Roma, 22 Lug 2019 – Attenti a quei tre: il comunista Padano Salvini e i falsi democratici che pare non hanno mai abbandonato l’idea del grande impero lombardo veneto e la secessione di queste due regioni dal resto dell’Italia tanto falsamente amato dal leader leghista. Infatti, i governatori di Lombardia e Veneto, Attilio Fontana e Luca Zaia replicano con forza alla lettera-appello del premier Conte ai cittadini lombardi e veneti per chiedere uno stop agli insulti, e che aveva l'obiettivo di rivendicare cosa il governo sta facendo sull'autonomia differenziata. "Ci sentiamo tutti profondamente feriti quando leggiamo le Sue esternazioni, Presidente Conte, soprattutto dopo colloqui diretti durante i quali - ricorderà benissimo - abbiamo più volte sottolineato che non si chiedono più risorse, ma semplicemente la possibilità di spendere in autonomia quelle che ci sono già assegnate": così nella lettera aperta al premier Giuseppe Conte scrivono Fontana e Zaia.
"Vogliamo una autonomia vera, non un pannicello caldo che produrrebbe ulteriori guai", si legge in un passaggio della lettera. "Nessuno vuole aggredire l'unità nazionale, nessuno vuole secessioni. Lei sa bene quanti e quali Ministri si sono impegnati in questa irresponsabile gara a spararla più grossa", scrivono i presidenti di Lombardia e Veneto.
Attilio Fontana, e Luca Zaia, fanno sapere che non firmeranno l'intesa sull'autonomia "se si continua con una farsa". "Noi restiamo aperti al dialogo con Lei, Presidente Conte, e pronti a cambiare opinione se il testo delle intese sarà capace di rispondere alle esigenze della vita vera che abbiamo provato a descrivere. Ma - hanno sottolineato - se si continua con una farsa, come accaduto finora, è evidente che non firmeremo nulla".
"Al presidente del Consiglio deve essere però chiaro che noi non firmeremo un accordo senza qualità come quello per ora che si sta profilando. Lei si assumerà la responsabilità quindi di aver negato quanto è stato chiesto da referendum, da milioni di elettori veneti e lombardi, da risoluzioni dei consigli regionali approvati all'unanimità", chiariscono i governatori di Lombardia e Veneto. "Per parte nostra vogliamo mantenere fede all'impegno assunto con i nostri cittadini", assicurano i due governatori, "Presidente Conte, lei ha l'opportunità di scrivere una pagina di storia di questa Repubblica. Se non la scriverà lei, lo farà qualcun altro. Perché la spinta verso l'autonomia e verso la responsabilità nei confronti dei cittadini è ormai inarrestabile".
"La nostra autonomia si basa su quanto dice la Costituzione, siamo perfettamente in linea con la legge fondamentale dello Stato, la nostra richiesta di avere competenza rispettivamente su 20 e su 23 materie, si basa su quanto recita l’articolo 116, terzo comma. Chi afferma il contrario, o non conosce la Carta, o vuole evidentemente modificarne il testo vigente: sarebbe bene pertanto che presentasse un disegno di legge costituzionale per modificare di nuovo il titolo quinto. Tertium non datur. Avremmo voluto che il Presidente del Consiglio fosse davvero il garante della Costituzione vigente, denunciando le false notizie diffuse con malizia e cattiva fede da chi evidentemente la Carta l’ha letta soltanto sul Bignami".
Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, "ha preso atto" della lettera dei presidenti di Lombardia e Veneto, Attilio Fontana e Luca Zaia, registrando - fanno notare fonti di Palazzo Chigi - un "cambio dei toni, che prelude a una corretta interlocuzione istituzionale".
Sono al momento confermati dalla presidenza del Consiglio i due tavoli sull'autonomia che si dovrebbero riunire martedì a Palazzo Chigi. I temi in agenda sono: la questione delle sovrintendenze dei Beni culturali e la ripartizione dei fondi. Alle riunioni dovrebbero partecipare ministri e tecnici interessati.
Basta con gli insulti, serve rispetto, ed è ingeneroso sostenere che il governo è poco attento alle richieste delle Regioni. Con una lettera aperta al Corriere, il premier Giuseppe Conte si è rivolto stamane ai cittadini della Lombardia e del Veneto e rivendica con forza il lavoro che il governo sta facendo sull'autonomia differenziata. E nella lettera aggiunge che essa non è una bandiera regionale da sventolare, ma una riforma che farà bene all'Italia intera, e si dice pronto ad incontrare i governatori anche prima di portare la bozza finale in Consiglio dei ministri.
Conte spiega che punta a "realizzare un progetto ben costruito, che vi offra vantaggi reali, che siano sostenibili anche nel tempo. Senza contare che - aggiunge - questo progetto riformatore non è questione affidata esclusivamente alla dialettica Governo-Regioni, in quanto l'ultima parola spetta al Parlamento". In quest'ottica, sottolinea il premier, "un progetto ben strutturato e ben sostenibile potrà superare più agevolmente e rapidamente l'approvazione parlamentare".
Quindi, un "invito" ai governatori ad un maggior "rispetto": "Le agenzie riportano, da ultimo, dichiarazioni che scadono nell'insulto, tanto più inaccettabili in quanto pronunciate da rappresentanti istituzionali e rivolte a rappresentanti istituzionali". Ieri, infatti, il governatore della Lombardia Attilio Fontana aveva parlato di paese "nelle mani di cialtroni che per un pugno di voti soffocano un volano di crescita come l'autonomia e contrabbandano il tutto come una battaglia nord contro sud''. Parole pesanti dopo il no al pacchetto sull'autonomia proposto dal governo. E aveva dichiarato di voler denunciare agli italiani ''i biechi interessi politici'' che si nascondono dietro il mancato accoglimento delle richieste di Lombardia e Veneto.
Ma per il premier Conte è "a dir poco ingeneroso dopo mesi e centinaia di ore di attento lavoro, sostenere che siamo poco attenti alle vostre sensibilità". Ai lombardi e ai veneti, il Presidente del Consiglio sottolinea: "Le vostre richieste stanno a cuore anche a noi. Come pure ci sta a cuore la sorte dei restanti 45 milioni di cittadini italiani".
In questo senso, "se il confronto civile terrà il luogo degli insulti più recenti, mi dichiaro sin d'ora disponibile a incontrare i vostri governatori, per considerazione nei vostri confronti, anche prima di portare la bozza finale in Consiglio dei Ministri, in modo da poterli tenere compiutamente aggiornati". E conclude: "Per me l'autonomia non è una bandiera regionale da ventolare, ma una riforma che farà bene a voi e all'Italia intera".