Cagliari, 13 Dic 2018 - Nel segno di Giuseppe Verdi e Giacomo Puccini, con una struggente “Vision Fugitive” da Jules Massenet, tra accenti veristi e l'inconfondibile e baldanzoso canto di Escamillo per il Gran Gala della Lirica in cartellone domani (venerdì 14 dicembre) alle 21 al Teatro del Carmine di Tempio Pausania - nell'ultimo appuntamento del II Festival Bernardo De Muro dedicato al famoso tenore tempiese e organizzato dall'Accademia Musicale Bernardo De Muro con la direzione artistica del pianista e direttore d'orchestra Fabrizio Ruggero, in collaborazione con il Comune di Tempio Pausania, nell'ambito del Programma per l'Animazione Territoriale promosso dell'Assessorato alla Cultura - grazie all'impegno dell'assessore Gianni Addis.
Una raffinata antologia di arie e duetti d'opera con interpreti di fama internazionale come il soprano cinese Hanying Tso-Petanaj, con all'attivo un'intensa carriera tra Europa, Asia e Oceania, dopo il debutto come solista al Teatro alla Scala e la Turandot al Festival Puccini di Torre del Lago; il tenore Dario Di Vietri (diplomato con Vittorio Terranova e perfezionatosi con Jaume Aragall, Luciano Pavarotti, Katia Ricciarelli, ha cantato in importanti teatri in Italia e all'estero) e il baritono georgiano Mamuka Lomidze (vincitore di prestigiosi riconoscimenti, si è esibito in Francia – a Tolone, Marsiglia e Montpellier, all'Opera Festival di Lodz, a Tbilisi e in Italia a Livorno) – accompagnati al pianoforte da Andrea Cossu.
Un cast di tutto rispetto per un evento incentrato su melodie indimenticabili che chiuderà in bellezza tra virtuosismi canori e note vibranti di passione la kermesse dedicata all'artista gallurese, acclamato interprete del repertorio verista e di capolavori come la “Carmen” di Georges Bizet.
Il pathos dell'aria di Macbeth - “Perfidi!..Pietà, rispetto, amore...”un'ultima sfida contro il destino prima della caduta del tiranno, tra il riaffiorare di antichi sentimenti dimenticati e la ferma volontà di combattere fino alla fine, fa pendant con lo sdegno di Elvira, che invoca il suo amato nella cavatina dell'Ernani - “Surta è la notte.. Ernani! Ernani, involami” - culminante in note cariche di desiderio.
E ancora le atmosfere del Trovatore tra l'ardente e ardita promessa di Manrico a Leonora - culminante nella celebre cabaletta con l'immagine terribile del rogo a rammentare l'obbligo del figlio verso la madre - “Ah! Sì, ben mio. Di quella Pira” - e la scena emozionante dell'incontro tra Aida e il padre, sulle note di “Rivedrai le foreste imbalsamate” in cui la fanciulla si dibatte tra la fedeltà verso l'amato e la nostalgia della patria, il desiderio di felicità e l'ansia di riconquistare la libertà per sé e il suo popolo.
La passione incestuosa di Erode per la figliastra si tinge di sfumature malinconiche nell'evocativa “Vision Fugitive” dall'Hérodiade di Jules Massenet, quando il re, ancora ignaro dell'identità di Salomé, la immagina in una sorta di sogno allucinato, mentre Abigaille (uno dei ruoli più ardui e virtuosistici del repertorio verdiano) rivela finalmente tutta la sua spietata ambizione in “Ben io t'invenni. Anch'io dischiuso un giorno ... Salgo già del trono aurato” dal Nabucco, pronta a rivendicare i suoi diritti regali, celando il segreto delle sue origini, a fronte della conversione e del tradimento di Fenena.
Tra i capolavori del verismo in musica, la Cavalleria Rusticana di Pietro Mascagni – dalla novella di Giovanni Verga - racconta un presagio di morte nel commovente Addio alla Madre, preludio al fatale duello tra Alfio e Turiddu, poi la celebre invettiva di Rigoletto - “Cortigiani vil razza dannata” - allorché il protagonista, vittima di un'atroce beffa, invano invoca la pietà di coloro che hanno rapito sua figlia, pensandola la sua amante, per offrirla al Duca – quasi ad inverare la maledizione scagliata da un padre afflitto e deriso.
Il ritratto di Tosca, eroina dell'omonima opera di Giacomo Puccini, emerge fin dall'allegro e inquieto richiamo “Mario! Mario! Mario! Son qui!” con cui si annuncia la creatura sensibile e appassionata - “Vissi d'arte, vissi d'amor” canterà poi – mentre il fascino e la crudeltà della corrida risuonano nelle note di “Votre toast”, il brindisi di Escamillo, temerario e intraprendente seduttore, ma soprattutto trionfatore nell'arena nella Carmen di Georges Bizet.
Infine l'ultimo sospiro di Leonora - “Pace mio Dio” – ne La Forza del Destino di Giuseppe Verdi, e poi la splendida aria di Calaf, “Nessun Dorma” nella Turandot di Giacomo Puccini: una fiaba orientrale che diventa in virtù della musica un simbolo della potenza dell'amore e del sacrificio tra Eros e Thanatos.
Una serata sul filo delle emozioni, con ammalianti melodie e pagine dense di pathos che riflettono i sentimenti contrastanti e i cangianti stati d'animo dei personaggi, facendo risuonare le corde segrete del cuore grazie al talento e all'arte degli interpreti - per un finale all'insegna del melodramma.
Il II Festival Bernardo De Muro è organizzato dall'Accademia Musicale “Bernardo De Muro”, in collaborazione con l'amministrazione comunale di Tempio Pausania, attraverso l'Assessorato alla Cultura per quanto riguarda l'animazione territoriale della “Città di Pietra” e con il patrocinio e il sostegno della Regione Autonoma della Sardegna. Come ha sottolineato fin dalla prima edizione il direttore artistico della kermesse, il pianista e direttore d'orchestra Fabrizio Ruggero: «Il Festival Bernardo De Muro è intitolato e dedicato al celeberrimo tenore tempiese, nella speranza che un artista che è entrato a far parte della storia della lirica mondiale, toccando le vette più alte del “bel canto”, possa essere scoperto dai più giovani e custodito nella memoria degli adulti».
Ingresso libero. Com















