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Governo, colloquio tra Conte e Mattarella al Quirinale: no a dimissioni ma si parla di governo tecnico in caso di crisi.

Roma, 8 Ago 2019 - Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha avuto un incontro al Quirinale con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Conte è poi rientrato a Palazzo Chigi. Il colloquio -  a quanto di apprende - sarebbe stato informativo, per fare "il punto della situazione". Non si sarebbe parlato di apertura di crisi e tanto meno di dimissioni.

Il presidente del Consiglio è rientrato a Palazzo Chigi dopo circa un'ora di colloquio con il Capo dello Stato. Il premier, che si è mostrato sorridente, non ha risposto alle domande dei cronisti. Conte ha ringraziato chi gli faceva gli auguri per il buon compleanno e a sua volte ha detto: "Auguri e buon lavoro".

Il giorno dopo la spaccatura della maggioranza in Senato, Matteo Salvini e Luigi Di Maio intanto hanno annullato tutti gli impegni e sono a Roma.

"I giochini di palazzo non ci sono mai piaciuti e questo dibattito sulle poltrone inizia a stancarmi. Siamo andati al governo non per chiederle, ma per tagliarle. E lo abbiamo messo nero su bianco nel contratto, insieme alla Lega", scrive su Facebook il vicepremier Luigi Di Maio, ricordando che a settembre si vota sulla legge costituzionale che taglia il numero dei parlamentari.

A proposito della legge ora all'esame della Camera, Di Maio ricorda: "C'è una riforma del MoVimento 5 Stelle che aspetta l'ultimo voto il 9 settembre. Il 9 settembre taglieremo definitivamente 345 parlamentari. Significa che alle prossime elezioni molti vecchi politicanti dovranno iniziare a cercarsi finalmente un lavoro". A suo giudizio, "è una riforma epocale contro i privilegi dei politici e in favore del buon senso. Per anni lo Stato ha saputo solo chiedere, dal 9 settembre invece comincerà a restituire qualcosa indietro ai cittadini: risparmiamo mezzo miliardo di euro da mettere su strade, ospedali, sulla riduzione delle tasse. Manca solo l'ultimo voto e mi auguro nessuno si tiri indietro all'ultimo minuto, sarebbe gravissimo. Anzi, sarebbe un segnale al Paese. Il segnale di chi non vuol cambiare nulla. Le parole sono belle ma non bastano.  Servono i fatti".

Il vice-premier M5S questa mattina è arrivato a Palazzo Chigi verso le 11, dopo aver annullato tutti gli impegni che erano previsti per oggi. Di Maio ha incontrato i vertici pentastellati. Questa mattina è stato alla Camera dei deputati, e poi è andato nella sede del governo dove sono arrivati anche i capigruppo M5s di Camera e Senato, D'Uva e Patuanelli.

"Leggiamo dai giornali di possibili crisi di governo. Il M5S è al lavoro come ogni giorno per il Paese e dunque lo è anche il capo politico, Luigi Di Maio. Chiunque oggi aprisse una crisi di governo, l'8 agosto, si assumerebbe la responsabilità di riportare in Italia un governo tecnico. Sarebbe folle". Così fonti di governo del M5S.

Lascia montare tensioni e timori, Matteo Salvini. Nel pomeriggio di ieri bussa alla porta del premier Giuseppe Conte. E pone le sue condizioni per andare avanti. Poi in serata il comizio a Sabaudia dove chiarisce la sua la sua posizione: "Non mi interessano rimpastini o rimpastoni due ministri in più o in meno, mi interessa potere fare le cose. Finché si potevano fare, sono andato avanti come un treno. Se dovessi rendermi conto che non si possono fare più, meglio fare come nel matrimonio quando non si va più d'accordo. Fare la scelta che persone adulte devono fare, divorziare. E ne ho una certa esperienza". "La scelta giusta che accontenta sempre tutti non è possibile. Io spero di accontentare tanti. Ci sarà sempre qualcuno che non è d'accordo. Ma siamo in democrazia". Però, sottolinea "la scelta va fatta in fretta, la nostra sorte è in mano al popolo".

Non mi uscirà mai una parola negativa su Di Maio o Conte", ma "qualcosa si è rotto negli ultimi mesi". Così Matteo Salvini dal palco di Sabaudia, dopo aver ricordato i risultati del governo. "L'ultima delle cose che ci interessano è avere qualche ministero in più, qualche poltrona in più. Anzi, le sette poltrone della Lega sono a disposizione degli italiani. O si possono fare le cose oppure si torna a votare". "Non sono fatto per le mezze misure, o le cose si possono fare per intero e in fretta oppure star lì a scaldare la poltrona non fa per me", dice Salvini. "Tenerci 7 ministeri per non riuscire a fare le cose, tutte, 100 su 100, è inutile".

"Per noi si va avanti, c'è un contratto di governo. Abbiamo battaglie molto importanti ancora da fare soprattutto di lungo respiro perché questa è la politica del M5S per la sostenibilità dei cittadini e delle imprese. Sulla riduzione delle tasse c'è una manovra alle porte molto corposa che abbiamo tutta l'intenzione di portare avanti", fa sapere oggi il viceministro all'Economia Laura Castelli (M5S). "Ai giornalisti piace parlare di spaccatura. È la politica che dialoga, che ha i toni e quello che state vedendo", aggiunge.

"Non abbiamo mai detto che le postazioni vanno cambiate per forza con dei ministri della Lega. Si potrebbero sostituire alcuni ministri con altri esponenti dei 5 stelle che hanno posizioni più ragionevoli". Così il capogruppo alla Camera della Lega, Riccardo Molinari, interviene stamane su Radio 24, parlando della possibilità di un Conte - bis. "Nei 5 stelle ci sono dei freni che se prima potevamo tollerare - aggiunge Molinari - ora non possiamo più. I nuovi sondaggi ci impongono di farci valere sulle posizioni che non condividiamo", aggiunge.  E manda un messaggio al ministro Tria: "O segue quelle che sono le indicazioni della maggioranza o si pone un problema come per tutti gli altri ministri".

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