Roma, 23 Ago 2019 - Si è concluso con un nulla di fatto il primo giro di consultazioni al Quirinale, con il capo dello Stato, Sergio Mattarella, che davanti alle telecamere ieri ha fatto trasparire preoccupazione per una crisi che rischia di mettere in seria difficoltà l'economia e la stabilità del Paese.
Gli appelli a fare presto sembrano essere rimasti inascoltati, ma l'inquilino del Colle non demorde, anzi. Dopo due ore di riflessione, il capo dello Stato ha parlato all'Italia e lo ha fatto conciso, stringato, offrendo nuovamente ai contendenti quella grammatica costituzionale che sembra mancare.
"Nel corso delle consultazioni appena concluse, mi è stato comunicato da parte di alcuni partiti politici che sono state avviate iniziative per un'intesa, in parlamento, per un nuovo governo; e mi è stata avanzata la richiesta di avere il tempo di sviluppare questo confronto" ha detto il presidente riferendosi non solo a un esecutivo M5S-PD, ma anche a una disponibilità della Lega a riallacciare un dialogo sulla scia di un contratto fallito, ma anche alla prospettiva di un governo a guida del centrodestra. Per questo Mattarella concede ancora del tempo e fissa un secondo giro di consultazioni per martedì 27 agosto che si concluderà il giorno successivo. Una decisione che, questa volta, deve essere risolutiva.
Al Quirinale sfileranno di nuovo i due presidenti delle Camere, Roberto Fico e Elisabetta Alberti Casellati, e tutti i gruppi parlamentari accompagnati dai loro leader. La situazione, trapela dal Colle più alto di Roma, "è complicata" e le preoccupazioni del capo dello Stato non sono un mistero. "La crisi va risolta all'insegna di decisioni chiare e in tempi brevi - ha ripetuto fino allo sfinimento Mattarella in un passaggio accorato - Lo richiede l'esigenza di governo di un grande paese come il nostro. Lo richiede il ruolo che l'Italia deve avere nell'importante momento di avvio della vita delle istituzioni dell'Unione Europea per il prossimo quinquennio. Lo richiedono le incertezze, politiche ed economiche, a livello internazionale".
Il Presidente della Repubblica, ha ricordato, "ha il dovere - ineludibile - di non precludere l'espressione di volontà maggioritaria del Parlamento, così come è avvenuto - del resto - anche un anno addietro, per la nascita del governo che si è appena dimesso".
Attenzione però a non tirare troppo la corda, è l'avvertimento, perché quello che ammetterà il capo dello Stato saranno solo soluzioni "che ottengono la fiducia del Parlamento. In mancanza di queste condizioni, la strada da percorrere è quella di nuove elezioni".
Con queste parole Mattarella ha chiuso la porta definitivamente a opzioni di scopo, del presidente o istituzionali, anche se rinviare gli italiani alle urne non è "una decisione da non assumere alla leggera - dopo poco più di un anno di vita della legislatura - mentre la produzione prevede che gli elettori vengono chiamati al voto per eleggere il Parlamento ogni 5 anni". Una precisazione per nulla scontata che porta con sé tutta una serie di considerazioni anche a livello di timing. Con la decisione prevista per mercoledì, la data del 27 ottobre per un eventuale election day con le regionali in Umbria non sarebbe più fattibile. E quella del 3 novembre fortemente a rischio.
In questo caso, la sessione di bilancio sarebbe già aperta e il dialogo con l'Ue ancora tutto da organizzare. Intanto, mentre il presidente della Repubblica si apprestava a parlare agli italiani, l'assemblea dei gruppi del M5S dava mandato per acclamazione al capo politico Luigi Di Maio e ai capigruppo a incontrare la delegazione del Pd per verificare la strada di un accordo di governo.
Nella Sala Siani di Montecitorio è in corso il primo colloquio ufficiale tra le delegazioni dei due partiti. Sul tavolo il decalogo pentastellato, con il taglio dei parlamentari al primo punto. "Per noi il taglio si deve fare ora, non fra 10 anni come chiede qualcuno. È una riforma fondamentale per il futuro del Paese con cui gli italiani risparmieranno mezzo miliardo di euro", ha detto Patuanelli ieri in assemblea. Tra gli altri punti, ambiente e una manovra equa. 5, invece, quelli cari al Pd. "Punto di partenza", ha detto Zingaretti già l'altro ieri in direzione, è la manovra economica: "I gialloverdi hanno sfasciato i conti, c'è da fare una legge di bilancio da almeno 30 miliardi dove li troviamo? Dobbiamo metterlo nero su bianco subito". Via, poi, i due decreti Sicurezza. Sonoro, infine, il 'no' alla possibilità di votare a settembre il taglio dei parlamentari.
Paolo Gentiloni sta provando a far saltare l'accordo tra Pd e M5s, inviando 'spin' ai giornali, ma "se uno, contravvenendo alle regole interne, con uno spin fa saltare tutto, non è detto che il Pd arrivi tutto insieme alle elezioni...". Sono parole di Matteo Renzi in un audio registrato durante una 'lezione' a porte chiuse della sua scuola politica in corso in Toscana.
"Due giornalisti, Goffredo De Marchis di Repubblica e Alessandro De Angelis di Huffington post, interessante notare che appartengono allo stesso editore, hanno riportato uno spin, che hanno individuato proveniente dal Nazareno, ma in realtà di Paolo Gentiloni, è Paolo che ha fatto passare questo messaggio, con una triplice richiesta di abiura ai Cinque Stelle: dl sicurezza bis, legge di bilancio e questo mi sembra logico, e poi il taglio dei parlamentari. I 5s hanno garantito noi ci stiamo se garantite che arriviamo al referendum, l'ala trattativista del Pd, Franceschini, ha risposto a noi sta bene se ci garantite dei contrappesi sulla legge elettorale. Ma la parte dei Cinque Stelle contraria alla trattativa, guidata da Di Battista e Paragone, allora ha detto Zingaretti è Giuda. E quindi i Cinque Stelle hanno detto andremo alle cinque da Mattarella a dire, mai con il Pd... Questo però vede tutti i gruppi M5s che ormai danno per scontato l'accordo col Pd, preoccupati".
Per Renzi, "il modo con il quale lo spin è stato passato, è finalizzato a far saltare tutto. E qui è una bellissima lezione di politica applicata: Gentiloni c'era al Colle, ma non ha aperto bocca, non ha detto nella sede ufficiale quello che pensava, ed era del tutto legittimo che lo facesse come membro della delegazione, più discutibile che lo facesse nel momento in cui parla il segretario. Ma lo ha detto a due giornali". Secondo Renzi "la narrazione di questi ultimi giorni, guardate il Fatto, è quello di presentare un bipolarismo Conte-Salvini tagliando fuori il Pd. Anche perché nel Pd, ove vi fosse la rottura, sarà il caos: se uno, contravvenendo alle regole interne, con uno spin fa saltare tutto, non è detto che il Pd arrivi tutto insieme alle elezioni...".
"Nessuno pensi di lasciare l'Italia in mano al Pd che ha perso tutte le elezioni, perché ne ha combinate di cotte e di crude. Ma ve li ricordate la Buona scuola e il Jobs Act?". Il vicepremier e ministro dell'Interno interviene in tarda mattinata in diretta Facebook. L'incontro tra il Movimento 5 Stelle e il Pd è vicinissimo e un possibile accordo tra le due forze politiche per far nascere una nuova maggioranza farebbe, secondo Salvini, "rabbrividire i cittadini, gli imprenditori e i risparmiatori di mezza Italia. C'è un minimo di dignità".
Io non mollo. Siamo qui per ridare agli italiani o un governo stabile, con le idee chiare, con una squadra nuova, o si va al voto", continua Salvini in diretta Facebook. "C'era un governo fermo purtroppo da settimane e da mesi. Abbiamo scelto di dare uno scossone di fronte a tutti gli italiani non nel chiuso dei palazzi", ha sostenuto il segretario leghista. "O c'è un accordo per una squadra per lavorare bene nei prossimi anni, a prescindere dalle poltrone, che sono l'ultima cosa che interessano alla Lega" o si va a votare, ha detto ancora. "Io, nel mio piccolo, con tutti i miei errori e i miei problemi, sto qua nel mio ufficio a lavorare", ha aggiunto.
"Pensano di fregare Salvini, ma fregano gli italiani. Stare all'opposizione è più comodo e più facile", ha aggiunto il leader della Lega. "Lo dirò agli amici dei 5 stelle: ma veramente volete riportare al potere Renzi, la Boschi, Lotti? Quello che definivano il partito di Bibbiano, di Banca Etruria, della spartizione delle poltrone del Csm? Sono disposto a fare tutto per il bene del nostro Paese però con Renzi no, tutto tranne Renzi".
Intanto, è partito il totonomi per Palazzo Chigi. Oggi il favorito sembra essere Enrico Giovannini.
"Abbiamo manifestato al Capo dello Stato la nostra preoccupazione per questa crisi di governo, aperta in un momento delicato per la nostra nazione". Lo ha detto Silvio Berlusconi, leader di Forza Italia, al termine delle consultazioni con il Presidente Mattarella. "C'è bisogno di esecutivo autorevole che scongiuri qualsiasi ipotesi avventurosa di uscita all'euro. Noi di Forza Italia che siamo in Italia in assoluto i garanti della tradizione liberale democratica e cristiana e garantista proponiamo il modello di centrodestra che governa oggi in moltissimi comuni". Berlusconi ha poi proseguito: "Oggi mettiamo in guardia da un governo frutto di una maggioranza tra diversi e improvvisata". E infine ha espresso la sua posizione: "Costituire in Parlamento una maggioranza di centrodestra che corrisponda al sentire degli italiani. Qualora non fosse possibile, la strada maestra è una sola: elezioni anticipate. Questo è il suggerimento formulato al capo stato in cui Forza Italia ripone massima fiducia per le scelte che riterrà di fare".
"Le elezioni sono oggi l'unico esito possibile, rispettoso dell'Italia, dei suoi interessi, del suo popolo e della Costituzione". Lo ha detto la presidente di Fdi Giorgia Meloni.
"Se Mattarella scegliesse di valutare l'ipotesi di un mandato, bisognerebbe ripartire dalle elezioni 2018, affidando mandato a esponente di centrodestra. Altre soluzioni non ci sono e se intraprese sarebbero una ferita per la democrazia". Ha aggiunto Meloni.