Oristano, 18 Apr 2019 – Gli agenti della Squadra Mobile della Questura di Oristano, coordinati dalla locale Procura della Repubblica, ha dato esecuzione all'ordinanza di applicazione della custodia cautelare in carcere, emessa dal Giudice delle Indagini Preliminari di Oristano, a carico di un senegalese di 40 anni, il quale si è reso responsabile di tentato omicidio aggravato della figlia, neonata di appena due mesi, nonché dei reati di lesioni personali e maltrattamenti contro la moglie, sua connazionale, aggravati dal fatto di esser stati anche messi in pratica con l'utilizzo di oggetti atti ad offendere e in parte avvenuti in presenza della figlia di appena 6 anni.
Il senegalese, pluripregiudicato, residente da anni ad Oristano assieme alla consorte, con la quale aveva contratto matrimonio in Italia nel 2012, venne già arrestato in flagranza di reato da un equipaggio di una Volante lo scorso 19 marzo per il reato di Resistenza a Pubblico Ufficiale e da allora, si trova recluso presso il carcere di Massama in quanto la Procura gli contestò anche i reati di Violenza Privata e Lesioni nei confronti della moglie.
Da quel momento partirono le indagini della Mobile ed emerse un quadro di maltrattamenti messi in atto per anni nei confronti della donna, la quale, senza aver mai denunciato nulla, più volte, si dovette recare al pronto soccorso in quanto il marito, in preda ai fumi dell'alcol, di cui faceva abituale abuso, la picchiava di continuo, procurandole in più occasioni anche delle lesioni.
Il maggior numero delle aggressioni, così come riferito dalla poveretta, erano dovute a motivi legati ai soldi, alle ripetute richieste di denaro che il marito, costantemente ubriaco, nullafacente, le chiedeva di continuo per andare a giocare alle slot-machines e comprare alcolici; la donna, ogni giorno, instancabilmente, usciva di casa per vendere oggetti e cercare così di portare avanti la famiglia.
Di alcune delle aggressioni subite la donna porta, ancora oggi e forse per sempre, sul viso e le braccia i segni delle evidenti cicatrici; l'uomo non si limitava ad insultarla pesantemente e picchiarla con calci, schiaffi e pugni, ma una volta le ruppe in faccia una bottiglia di vetro, sfregiandole il viso, un'altra utilizzò uno specchio da tavolo per aggredirla.
La vittima venne picchiata anche lo scorso 30 gennaio, quando era in stato di gravidanza, all'ottavo mese, tanto che dovette recarsi, per l'ennesima volta, al pronto soccorso per farsi curare; i medici che la visitarono, viste le condizioni in cui versava, decisero che sarebbe stato necessario farla partorire subito, tanto che le fu praticato, nelle ore immediatamente successive al ricovero, un taglio cesareo e venne fatta nascere la sua piccola bimba un mese prima del previsto.
La stessa bimba che, qualche settimana dopo, quando aveva appena 45 giorni di vita appunto, venne strappata dall'uomo dalle mani della madre, dopo che la stessa, nel tentativo di scappare chiudendosi nel bagno, venne inseguita, presa a pugni e la povera piccola gettata sul pavimento, come hanno affermato la stessa donna e la sorella presente ai fatti. La piccola, tra le urla della madre e della sorella che gridavano contro l'uomo di averla ammazzata, venne poi raccolta da terra come un oggetto dal padre e riconsegnata alla madre, la quale, mentre scappava in strada con in braccio la bimba, cercando di rifugiarsi dai vicini di casa, venne ulteriormente inseguita e colpita con pugni al viso e solo l'intervento di alcuni presenti fece cessare la furia dell'uomo.
Madre e figlia, dopo l'intervento tempestivo delle Volanti, vennero accompagnate in ospedale dove restarono ricoverate entrambe per cinque giorni.
Dalla perizia disposta dalla Procura della Repubblica sulla documentazione medica in atti, è emerso che i segni rilevati sul corpo della piccola presso l’Ospedale, erano compatibili con una caduta da una altezza di circa un metro e mezzo e, tenuto conto della fragilità delle strutture anatomiche dei neonati, poteva risultare fatale e astrattamente idonea a provocare la morte; il colpo subito dalla piccola dunque, pur idoneo a tal fine, solo per fortuita casualità non colpì zone vitali.
Per quanto attiene alla posizione dell'uomo sul territorio nazionale, essendo lo stesso extracomunitario attualmente privo dei requisiti richiesti per restare nel nostro Paese, è quella di irregolare, essendogli stata rigettata la richiesta di rinnovo del permesso di soggiorno (08/2016 decreto di espulsione con ordine di abbandono il T.N. entro 7 giorni).
La donna, regolarmente residente nel nostro Paese, sta continuando la sua regolare attività lavorativa.