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L’instabile Trump per punire l’Iran minaccia il resto del mondo: stop alle esenzioni per l’import di petrolio iraniano.

Washington, 23 Apr 2019 - Il presidente Donald Trump ha deciso di non rinnovare, alla loro scadenza all'inizio di maggio, le esenzioni per l'import di petrolio iraniano. Lo ha annunciato la Casa bianca, spiegando che la decisione "mira ad azzerare l'export di petrolio iraniano, negando al regime la sua principale fonte di entrate". Tra gli otto Paesi cui erano state concesse le esenzioni c’era anche l’Italia. Tre degli otto Paesi esentati avevano comunque già cominciato a ridurre la loro importazione di petrolio dall'Iran: Italia, Grecia e Taiwan. Gli altri cinque sono Cina, India, Turchia, Giappone e Corea del Sud.

L'Italia è da tempo il maggiore acquirente europeo di greggio iraniano. La qualità iraniana più utilizzata dalle nostre raffinerie è quella pesante, adatta per i bitumi. Secondo gli ultimi dati dell'Unione petrolifera italiana, nei primi otto mesi del 2018 l'Italia ha importato dall’Iran 5,2 milioni di tonnellate di greggio. Per quanto questo volume mostri un calo del 10% rispetto ai primo otto mesi del 2017, l'Iran resta il nostro terzo esportatore con una quota del 12,5% sull'import complessivo di petrolio, dietro all'Iraq e all'Azerbaijan (nostro primo fornitore).

Le maggiori raffinerie italiane, che peraltro hanno raggiunto un livello tecnologico che consente loro di processare diversi tipi di greggio, si erano comunque da tempo preparate, diversificando gli approvvigionamenti.  Il nostro sistema è peraltro molto flessibile. "Il nostro Paese ha una grande flessibilità- assicura l'Unione petrolifera-. Importiamo greggio da circa 30 Paesi. Peraltro avevamo iniziato a diversificare maggiormente gli approvvigionamenti da tempo in modo da prepararci all'embargo sull'export iraniano".

"Eni non è presente in Iran e non ha effettuato importazioni di greggio durante il periodo oggetto dell'esenzione". È quanto riferisce un portavoce dell'Eni interpellato sulla posizione espressa oggi dal presidente Usa sull'importazione di petrolio dall'Iran.

"L'amministrazione Trump e i suoi alleati sono determinati a sostenere ed espandere la campagna di massima pressione economica contro l'Iran permettere fine all'attività destabilizzante del regime che minaccia gli Stati Uniti, i nostri partner ed alleati, e la sicurezza in Medio Oriente", si legge in un comunicato della Casa Bianca.

La decisione del presidente di eliminare le esenzioni, prosegue la nota, "segue la designazione del corpo dei guardiani della rivoluzione come organizzazione terroristica straniera, dimostrando l'impegno degli Usa a spezzare la rete del terrore iraniano e a cambiare i comportamento maligno del regime". Gli Usa plaudono "al sostegno dei nostri amici ed alleati in questo sforzo".

Il segretario di stato Usa Mike Pompeo ha annunciato che gli Usa stanno discutendo con altri Paesi per aiutarli a interrompere l'import di petrolio iraniano ma ha precisato che gli Stati Uniti non concederanno periodi di grazia dopo lo stop alle esenzioni il primo maggio.

Annunciando lo stop alle esenzioni per l'import di petrolio iraniano, la Casa Bianca ha sottolineato che "Usa, Arabia Saudita ed Emirati Arabi, tre dei più grandi produttori di energia, insieme ai loro amici ed alleati, sono impegnati ad assicurare che i mercati globali del petrolio restino forniti in modo adeguato". "Abbiamo concordato di prendere azioni al momento giusto per garantire che la domanda globale sia soddisfatta, mentre tutto il petrolio iraniano è rimosso dal mercato", spiega la Casa Bianca.

"Arabia Saudita e altri nell'Opec compenseranno la differenza nei flussi di petrolio", in relazione alle "nostre totali sanzioni al petrolio iraniano. L'Iran riceve davvero cattivi consigli da John Kerry e dalle persone che lo hanno aiutato a portare gli Usa nel veramente pessimo accordo sul nucleare iraniano". Lo ha scritto su Twitter il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump.

L'Iran è tornato oggi a minacciare la chiusura dello Stretto di Hormuz, che collega il Golfo dell'Oman al Golfo Persico e dove transita quasi un terzo di tutto il greggio trasportato via mare. Il comandante della Marina del Corpo della Guardia rivoluzionaria, Alireza Tangsiri, ha dichiarato alla tv Al-Alam: "Lo Stretto di Hormuz, in base alla legge, è una rotta di navigazione internazionale e se ci verrà vietato di usarla, la chiuderemo". "Se ci saranno minacce - ha aggiunto - non avremo altra scelta che difendere le nostre acque".

Per la prima volta il Dipartimento di Stato Usa offre una ricompensa, sino a 10 milioni di dollari, a chi fornisca informazioni utili a interrompere i meccanismi finanziari di Hezbollah, che gli Stati Uniti considerano un'organizzazione terroristica basata in Libano e finanziata dall'Iran. Lo stesso Dipartimento ha indicato tre persone come esempio di finanziatori o facilitatori chiave di Hezbollah sui quali cerca informazioni: Adham Tabaja, Mohammad Ibrahim Bazzi e Ali Youssef Charara.

Il petrolio chiude in rialzo a New York, ai massimi degli ultimi sei mesi. Le quotazioni salgono del 2,59% a 65,66 dollari al barile.