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Sea watch. Ong: “Basta aspettare”. Salvini: “Equipaggio va arrestato”

Lampedusa (Sicilia), 27 Giu 2019 - "Buongiorno Ue. Ieri, a causa di un'emergenza, siamo entrati nelle acque italiane. La guardia costiera e la Guardia di finanza sono stati a bordo. Abbiamo aspettato una notte, non possiamo più aspettare. La disperazione delle persone non è qualcosa con cui giocare". Lo scrive la ong tedesca Sea Watch in un tweet, mentre la nave è ferma da ieri appena fuori dal porto di Lampedusa col divieto di sbarcare.

Prosegue dunque lo stallo dell'imbarcazione a poche miglia dall'isola con a bordo 42 migranti. E' attesa per oggi la svolta sull'eventuale sbarco dei naufraghi. Ieri la Guardia di Finanza è salita a bordo della nave e ha acquisito dei documenti, preso le generalità della comandante Carola Rackete e dell'equipaggio, e acquisito dei dati ma al momento le Fiamme gialle non hanno ancora contestato nulla alla 'Capitana' tedesca.

Non appena la Guardia di Finanza avrà l'ok per lo sbarco dei 42 migranti, potrà essere contestato il reato alla comandante tedesca che ieri ha forzato il blocco. Carola Rackete rischia una sanzione che varia da 10.000 a 50.000 euro. A emettere le multe è il prefetto territorialmente competente, quindi, nel caso della Sea-Watch 3, quello di Agrigento.

Non si placa intanto l'ira del ministro dell'Interno, nonchè vicepremier, Matteo Salvini che ancora questa mattina - intervenendo ad una trasmissione radiofonica - ha ribadito: è inter: "La legge prevede che bisogna essere autorizzati per poter attraccare, non possiamo far arrivare in Italia chiunque, le regole di un Paese sono una cosa seria. Le persone sulla Sea Watch non sono naufraghi, ma uomini e donne che pagano 3.000 dollari per andar via dal proprio Paese. In Italia stanno arrivando, in aereo, migliaia di migranti certificate che scappano dalla guerra. Spero che nelle ultime ore ci sia un Giudice che affermi che all'interno di quella nave ci sono dei fuorilegge, prima fra tutti la Capitana. Se la nave viene sequestrata e l'equipaggio arrestato io sono contento".

Sulla vicenda è intervenuto anche il ministro degli esteri Enzo Moavero Milanesi: ""La legge dovrà essere applicata", anche se "non è con soluzioni episodiche che si potranno affrontare fenomeni di questa portata". Per trovare un soluzione alla vicenda Sea Watch "dobbiamo continuare a parlare con il governo del Paesi Bassi e a lavorare a collaborazione bilaterale, ed eventualmente trilaterale dato che l'equipaggio è tedesco, perché una soluzione europea non esiste - prosegue il ministro - Se si creano le condizioni ci sarà una soluzione bilaterale o trilaterale, altrimenti la soluzione dovrà essere trovata dal governo italiano".

Critici nei confronti della linea del governo, dettata da Salvini, le opposizioni. "Al porto di Lampedusa con Graziano Delrio e Giuditta Pini. Sea Whatch3 laggiù in fondo. Siamo qui da ieri sera, abbiamo espresso solidarietà a don Carmelo La Magra, siamo stati in capitaneria di porto, siamo in contatto con il prefetto. Naturalmente siamo in contatto con la capitana, daremo una mano per far sbarcare tutti, costi quel che costi. La disumanità del ministro della paura non vincerà. Lo scrive su facebook Davide Faraone.

"Bisogna andare sui tavoli europei e dire come stanno le cose, il nostro ministro dell'Interno ci è andato una volta. Le ong sono quelle che insieme alla Chiesa danno una mano ai Paesi africani a fare quello che viene detto: aiutarli a casa loro".

In meno di 24 ore sono stati raccolti oltre 65mila euro di fondi per sostenere le spese legali della nave Sea Watch e del suo comandante Carola Rackete. L'iniziativa è stata lanciata su Facebook subito dopo la decisione di Rackete di entrare nelle acque territoriali italiane. A promuovere la raccolta fondi è stato un utente del social, Franco Matteotti, e attraverso il passaparola digitale è arrivata a coinvolgere finora 3.533 persone, coprendo ben piu' della meta' dei 100 mila euro che si era data come obiettivo.

Secondo quanto previsto dal decreto sicurezza bis, in caso di violazione del divieto notificato al comandante (come accaduto nel caso della Sea Watch) "si applica a ciascuno di essi la sanzione amministrativa del pagamento di una somma da euro 10.000 a euro 50.000". In caso di reiterazione, scatta "la sanzione accessoria della confisca della nave, procedendo immediatamente a sequestro cautelare". Qualora non fosse necessario usare i soldi donati, si legge sulla pagina Facebook della raccolta fondi, "questi rimarranno a disposizione della Sea Watch per la prossima missione".

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