Madrid, 29 Apr 2019 - Le elezioni anticipate in Spagna vedono il successo dei socialisti del premier uscente Sánchez, ma pare assai difficile formare una maggioranza stabile.
Dopo lo spoglio del 99,68% delle sezioni per la Camera, il Psoe è in testa con 123 seggi (28,7%), a seguire il Partito popolare al minimo storico con 66 seggi (16,7%), Ciudadanos in aumento con 57 seggi (15,8%), Podemos in forte calo con 42 seggi (14,3%) e infine l'estrema destra di Vox, che entra per la prima volta in Parlamento, con 24 seggi (10,3%). Gli altri partiti hanno il 10,1%.
Tra i partiti regionalisti, i repubblicani catalani di Erc avrebbero 15 seggi, Junts per Catalunya 7, il Partito nazionalista basco (Pnv) sei e un'altra lista basca, EH-Bildu, 4. Altri 6 seggi vanno a formazioni locali minori.
"Ha vinto il futuro e ha perso il passato", ha detto il leader socialista nel suo primo discorso dopo la vittoria elettorale. Sánchez ha sottolineato che la Spagna ha una democrazia solida e che il voto ha inviato tre chiari messaggi: no alla reazione e alla rivoluzione, ma guardare al futuro; si può vincere contro l'autoritarismo e l'estremismo; gli elettori vogliono che il Psoe governi. Il premier uscente ha poi aggiunto che il nuovo esecutivo ha davanti tre obiettivi: impegnarsi per la giustizia sociale; tutelare la convivenza senza scontri territoriali; lottare contro la corruzione. Sánchez ha assicurato che il nuovo governo sarà il governo di tutti gli spagnoli e che tenderà la mano a tutti, ma all'interno della Costituzione. "Questa è l'unica condizione -ha rimarcato-: il rispetto della Costituzione". Infine, il leader socialista ha garantito che il nuovo governo sarà filo-europeo e si impegnerà per rafforzare l'Europa e non per denigrarla.
Il leader dei Popolari, Pablo Casado, ha affermato che guiderà "in modo responsabile" l'opposizione parlamentare. E poi: "Ci mettiamo a lavorare da subito. Sono una persona che non rifugge le responsabilità: il risultato è molto negativo. Al Pp piace vincere e sono diverse elezioni che peggioriamo il nostro risultato". Casado ha anche però puntato il dito contro la frammentazione della destra.
Per il leader di Vox, Santiago Abascal, "possiamo dire a tutta la Spagna che Vox è qui per rimanerci, questo è solo l'inizio". Deluso il leader di Podemos, Pablo Iglesias: "Non sono i risultati in cui speravamo, ma abbiamo sfatato le peggiori previsioni. Dobbiamo essere ottimisti".
Come in molti paesi dell'Europa continentale, il voto segna il declino del bipolarismo e apre uno scenario incerto per la formazione dell'esecutivo. Nessuna delle coalizioni avrebbe almeno 176 seggi, dando il ruolo di ago della bilancia alle forze regionaliste.
Lo spoglio ha confermato la tendenza dei primi sondaggi. Alla chiusura delle urne, gli opinion poll dell'emittente Rtve danno al Partito socialista (Psoe) il 28,1% dei voti (116-121 seggi). Il Partito popolare (Pp) al 17,8% (69-73 seggi). A Podemos il 16,1% (42-45 seggi), a Ciudadanos il 14,4% (48-49 seggi) mentre a Vox va il 12,1% (36-38 seggi).
Tra i regionalisti, Erc avrebbe 14 seggi, il Partito nazionalista basco (Pnv) sei, Junts per Catalunya cinque, e un'altra lista basca, EH-Bildu, altri due. Altri 5 seggi vanno a formazioni locali minori.
Nelle precedenti elezioni, i Popolari ebbero il 33,0% e 137 seggi, il Psoe il 22,6% e 85 seggi, Podemos conquistò il 21,2% (71) e Ciudadanos il 13,6% (32).
La consultazione odierna ha avuto una partecipazione record: ha votato il 75,8%, con un aumento del 9% rispetto alle precedenti politiche.