Genova, 14 Ago 2019 - Genova ricorda le 43 vittime del crollo del Ponte Morandi, il 14 agosto dello scorso anno. Nel capannone della nuova Pila 9 del viadotto Polcevera la cerimonia per ricordare la tragedia e manifestare il cordoglio e la solidarietà della città ai parenti delle vittime. Presenti il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, i due vicepremier Matteo Salvini e Luigi Di Maio, rappresentanti del governo, delle istituzioni e dei familiari delle vittime. Anche se molti familiari hanno annunciato che non parteciperanno alla commemorazione istituzionale.
Le vittime del crollo del ponte Morandi sono "angeli della città". Così l'arcivescovo di Genova, cardinale Angelo Bagnasco, nell'omelia. "Genova è qui. Genova non li dimenticherà mai", ha detto Bagnasco. Pochi minuti dopo le 10 la messa in suffragio celebrata dall'Arcivescovo di Genova e presidente dei vescovi europei. Nell'omelia, il porporato ha subito rivolto il suo pensiero alle persone che hanno perso la vita nel crollo: "Genova - ha detto - non li dimenticherà mai. Abbiamo incisi nel cuore quei giorni, quell'apocalisse che ci ha lasciati senza respiro, che ci ha fatti sentire svuotati, come se tutto - d'improvviso - fosse precipitato nel buio". Poi il pensiero a chi è rimasto, perdendo un proprio caro: "Come in quei momenti di lutto, la città rinnova il suo abbraccio ai familiari delle vittime: siamo consapevoli che nessuno di noi può colmare il vuoto dei loro cari, ma umilmente e, con grande rispetto. Dopo gli interventi del sindaco di Genova, Marco Bucci, del presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti, dei rappresentanti dei familiari delle vittime e del presidente del Consiglio, Conte, alle 11.36, nel momento esatto del crollo, Genova si fermerà per un minuto di raccoglimento. A rompere il silenzio ci saranno solo il suono delle campane delle chiese della città e il fischio delle sirene delle navi attraccate al porto.
Nel giorno della commemorazione delle 43 vittime del crollo del ponte Morandi, "che tanti lutti, tante sofferenze e tante difficoltà ha creato alla operosa città di Genova e ai suoi abitanti", il presidente della repubblica Sergio Mattarella scrive un breve saluto sulle pagine del Secolo XIX, accogliendo l'invito del direttore Luca Ubaldeschi e del senatore a vita e architetto genovese Renzo Piano.
"Ci separa da quel tragico avvenimento un anno che non è trascorso invano", scrive Mattarella. "Un progetto di nuovo ponte, lineare, solido e bellissimo, è pronto e già sono stati avviati lavori per la sua costruzione. Il nuovo ponte sarà in grado di ricucire, anzi, per usare un termine caro a piano, di 'rammendare' la ferita inferta dal crollo, riconnettendo una città spezzata, non solo materialmente, in due". "Non cancellare il dolore.
Rammendare, però, specifica il presidente, "non significa cancellare". Il nuovo ponte, infatti, "ricorderà per sempre quelle vittime innocenti, sepolte dalle macerie di una tragedia, causata dall'uomo, che si poteva e doveva evitare. Nulla può estinguere il dolore di chi ha perso un familiare o un amico a causa dell'incuria, dell'omesso controllo, della colpevole superficialità, della brama di profitto". Nei difficili frangenti di un anno fa "fu ben chiaro che la tragedia di Genova era la tragedia dell'Italia intera e che tutta l'Italia si stringeva, in un abbraccio ideale, attorno a Genova e ai genovesi", ricorda Mattarella.
Per lui, tornare a Genova, il 14 agosto di quest'anno, vuol dire innanzitutto: "fare memoria, dolorosa e composta, delle quarantatre persone che rimasero uccise" per ribadire "la vicinanza e la solidarietà della repubblica italiana alle loro famiglie". Ognuna di esse "aveva una sua storia, una sua provenienza geografica, un universo di relazioni e di affetti, un volto, un nome. Nel loro nome dobbiamo pretendere che la giustizia vada fino in fondo, senza remore, svelando responsabilità e sanzionando colpevoli".
La presenza, oggi, delle più alte istituzioni a Genova, conclude Mattarella, "ha il significato di testimoniare unanime sostegno, non solo a parole, a una città e alla tenacia e al coraggio dei suoi abitanti, che hanno diritto alla rinascita economica e sociale attraverso lo sviluppo di una rete di infrastrutture e servizi capace di accompagnarne ed esaltarne lo spirito imprenditoriale".
È passato un anno da quando il ponte Morandi si è spezzato, uccidendo 43 persone, commuovendo il Paese e il mondo e ferendo Genova. La città ha reagito, si è adeguata alle nuove criticità, ha sopportato i disagi. E oggi è chiamata a un gesto di condivisione, cordoglio, solidarietà e vicinanza in onore dei morti e di tutti coloro che per quella tragedia hanno e stanno soffrendo. Il sindaco Marco Bucci vuole così. Ed è per questo che ha rivolto un appello a tutti i genovesi il cui messaggio è "Stringiamoci insieme, sentiamoci comunità". Ecco che sui social scrive: "Invito tutti i cittadini genovesi a partecipare alla cerimonia in memoria delle vittime di #ponteMorandi. A chi non potrà intervenire chiedo comunque di osservare un momento di raccoglimento alle 11.36, in qualsiasi posto si trovi. Stringiamoci idealmente insieme per ricordare le persone che hanno perso la vita in quel tragico evento e per sentirci ancora una volta comunità unita, come abbiamo dimostrato in questo anno trascorso. L'appuntamento è alle ore 10 nei pressi dell'area della nuova Pila 9 del futuro viadotto sul Polcevera". Per quella che lui stesso definisce "una giornata di sobrietà e ricordo".
Il presidente e l'amministratore delegato di Atlantia, Fabio Cerchiai e Giovanni Castellucci, sono arrivati poco prima delle 9 a Genova per partecipare alla cerimonia di commemorazione del primo anniversario del crollo di Ponte Morandi. I due manager sono entrati nel capannone allestito nei pressi della pila 9 del nuovo viadotto in costruzione, senza rilasciare alcuna dichiarazione ai cronisti presenti. Autostrade per l'Italia e il suo ad Giovanni Castellucci sono indagati dalla procura di Genova con le accuse di omicidio colposo plurimo, omicidio stradale, disastro e attentato alla sicurezza dei trasporti.
La delegazione di Aspi e Atlantia ha lasciato la cerimonia di commemorazione del primo anniversario del crollo del Ponte Morandi. Da quanto si apprende, alcuni parenti delle vittime avrebbero chiesto al premier Giuseppe Conte che i rappresentanti della società abbandonassero l'area. La delegazione di Aspi per rispetto ha così deciso di assecondare la richiesta dei familiari.
"Ad un anno dalla tragedia del Ponte Morandi, il Consiglio di Amministrazione di Autostrade per l'Italia, quello di Atlantia e i lavoratori di tutto il gruppo rinnovano il cordoglio e la compassione più sincera per le vittime del crollo e per il dolore dei loro familiari". Inizia così la lettera aperta di Aspi, pubblicata su alcuni quotidiani nazionali e sui giornali liguri, a un anno dal crollo del ponte a Genova. "Questi sentimenti - si legge - rimarranno per sempre nei cuori e nelle menti delle donne e degli uomini di Autostrade per l'Italia, che nell'ultimo anno si sono adoperati senza sosta per lenire le ferite della comunità genovese, rafforzando la determinazione a fare sempre di più e meglio per gestire una rete che ha contribuito in modo decisivo allo sviluppo economico e alla coesione sociale del nostro Paese, e nella quale accogliamo ogni giorno milioni di persone".
"Siamo consapevoli e profondamente rammaricati per la gravità delle sofferenze e dei disagi causati all'intera comunità genovese dal crollo del Ponte Morandi. E abbiamo sentito e sentiamo come nostro dovere - continua la lettera - quello di dare il massimo contributo per riportare la normalità nella vita quotidiana della città. Abbiamo cercato, con umiltà e impegno ed in stretta collaborazione con tutte le istituzioni locali, di dare supporto, sostegno e speranza a coloro che sono stati colpiti dal tragico evento negli affetti, nella memoria, nel lavoro e nell'attività d'impresa. Le donne e gli uomini del nostro gruppo hanno e avranno Genova nel cuore. Per sempre".