Varese, 4 Lug 2019 - L'indagine dei Carabinieri e della DDA di Milano avrebbe accertato un legame tra l'ex sindaco di Lonate Pozzolo in provincia di Varese, Danilo Rivolta, e alcuni esponenti della 'ndrangheta locale. L'elezione di Rivolta sarebbe stata appoggiata da influenti famiglie calabresi che lo avrebbero aiutato in cambio di un assessorato al nipote del boss Alfonso Murano, ucciso a Ferno nel varesotto il 28 febbraio del 2006. Tra gli indagati anche un consigliere di Fratelli d'Italia e un perito che lavorava per la procura di Busto Arsizio che avrebbe fatto da 'talpa' su alcune indagini.
Indagini su politica e affari, dunque che ha nnoportato la Direzione distrettuale antimafia di Milano e i Carabineri a scoprire gli interessi della ‘Ndrangheta anche in gestione di attività commerciali attorno all'aeroporto di Malpensa. Un’operazione che ha portato a 34 ordinanze di custodia cautelare in carcere. Si tratta di 32 italiani, un marocchino e una romena. Gli arresti sono avvenuti in varie province italiane. Al centro dell'inchiesta ci sono le dinamiche della 'ndrangheta locale di Legnano in provincia di Milano e del comune di Lonate Pozzolo in provincia di Varese e vicino all’aeroporto di Malpensa.
400 i carabinieri impegnati nell'esecuzione dell'ordinanza nelle province di Milano, Ancona, Aosta, Cosenza, Crotone, Firenze, Novara e Varese. I destinatari del provvedimento, 27 in carcere e 7 ai domiciliari sono ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione di tipo mafioso, danneggiamento seguito da incendio, estorsione, violenza privata, lesioni personali aggravate, minaccia, detenzione e porto abusivo di armi, detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti (tutti aggravati perché commessi avvalendosi del metodo mafioso e al fine di agevolare le attività dell'associazione mafiosa), truffa aggravata ai danni dello Stato e intestazione fittizia di beni, accesso abusivo a un sistema informatico o telematico.
L'indagine ha mosso i primi passi nell'aprile 2017, in contemporanea alla scarcerazione di Vincenzo Rispoli, capo della locale di 'ndrangheta di Legnano-Lonate Pozzolo. Già prima di quel momento, dalla seconda metà del 2016, era in corso un processo di ridefinizione degli assetti organizzativi del 'locale' dovuti alla scarcerazione di esponenti di spicco. Ciò aveva creato tensioni interne che erano state risolte grazie all'intervento dello stesso Rispoli e di Giuseppe Spagnolo, al vertice della cosca Farao-Marincola che comanda nell'area di Cirò Marina, in provincia di Crotone e in stretto contatto con quella di Legnano-Lonate.
Gli investigatori sono riusciti a documentare alcuni incontri organizzati per decidere come risolvere le controversie e assegnare territori e competenze agli affiliati. Tra i temi discussi durante i summit, oltre alle questioni prettamente politiche, c'era anche la pianificazione imprenditoriale della cosca, i cui proventi erano investiti in parte nell'acquisto di ristoranti e di terreni per la costruzione dei parcheggi connessi allo scalo di Malpensa.
Le cosche puntavano ai parcheggi attorno all'aeroporto di Malpensa e alla costruzione di nuove attività commerciali in aree nei comuni adiacenti. È uno degli aspetti che emergono dall'inchiesta "Krimisa". Il gip della procura di Milano ha disposto il sequestro di due parcheggi privati, "Malpensa Car Parking" e "Parking Volo Malpensa", oltre a metà delle quote della società "Star Parkings", che non si trovano nell'area aeroportuale. In totale il decreto ha consentito di sequestrare beni per un valore complessivo di 2 milioni di euro.