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Manovra: Mattarella ha firmato, legge di bilancio va in Parlamento. Dl Genova: Camera approva testo

Roma, 1 Nov 2018 - Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, a quanto si apprende, ha firmato l'autorizzazione della presentazione alle Camere del disegno di legge di bilancio. La manovra approda dunque in Parlamento. Il testo contiene in totale 108 articoli, contro i precedenti 115, per 77 pagine.

"La legge di bilancio a cui abbiamo lavorato fino a ieri notte ha ricevuto la bollinatura della Ragioneria dello Stato ed è stata inviata al Quirinale. Stiamo lavorando per far crescere il nostro Paese, avanti così". Lo scrive su Twitter il presidente del Consiglio Giuseppe Conte.

Approderà nell'Aula della Camera tra il 29 ed il 30 novembre. Lo ha deciso la conferenza dei capigruppo di Montecitorio. Nelle giornate del 21 e 22 novembre non ci saranno sedute d'Aula per consentire alle commissioni l'esame della Manovra.

Per quelle Regioni che non tagliano i vitalizi di presidenti e consiglieri regionali saranno ridotti dell'80% i trasferimenti, senza tuttavia toccare i fondi a Sanità, scuole per disabili e altri servizi essenziali. E' questa la norma, a quanto si apprende da fonti del Movimento, che il M5S sta inserendo nella legge di bilancio.

Arriva una "struttura di missione per il supporto alle attività del presidente del Consiglio dei ministri di coordinamento delle politiche del governo e dell'indirizzo politico e amministrativo dei ministri in materia di investimenti pubblici e privati": lo prevede una bozza della manovra del 30 ottobre dove si legge che la struttura prende il nome di 'InvestItalia'. La misura, sempre secondo quanto viene riportato sul testo, è "in attesa di valutazione politica": proprio di questo si è discusso in una riunione ieri sera a Palazzo Chigi il cui esito sarebbe stato - viene riferito da più fonti di governo - interlocutorio. Per la norma vengono stanziati 25 milioni all'anno dal 2019 e si prevede che la struttura sia istituita "con decreto del presidente del Consiglio dei ministri", che operi alle dirette dipendenze del premier anche in raccordo con la Cabina di regia Strategia Italia prevista dal decreto legge Genova.

Nell'ultima bozza della manovra salta la norma che era contenuta nella versione precedente e che incrementava di 100 milioni di euro a partire dal 2019 il Fondo per le politiche della famiglia.

"La norma sulle pensioni d'oro sarà messa in commissione" durante l'esame della legge di bilancio. "C'è su questo l'accordo con la Lega". Lo affermano fonti di governo M5s. Il taglio, spiegano, "escluderà le pensioni maturate con il contributivo e le casse complementari": riguarderà solo gli assegni a partire dai 90 mila euro.

"Possibilità che reddito di cittadinanza e quota 100 potrebbero slittare in avanti di qualche mese? "No, non certamente per motivazioni di ordine contabile. Semplicemente sono provvedimenti che devono essere fatti e devono essere fatti bene. Partiranno quando sarà tutto pronto per partire". Così il sottosegretario con delega allo Sport, Giancarlo Giorgetti a margine di un evento a Palazzo Chigi.

La Camera ha approvato il decreto Genova, che va ora in Senatoper la seconda lettura. I sì sono stati 284 (Lega, M5s, Fdi), i no 67 (Pd, Leu), 41 gli astenuti (Fi). Tensione e bagarre al momento di votare il condono per Ischia. Ostruzionismo del Pd e rissa sfiorata tra deputati Dem e di Fratelli d'Italia. Poi gli emendamenti contro la sanatoria sono stati respinti.

La commissione Affari costituzionali del Senato ha approvato il decreto Sicurezza che approderà lunedì in Aula. Dopo tre giorni di rinvii, con quattro parlamentari M5s, Gregorio De Falco, Paola Nugnes, Elena Fattori e Matteo Mantero, non in commissione, che hanno criticato il decreto arrivando in alcuni casi ad annunciare un voto contrario al Senato, la querelle sembra sia rientrata. La Commissione licenzia il decreto bocciando gli emendamenti di Fratelli d'Italia e lasciando 'delusa' Forza Italia, mentre le opposizioni hanno deciso di non partecipare all'ultima seduta per i ritardi della Bilancio che doveva esprimere il parere sugli emendamenti a due articoli.

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