Roma, 18 Apr 2019 - Il ministro per gli Affari regionali, Erika Stefani, in risposta alla richiesta di dimissioni per il sottosegretario Armando Siri avanzate dai Cinque stelle, chiama in causa il sindaco di Roma, Virginia Raggi. Secondo l'Espresso, l'ex presidente e ad dell'Ama Lorenzo Bagnacani, licenziato in tronco dalla Raggi a febbraio, qualche giorno fa avrebbe spedito ai Pm un nuovo esposto, denunciando pressioni sulla questione del bilancio dell'Ama. "Se il contenuto delle intercettazioni del sindaco Raggi corrispondesse al vero - dice Stefani - sarebbe la confessione di un grave reato e la chiara ammissione di una palese incapacità a governare. Per coerenza con le regole del Movimento ci aspettiamo le sue immediate dimissioni".
L'ex presidente e ad dell'Ama Lorenzo Bagnacani ha consegnato a fine marzo ai magistrati della procura di Roma che indagano sui bilanci della Municipalizzata dei rifiuti un esposto che chiama in causa la sindaca in prima persona, attribuendole pressioni esercitate sul manager e sul cda dell'azienda "finalizzate a determinare la chiusura del bilancio dell'Ama in passivo, mediante lo storno dei crediti per i servizi cimiteriali". Oltre all'esposto, ci sono alcune registrazioni contenenti colloqui tra Bagnacani, Virginia Raggi e altri dirigenti comunali, oltre a centinaia di conversazioni a due fatte con la sindaca su Telegram e WhatsApp, di cui oggi l'Espresso ha dato in esclusiva un'anticipazione.
"Modificare il bilancio come chiede il socio, c'è un'altra opzione. Non devi valutare, se il socio ti chiede di fare una modifica lo devi fare. Però se tu lo devi cambiare comunque, lo devi cambiare punto, anche se loro dicono 'perché la Luna è piatta'. La giurisprudenza va in questo senso". A parlare è la sindaca di Roma, in un audio di una conversazione avuto il 30 ottobre scorso con Lorenzo Bagnacani, riportato in esclusiva dal sito dell'Espresso. L'audio sarebbe allegato all'esposto presentato da Bagnacani in Procura sulla mancata chiusura del bilancio 2017 della partecipata dei rifiuti del Campidoglio. "Devi modificare il bilancio come chiede il socio. No, non devi valutare, se il socio ti chiede di fare una modifica la devi fare" continua Raggi, replicando alle perplessità dell'allora presidente di Ama.
"Io oggi non posso chiedere ai romani di aumentargli la Tari (la tassa comunale sui rifiuti) perché se loro vedono grazie anche a quest'opera dei sindacati, degli operai che non hanno voglia di fare...se loro si affacciano e vedono la merda in città, in alcune zone purtroppo è così, in altre zone è pulito e tenete bene, in altre zone non c'è modo, non c'è modo" aggiunge Raggi. "Allora quando ai romani gli dico, sì la città è sporca però vi aumento la Tari, ma io scateno... cioè metto la città a ferro e fuoco, altro che i gilet gialli", conclude la sindaca.
“Tu non mi stai aiutando, io ho la città che è praticamente fuori controllo, i sindacati che fanno quel cazzo che vogliono. Non mi stai dando un appiglio Lorenzo, come faccio". A parlare è ancora Virginia Raggi, in un audio di una conversazione avuta questa volta il 26 novembre scorso con Bagnacani.
"Il bilancio di Ama proposto dall'ex ad Lorenzo Bagnacani non poteva essere approvato dal socio Roma Capitale e, quindi, dalla Giunta. Il ragioniere generale, il direttore generale, il segretario generale, l'assessore al Bilancio e tutti i dipartimenti competenti hanno certificato l'assoluta mancanza di possibilità di riconoscere il credito inserito nel progetto di bilancio caldeggiato dall'ex ad. Non c'è stata quindi alcuna pressione ma la semplice applicazione delle norme". Lo si legge in una nota del Campidoglio.