Lampedusa, 15 Ago 2019 - La nave Open Arms con 147 migranti a bordo è arrivata all'alba di stamane nelle immediate vicinanze di Lampedusa. Diverse motovedette della guardia di finanza e della capitaneria di porto stanno monitorando i movimenti dell'imbarcazione della Ong catalana che si è diretta verso l'isola delle Pelagie, scortata da due navi militari, dopo che il Tar del Lazio ha accolto un suo ricorso, sospendendo il divieto di ingresso nelle acque italiane disposto da Salvini.
Provvedimento rinnovato ieri dal ministro dell'Interno che ha presentato ricorso contro la decisione del Tar ribadendo il suo 'no' alla sbarco dei migranti. "Dopo la minaccia di un nuovo decreto, siamo finalmente al riparo". Lo scrive in un tweet Open Arms sottolineando di essere arrivata in acque italiane "con autorizzazione da parte delle autorità", ma aggiunge la Ong "non abbiamo permesso per entrare in porto".
Si allarga intanto la distanza tra il Viminale e la Difesa in fatto di divieto all'ingresso in acque territoriali italiane a navi con a bordo migranti soccorsi in zone Sar del Mediterraneo. A quanto infatti si apprende da fonti del Viminale, il ministro della Difesa Elisabetta Trenta non ha firmato il divieto all'ingresso nelle acque territoriali per la Open Arms come chiesto da Matteo Salvini. Una decisione che non sorprende, riferiscono le stesse fonti, visto che la titolare della Difesa ha ordinato alle navi della Marina militare di scortare verso l'Italia l'imbarcazione spagnola.
Il riferimento è al fatto che martedì sera - come si è appreso da fonti della Difesa - il ministro Trenta dopo essersi messa in contatto con il tribunale dei minori di Palermo ed essersi accertata delle condizioni dei minori a bordo della nave della Ong spagnola aveva dato mandato al capo di Stato Maggiore della Difesa, generale Enzo Vecciarelli, di ordinare alla Marina di spostare nei pressi della Open Arms due navi del dispositivo Mare Sicuro pronte ad effettuare il trasbordo dei 32 minori.
Inoltre, nella giornata di ieri Trenta si era messa in contatto con le altre autorità di governo competenti per arrivare allo sbarco dei 32 minori a bordo della nave da 13 giorni in navigazione in acque internazionali.
Ieri il Tar del Lazio ha disposto la sospensione del divieto d'ingresso nelle acque territoriali italiane della Open Arms. Lo ha spiegato la stessa Ong sottolineando che sulla base della decisione dei giudici "ci dirigiamo verso il porto sicuro più vicino in modo che i diritti delle 147 persone, da 13 giorni sul ponte della nostra nave, vengano garantiti".
"Sicuramente sussiste, alla luce della documentazione prodotta (medical report, relazione psicologica, dichiarazione capo missione), la prospettata situazione di eccezionale gravità ed urgenza, tale da giustificare la concessione - nelle more della trattazione dell'istanza cautelare nei modi ordinari - della richiesta tutela cautelare monocratica, al fine di consentire l'ingresso della nave Open Arms in acque territoriali italiane". Lo si legge nel testo del decreto del Tar del Lazio in relazione al ricorso presentato dalla Open Arms contro il provvedimento del Ministero dell'Interno, di concerto con il Ministro della Difesa e con il Ministro dei Trasporti, che vieta l'ingresso della nave nel "mare territoriale nazionale". Quindi la sentenza prosegue spiegando che per i motivi sopracitati si rende possibile: "Prestare l'immediata assistenza alle persone soccorse maggiormente bisognevoli, come del resto sembra sia già avvenuto per i casi più critici".
"Siamo soddisfatti, non per noi, ma per le migliaia di persone che stanno morendo nel Mediterraneo. I loro diritti sono i nostri diritti". Ha scritto su Twitter Open Arms Italia, commentando il decreto del Tar.
Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte in una lettera inviata al ministro Matteo Salvini - e per conoscenza ai ministri Danilo Toninelli ed Elisabetta Trenta - aveva chiesto di "mettere in sicurezza i minori" presenti sulla nave Open Arms.