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Giovane sassarese arrestata dai carabinieri del comando provinciale per detenzione ai fini di spaccio di stupefacenti e denunciati i familiari violenza e resistenza a P.U.

Sassari, 14 Giu 2019 - I carabinieri della Sezione Operativa della Compagnia di Sassari, impegnati nella consueta attività di contrasto alla recrudescenza del fenomeno dello spaccio di eroina e cocaina, hanno rilevato in una palazzina del Quartiere di Santa Maria di Pisa la costante presenza di numerosi tossicodipendenti che vi accedevano allontanandosi subito dopo con la “dose” di eroina o cocaina appena acquistata.

E, ieri mattina, è stato predisposto un servizio di osservazione nei pressi della palazzina, che ha consentito di individuare l’appartamento dove i tossicodipendenti si approvvigionavano della droga. Quindi i militari della Sezione Operativa e quelli della Sezione Radiomobile del comando provinciale del capoluogo turritano, sono entrati in azione ed hanno fermato e identificato la responsabile Tiziana Puledda, 31 anni, sassarese già nota alle forze di polizia per i medesimi reati, che sottoposta a perquisizione personale e locale è stata trovata in possesso complessivamente 10 grammi tra eroina e cocaina nonché alcuni grammi di marijuana e tutto il kit necessario per il confezionamento delle dosi da destinare allo spaccio (bilancini, ritagli in cellophane e sostanza da taglio) oltre  al denaro ritenuto provento dell’attività di spaccio. A conclusione della perquisizione il personale dell’Arma l’ha dichiarata in arresto per detenzione ai fini di spaccio di stupefacenti. Ed in seguito, stamane, è stata sottoposta all’udienza di convalida davanti il Giudice Monocratico del Tribunale di Sassari che, nel convalidare l’arresto, ha disposto la misura cautelare degli arresti domiciliari.

Nel corso dell’operazione i militari deferivano in stato di libertà G.D., 63enne sassarese madre della Puledda, che, accortasi della presenza dei carabinieri in procinto di entrare nella sua abitazione, ha usato violenza nei loro confronti cercando di impedirne l’ingresso e favorire così le illecite attività della figlia.