, faziose e manierate, che ha saputo superare grazie a dei requisiti fondamentali per la carica che è destinato a ricoprire: la tenuta psicologica e l'eleganza nei modi' ", si legge nel post di Grillo - "scrivevo a proposito del nostro Presidente del Consiglio, a maggio del 2018 e questo è il mio pensiero a distanza di un anno".

I renziani tendono quindi la mano al segretario Dem e annunciano sostegno a Zingaretti anche in caso di un "Sì" a Conte. "Totale sostegno al segretario Zingaretti, sia che dica sì a Conte, sia che dica no", affermano fonti qualificate renziane, commentando quanto emerso dopo la nuova telefonata tra Luigi Di Maio e Nicola Zingaretti. Le stesse fonti sottolineano il "compiacimento" per aver "dato l'assist che ha messo in difficoltà Salvini" ed evitato la corsa al voto. Ora però, ribadiscono, "il gol lo segna Zingaretti e da noi ha totale sostegno".

"Roberto Fico ricopre l'incarico di Presidente della Camera dei Deputati e intende responsabilmente dare continuità al suo ruolo". Lo rendono noto fonti vicine alla Presidenza della Camera dei Deputati.

Il nome del presidente della Camera come premier di un governo giallorosso era emerso nella serata di ieri. Un nome gradito al Pd, "un ottimo punto di partenza" nelle trattative in corso con M5S, dopo il no all'ipotesi di un Conte bis. Già da giorni una parte dei parlamentari pentastellati si era espressa a favore della premiership di Fico.

Il presidente della Camera - seppure nel rispetto della terzietà del suo ruolo - appoggerebbe comunque la linea dei vertici del Movimento 5 Stelle, i quali stanno lavorando per un Conte bis. E c'è chi non manca di evidenziare come il rapporto tra Fico e il premier uscente sia sempre stato all'insegna della massima cordialità.

Fonti di Palazzo Chigi hanno smentito, intanto, contatti telefonici tra il premier Giuseppe Conte, impegnato al G7 a Biarritz, e il vice premier Luigi Di Maio, riportati oggi da alcuni media. Alcuna lamentela o doglianza è stata mossa da Conte al leader del Movimento, si precisa. Anzi, Conte è stato chiaro: in questo momento dobbiamo lasciare che i leader delle forze politiche possano lavorare per verificare se può nascere un'intesa programmatica solida e sostenibile, che possa realizzare un ampio programma riformatore.

Conte ieri ha rotto un silenzio che durava da giorni per mettere il turbo all'alleanza fra Pd e Movimento Cinque stelle: "Per quanto mi riguarda, la stagione con la Lega è chiusa e non si riaprirà". Il messaggio è chiaro: sono disponibile a un Conte bis, ma bisogna chiudere definitivamente la porta a Salvini. Il motivetto è piaciuto al Pd, che per tutta la giornata non ha ottenuto dal Movimento Cinque Stelle una risposta netta sulla fine dell'esperienza gialloverde. "Mi auguro non esista l'ipotesi del doppio forno", ha ribadito il segretario Pd Nicola Zingaretti.

Il cerchio non è comunque chiuso. Perché Conte non vuole la Lega, ma il segretario Dem non vuole Conte, che viene invece sostenuto da Luigi Di Maio. Manca ancora la quadra ma il tentativo di accordo sembra prendere corpo. Eppure, la scadenza indicata dal Colle si avvicina. Il presidente Sergio Mattarella è stato netto: martedì vuole risposte chiare. E soprattutto vuole un nome per dare l'incarico. Poi potrebbe concedere un altro po' di tempo per permettere all'incaricato di formare la squadra di governo. Ma le dichiarazioni ufficiali dei leader di partito sono tute viziate dal tatticismo. Il lavoro vero per trovare l'accordo prosegue sotto traccia. Difficile che salti tutto solo per un nome. Saranno giorni di rilanci, di richieste che servono anche a testare le intenzioni dell'avversario.

Anche i Cinque Stelle devono fare i conti al loro interno. La base ribolle, divisa tra chi vorrebbe andare al voto e chi punta ad un accordo con i Dem. Tanto che si avvicina l'ipotesi del voto su Rousseau. Secondo alcuni parlamentari pentastellati, se nascerà un governo giallorosso, l'accordo passerà al vaglio della consultazione online se il premier sarà di nuovo Giuseppe Conte. Senza di lui, il rischio di una bocciatura sarebbe altissimo. In tutto questo, Matteo Salvini ancora non ha perso le speranze.

In tutto questo, Matteo Salvini ancora non ha perso le speranze. "Mai arrendersi, mai!", ha scritto su twitter. Il leader della Lega ha passato la giornata in casa con il ministro Lorenzo Fontana che, intercettato sulla porta, ai giornalisti che gli chiedevano se ancora ci siano speranze per un accordo con i Cinque Stelle, ha risposto sorridendo: "Penso proprio di sì". Il più sconsolato pare Silvio Berlusconi, che attribuisce alla coalizione Pd-Cinque Stelle "le idee della più vecchia, deteriore e fallimentare sinistra pauperista, statalista e assistenziale" e ricorda "i tanti danni che ha prodotto all'Italia" quella gialloverde.

Intanto, dalla corsa a Palazzo Chigi si è sfilata la vicepresidente della Corte Costituzionale, Marta Cartabia, tirata in ballo da alcune ricostruzioni giornalistiche: "Intendo portare a compimento l'incarico alla Corte costituzionale, che si concluderà nel settembre 2020".