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Sport e Benessere – Dimagrimento, insulino resistenza e integratori. Una proposta multifattoriale: rubrica a cura del dottor Andrea Melis

Cagliari, 3 Lug 2019 - Attualmente dimagrire, soprattutto in caso di insulino resistenza conclamata, può diventare ostico se non si ha un piano d'azione ben strutturato e figlio delle evidenze scientifiche.

Che ruolo hanno in tutto questo gli integratori?

Dipende.

Possono avere un ruolo importante a seconda della situazione, oppure un ruolo marginale.

Dipende dal Trainer e dipende dal cliente che ha davanti.

Entrando nello specifico ci sono casi dove ad esempio clienti di sesso femminile con un TDEE di circa 2000kcal ne assumono, andando a conteggiare con un app contacalorie come ad esempio FatSecret, circa 1000kcal con i macronutrienti che eccedono sul versante dei grassi, latitano su quello delle proteine e oscillano su quello dei carbo.

Cosa succede in soldoni?

La cliente si trova con il metabolismo e il peso bloccato.

L' alimentazione e l'allenamento in maniera specifica e individualizzata sono la chiave di volta per poter sbloccare la situazione partendo da un reset metabolico, ovverosia una reintroduzione delle calorie, in particolare provenienti dai carboidrati, per far ripartire il metabolismo.

Come possiamo capire che il metabolismo è ripartito?

Lo capiamo dalla temperatura corporea.

È un dato questo che dobbiamo prendere all'inizio del reset.

Quando vedremo la temperatura salire intorno al grado in più (più o meno) avremo la prova che il metabolismo è ripartito.

Quando avremo raggiunto un nuovo e buon set point calorico (nel caso della signorina di cui sopra circa 2000kcal) potremo avviare la fase di deficit calorico da un punto di partenza decisamente migliore.

Un deficit di circa 500kcal è maggiormente gestibile da un punto di partenza di circa 2000kcal che da uno di 1000 kcal questo mi sembra abbastanza ovvio.

Parliamo di integratori.

Anche se a volte al cospetto di situazioni del genere l'alimentazione e l'allenamento posso risolvere il problema, gli integratori indubbiamente possono dare una robusta mano.

Perché?

Se all'atto teorico sappiamo sicuramente che dobbiamo elevare la quota glucidica e quella calorica per sbloccare la situazione, a volte all'atto pratico può non essere semplice.

Alimentarsi gradualmente in maniera sempre maggiore attraverso i carboidrati a volte può essere difficile per far quadrare la quota giornaliera.

Ecco che allora mi sento di consigliare, laddove se ne ravvisino gli estremi, di opzionare l'uso di un integratore di carboidrati, magari dotato anche di componenti come creatina e taurina che agiscono come coadiuvanti per l'incremento e il ripristino della sensibilità insulinica.

Mi sento di consigliare a tale scopo anche gli Omega 3 e la Berberina come integratori per tale funzione.

I quattro integratori che ho citato hanno delle comprovate azioni circa l'insulino resistenza.

Non me la sento di consigliare l'acido lipoico a tal proposito perché in questo cado le evidenze sono discordanti.

A fine articolo avrete i riferimenti scientifici.

Alla fine sostanzialmente gli integratori si dividono in due categorie: Quelli che servono e quelli che non servono.

Come gli distinguiamo?

Evidenze scientifiche.

Riferimenti.

https://www.projectinvictus.it/libri/project-bodybuilding/

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC5523816/

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC5872768/

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC4587882/

https://www.google.com/amp/s/www.researchgate.net/publication/46821061_Creatine_in_Type_2_Diabetes_A_Randomized_Double-Blind_Placebo-Controlled_Trial/amp

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/m/pubmed/17396216/

https://scholar.google.it/scholar?q=creatine+monohydrate+and+insulin+resistance&hl=it&as_sdt=0&as_vis=1&oi=scholart#d=gs_qabs&u=%23p%3D7nQ-WtyNFGoJ

https://academic.oup.com/jcem/article/101/10/3820/2764947

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/m/pubmed/29365334/

https://www.foundationalmedicinereview.com/blog/research-supports-using-berberine-to-treat-insulin-resistance/

https://www.physiology.org/doi/abs/10.1152/ajpendo.00256.2018