Napoli, 26 Giu 2019 - Maxiblitz anticamorra dei carabinieri del Ros e del Comando provinciale di Napoli che hanno eseguito, su tutto il territorio nazionale, oltre 100 provvedimenti cautelari a carico di appartenenti ai clan Contini, Mallardo e Licciardi. Le indagini sono state condotte in collaborazione con la Polizia di Stato e la Dia. Contestualmente la Guardia di finanza ha sequestrato l'ingente patrimonio accumulato dai clan.
Nell'ambito dell'operazione contro 'l'alleanza di Secondigliano', sono stati eseguiti 126 arresti e sequestrati bei per 130 milioni. Le indagini, coordinate dalla Dda di Napoli, si sono avvalse del contributo investigativo anche della Polizia di Stato e della Dia ed hanno portato alla contestazione agli indagati di numerosi reati che vanno dall'associazione di tipo mafioso al traffico di sostanze stupefacenti, all'estorsione, all'usura, al riciclaggio ed altri gravi reati. Ricostruiti gli assetti gerarchici interni e documentati i numerosi reati commessi dagli affiliati, "indicatori della pervicace capacità di intimidazione - si legge in una nota - esercitata sul territorio e, in alcuni casi, anche di ingerenza all'interno di strutture pubbliche".
Ci sono le mogli dei boss del clan Bosti, Mallardo, Licciardi e Contini, ma anche i loro luogotenenti, i figli, i nipoti e gli imprenditori che per anni sono riusciti a riciclare un tesoro accumulato con i traffici illeciti, nel maxi blitz anti camorra di oggi. L'ultima retata che aveva coinvolto l'Alleanza di Secondigliano era datata 2012 e anche in questo caso gli arresti furono oltre 100. Ne nacque il processo ai cosiddetti magliari, personaggi che partiti da Napoli hanno invaso l'Europa vendendo materiale falso, soprattutto abbigliamento, prodotto nelle fabbriche dei quartieri napoletani di Forcella e della Duchesca. Adesso il commercio si è trasformato in imprenditoria pura e il gip di Napoli Federica D'Auriaha firmato oltre 1.500 pagine di ordinanza di custodia cautelare per 126 indagati arrestati. Ci sono tutti i personaggi di spicco del clan Rullo: Nicola detto "l'infamone", Domenico Esposito, nipote di Rullo, Roberto Murano, figlio del boss Patrizio Bosti. Poi gli esponenti di punta dei Licciardi, che negli anni hanno sostituto nella reggenza Vincenzo "'o chiattone".
I reati contestati vanno dall'associazione per delinquere di stampo mafioso a traffico e spaccio di droga, ma soprattutto riciclaggio.