Cagliari, 12 Mar 2019 - Era da tanto che volevo scrivere un articolo su questo argomento.
L'attività fisica è un bene o un male? Innanzitutto faccio una premessa.
Nell'arco di un' intera giornata per attività fisica è giusto che consideriamo oltre al classico allenamento, anche il lavoro e tutte le attività del tempo libero.
In gergo tecnico si utilizza un acronimo per indicare il dispendio energetico/calorico non dipendente dalla classica ora di allenamento che ci concediamo per tenerci in forma, il NEAT (Non Exercise Activity Thermogenesis).
Perché cito quest'aspetto?
Lo cito perché in un'ottica volta al miglioramento della nostra composizione corporea, guardare ad un'ora di allenamento senza considerare le altre ventitré può portarci a considerare un dito senza osservare la luna dietro, come direbbe qualcuno.
Questo argomento poi avrò modo di riprenderlo nei prossimi articoli.
Parlando di allenamento, ricollegandomi all'articolo di oggi, mi occuperò inoltre, tra qualche settimana, di trattare anche le problematiche relative agli infortuni e alle patologie sviluppate in relazione all' esercizio fisico, protratto in palestra o all'aperto in maniera superficiale e poco scientifica.
Oggi parliamo di attività fisica all'interno del contesto lavorativo ( Intesa più semplicemente come sforzo fisico ) e all'interno di un piano personalizzato di allenamento, con finalità di prevenzione e riabilitazione, facendo riferimento alla ricerca del Luglio 2017 intitolata '' Physical Activity as Cause and Cure of Muscular Pain: Evidence of Underlying Mechanisms '' ( Attività fisica come causa e cura del dolore muscolare: evidenza dei meccanismi sottostanti ) tratta da Exercise and Sport Sciences Reviews.
L' aspetto purtroppo confermato attraverso la ricerca è che un'attività fisica con sforzi massimali e/o protratti nel tempo può essere un fattore di rischio per lo sviluppo di disordini e dolori muscolari.
Lavorando in palestra mi è capitata una situazione del genere con i clienti, più di una volta, nei più disparati ambiti lavorativi non solo dal punto di vista muscolare ma anche aggiungo dal punto di vista articolare e posturale.
Chi avrà piacere poi potrà consultare la ricerca che ho riportato in modo da poter approfondire l'argomento e leggerlo in tutti i punti.
A me interessa evidenziare un aspetto.
Gli autori propongono una modalità di allenamento riassunta nella sigla IPET, cioè Intelligent Physical Exercise Training.
Tradotto significa allenamento per l'esercizio fisico intelligente.
La ricerca fa riferimento ad una tipologia di allenamento Evidence - Based, cioè basato su evidenze scientifiche e in grado non solo di prevenire le problematiche sopra riportate ma di migliorare qualitativamente le abilità fisiche nel proprio lavoro con dati certi alla mano.
Avvalersi di un professionista del benessere formato con metodologie scientifiche è sicuramente un ottimo investimento per la propria vita e per la propria salute.
Come professionista del settore ho sempre seguito questa strada perché lavorare per ideologismi o pseudoscienze porta come unico risultato a prendere delle grandi cantonate e a perdere di credibilità agli occhi di chi si vuole avvalere del nostro servizio. A.M.

Sport e Salute – Attività fisica: Croce o Delizia? Rubrica a cura del Dottor Andrea Melis
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