Roma, 10 Mar 2019 - Sulla Tav si va verso il rinvio dei bandi di gara per sei mesi. Una lettera è stata inviata da Palazzo Chigi alla Telt per autorizzare l'approvazione di avvisi per i 2,3 miliardi di lavori del tunnel di base della Tav con la clausola di dissolvenza, che sarà motivata dall'avvio della procedura di revisione del trattato italo-francese.
"La società Telt mi ha appena risposto confermandomi che i capitolati di gara non partiranno senza l'avallo del mio governo e del governo francese e che, al momento, si limiteranno esclusivamente a svolgere mere attività preliminari, senza alcun impegno per il nostro Stato". "Ho chiarito che questo Governo e le forze politiche che lo sostengono si sono impegnati a "ridiscutere integralmente" questo progetto e che abbiamo intenzione di interloquire con la Francia e con l'Unione europea alla luce delle più recenti analisi costi-benefici da noi acquisite. Ovviamente, non vogliamo che nel frattempo si perdano i finanziamenti europei già stanziati".
Il presidente del Consiglio in serata ha informato anche il presidente francese, Emmanuel Macron, e il presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker, sulla "iniziativa intrapresa di ritardare i vincoli giuridici e gli impegni di spesa per i bandi e, in particolare, sul 'supplemento di riflessione' richiesto per condividere dubbi e criticità nel frattempo emersi sul progetto infrastrutturale Tav".
Dopo la tensione dei giorni scorsi, oggi Matteo Salvini e Luigi Di Maio usano toni più concilianti. "Rimango convinto che si debba fare per collegarci al resto dell'Europa. Però non è né questo né altro che mette in discussione un governo che in nove mesi ha fatto tanto", dice il leader della Lega che ricorda: "Nel contratto c'è la revisione dell'opera, che arriva da lontano, si può rivedere, si può risparmiare, si può modificare". Di Maio annuncia invece che "la situazione si sta risolvendo positivamente, quindi ora parliamo di altro e andiamo avanti". Il ministro del Lavoro invita anche alla responsabilità e a non usare più frasi come 'teste dure' o 'vediamo chi va fino in fondo' che sono, sostiene, "folklore che non fa bene all'Italia".
Stamani indiscrezioni di stampa, subito precisate da fonti di Palazzo Chigi, avevano posto interrogativi sulla via che l'Esecutivo intende seguire in vista della riunione di lunedì prossimo del Cda della Telt, la società partecipata al 50% senza intermediari dal governo francese, che ieri si è espresso per la prima volta senza mezzi termini per la pubblicazione dei bandi, e sempre al 50% da Ferrovie dello Stato. Fonti della società hanno confermato l'arrivo di una lettera da Palazzo Chigi (senza però svelarne il contenuto), spiegando che è in corso un'interlocuzione e che l'obiettivo "come sempre è quello di rispettare le indicazioni dei governi". Fermo restando che al momento la Francia intende avviare i bandi, nella lettera di risposta a ConteTelt ha fatto sapere che lunedì partiranno gli "inviti" per i lotti francesi.
"Preso atto delle posizioni dei due governi vi informiamo che, in assenza di atti giuridicamente rilevanti che comportino istruzioni di segno contrario, abbiamo previsto che il Cda fissato per l'11 marzo 2019 autorizzi la Direzione a pubblicare gli 'avis de marchés' (inviti a presentare candidatura) relativamente agli interventi dei lotti francesi del tunnel di base, in modo da rispettare il termine del 31 marzo" per avere il finanziamento Ue per il 2019.
"Ogni nuovo rinvio significherebbe uno spreco di centinaia di milioni di euro, dalla perdita dei 300 milioni di euro di fondi Ue fino alle spese legate ai ritardi nei lavori". Lo ha detto il delegato generaledel Comité Transalpine Lyon-Turin, Stéphane Guggino, commentandole notizie provenienti dall'Italia.
La lettera di Palazzo Chigi invitaTelt "a non fare i capitolati d'appalto, lasciando aperto uno spiraglio non chiarissimo. Vedremo lunedì". Lo rende noto il presidente della Regione Piemonte, Sergio Chiamparino, a margine del flash mob delle madamine a favore della Torino-Lione.
"È come se il governo dicesse di far partire le manifestazioni d'interesse, sapendo già che i capitolati d'appalto non saranno mai affidati - aggiunge - una roba da Repubblica delle banane".
"Se dovesse essere così, martedì farò partire la richiesta al ministero degli Interni per l'autorizzazione a tenere una consultazione popolare lo stesso giorno delle elezioni regionali ed europee", ha aggiunto Chiamparino.
Le 33 associazioni delle imprese e del lavoro del Piemonte hanno evidenziato di stare valutando, tramite i propri uffici legali, tutte le azioni esperibili nell'ipotesi in cui non venissero pubblicati i bandi sulla Tav nei termini previsti, oppure messe in atto procedure volte a rallentare o contrastare il corretto completamento dell'iter necessario alla realizzazione dell'opera. Lo fanno sapere le Associazioni in una nota al termine dell'incontro fra le associazioni con i parlamentari sulla Torino-Lione. Il dibattito ha consentito di condividere le istanze del sistema economico locale nei confronti dell'opera.
"Siamo convinti che la Tav si debba fare e non arretreremo di un centimetro. Se lunedì non partono i bandi, siamo pronti a presentare un esposto alla Corte dei Conti". Lo ha detto Davide Gariglio, parlamentare torinese del Pd, incontrando a Torino i rappresentanti delle associazioni di categoria a favore della Torino-Lione.
"Salvini e Di Maio sembrano i ladri di Pisa, che di giorno litigavano e di notte rubavano insieme. E il premier Conte, più che avvocato degli italiani, sembra il complice dei suoi due vice. Sulla Tav abbiamo assistito ad un gioco del fare e del non fare, del tergiversare per non decidere. Ma oggi l'annuncio del premier rischia davvero di negare il futuro al Paese, di condannarlo ad una recessione che sta già avendo effetti nefasti per l'economia, per tutti i cittadini". Lo ha dichiarato il segretario generale della Filca-Cisl, Franco Turri, commentando la decisione del governo di impedire a Telt, la società incaricata di realizzare l'opera, di indire i bandi. "La Tav - ha aggiunto Turri - è fondamentale per avvicinare il Paese all'Europa: è riduttivo chiamarla Torino-Lione, sarebbe più corretto definirla Milano-Parigi. La sua realizzazione, inoltre, sarebbe un toccasana per il settore dell'edilizia, che rischia di scomparire sotto i colpi di una crisi ultradecennale che ha provocato la perdita di oltre 600 mila posti di lavoro e la scomparsa di 120 mila aziende. Il Governo dimostra di non avere a cuore lo sviluppo del Paese: il 15 marzo, giorno dello sciopero generale delle costruzioni, ribadiremo la nostra richiesta di far ripartire gli oltre 600 cantieri bloccati, in grado con l'indotto di generare 350 mila posti di lavoro", ha concluso Turri.
Dall'opposizione Annamaria Bernini, capogruppo di Forza Italia al Senato, denuncia un compromesso 'salva-poltrone': "La lettera inviata da Palazzo Chigi alla Telt per la maggioranza è l'uovo di Colombo, per il Paese è un'altra polpetta avvelenata, una pesantissima cambiale sul futuro".
"Sulla Tav un pasticcio indecente e un danno immenso alla credibilità dell'Italia. Così si distrugge la fiducia. Il governo si tiene insieme solo per un patto per la gestione del potere. Spero provino vergogna. È tempo di cambiare" scrive su Twitter Nicola Zingaretti, neosegretario Pd e presidente regione Lazio.
"Non decidere significa isolare il nostro Paese e perdere centinaia di milioni di euro e lavoro". Così il presidente del Parlamento europeo e numero due di Forza Italia Antonio Tajani, commenta aTgcom24 il rinvio dei bandi. "È mancato il coraggio a tutti di fare una scelta. Raccoglieremo le firme per il referendum: la Tav è un'infrastruttura necessaria, serve a creare lavoro. Questo governo non crea lavoro, sta facendo il reddito di cittadinanza che non sarà utile per i cittadini italiani. In nove mesi non hanno fatto nulla di utile per il nostro paese. L’Italia ha bisogno di realizzare questa infrastruttura che collegherà Palermo a Roma, a Torino, alla Francia, Portogallo e all’est Europa".