Cagliari, 24 Ott 2018 - Anche in Sardegna la tecnologia, con i suo potere dirompente, sta trasformando radicalmente il sistema delle transazioni economiche, da sempre appannaggio delle banche. Grazie a Internet e alla digitalizzazione negli ultimi anni si sono affacciati sul mercato finanziario nuovi attori e nuovi servizi che stanno cambiando il modo con cui oggi eseguiamo un pagamento, stipuliamo contratti come assicurazioni e prestiti, investiamo il nostro denaro, raccogliamo capitale per i nostri progetti. Crowd-funding (raccolte pubbliche di finanziamenti), peer-to-peer (P2P) lending (prestiti sociali senza intermediazione bancaria), instant payments (pagamenti istantanei) sono termini ormai quotidiani anche per i non addetti ai lavori. Ma anche termini come automated scoring e robo-advisors, che indicano valutazioni del rischio e consulenze completamente automatizzate, fanno comprendere le tante sfaccettature di quella che viene oggi chiamata Fintech. Il termine Fin Tech è stato infatti coniato proprio per designare le piattaforme creditizie peer-to-peer in cui la valutazione del merito di credito e la cosiddetta “bancabilità” del cliente non ha più bisogno dell’intermediazione bancaria, ma viene direttamente gestita da un algoritmo che assembla i cosiddetti big data, cioè quei dati personali che vengono disseminati ogni giorno su internet da ognuno di noi.
Solo in Sardegna nel 2017 il giro d’affari del social lending, cioè il prestito personale tra privati erogato senza intermediazione bancaria, è cresciuto in maniera esponenziale. Prestiamoci, una delle principali piattaforme tecnologiche di riferimento in Italia, ha finora erogato nell’isola 118 prestiti per un ammontare di un milione 330mila euro, la maggior parte dei quali (un milione per 69 prestiti) attraverso una convenzione con l’associazione di Mutuo Soccorso tra i dipendenti pubblici della Sardegna.
All’incontro – organizzato da CMS (Cassa Mutuo Soccorso per i dipendenti pubblici della Sardegna) in collaborazione con la startup Prestiamoci e moderato da Giuseppe Deiana, giornalista caporedattore dell’Unione Sarda – oltre al docente milanese – uno dei maggiori esperti di Fintech in Italia – hanno partecipato Daniele Loro, CEO di Prestiamoci, e Pasquale Biasioli, presidente della associazione CMS Sardegna.
Stando ai dati forniti dal docente, i servizi Fintech hanno raggiunto un tasso di adozione medio tra la popolazione digitalmente attiva pari al 33% (fonte: Fintech Adoption Index 2017 di Ernest & Young), ufficializzando l’inizio di una nuova fase per questo settore, quella del consolidamento e dell’adozione mainstream.
Oggi lo sviluppo del Fintech è promosso non solo da nuove startup tecnologiche, il cui obiettivo è introdurre nel mercato innovazioni disruptive, ma anche da grandi colossi di Internet come Amazon, Alibaba, Google, Facebook, Microsoft e Apple che stanno progressivamente sfruttando la propria posizione di marketplace per giocare un ruolo anche in ambito finanziario. “Per questo le banche e gli operatori tradizionali avvertono la minaccia e rispondono investendo nei settori più avanzati della tecnologia applicata alla finanza (in particolare sulla tecnologia blockchain), promuovono e sostengono la nascita di startup Fintech (con l’obiettivo di trarre vantaggio dalle innovazioni sviluppate) e in alcuni casi direttamente si espandono nel digital banking”.
È soprattutto la presenza di piattaforme tecnologiche automatizzate come Prestiamoci, in grado di sostituirsi completamente agli operatori umani nella valutazione del merito di credito e della cosiddetta “bancabilità” dei clienti, ad allarmare il sistema bancario, tanto che dalla stessa Banca d’Italia – che in base alle normative vigenti riconosce e autorizza queste forme di intermediazione finanziaria - è arrivata l’esortazione ad utilizzare sempre più i sistemi tecnologici nelle attività bancarie.
Ma come funziona nel dettaglio la piattaforma tecnologica Prestiamoci?
“La start up innovativa Prestiamoci è una piattaforma online di P2P Lending autorizzata da Banca d’Italia con due licenze, una come Società Finanziaria ex art. 106. ed una di Istituto di pagamento attraverso la controllata Pitupay”, ha evidenziato Daniele Loro, CEO di Prestiamoci, che ad oggi ha erogato oltre 15 milioni di euro con più di 2000 clienti quasi equamente distribuiti tra richiedenti e prestatori. “La nostra mission è quella di gestire l’incontro tra domanda e offerta di prestiti tra privati, valutando in maniera innovativa il merito di credito dei debitori e gestendo i flussi di pagamento tra le parti, riducendo il costo dell’intermediazione finanziaria, incrementando l’offerta di credito verso le famiglie e proponendo una maggiore diversificazione del portafoglio a famiglie ed investitori istituzionali con una media di rendimento medio lordo del 5,5% e con qualità di prestiti prime il rendimento netto è oggi intorno al 4,8%. La nostra piattaforma ha un mercato secondario che consente l’uscita, senza costi aggiunti, in qualsiasi momento - ha aggiunto Loro -. La velocità di impiego è elevatissima e le soluzioni realizzate consentono di impiegare qualsiasi somma investita nell’arco di 24 ore con una diversificazione molto significativa (da 100 a migliaia di prestiti). In passato occorreva attendere le offerte di nuovi prestiti, oggi, in presenza del mercato secondario e di specifiche soluzioni appositamente sviluppate, è possibile impiegare l’intero importo investito, anche per importi elevati nell’ordine di 50.000 euro in sole 24 ore con una diversificazione di oltre 1000 posizioni”.
Come detto in Sardegna questa formula sta riscuotendo molto successo nella versione dedicata ai dipendenti pubblici, grazie all’apporto dell’associazione CMS. “Nel caso del prestito riservato ai dipendenti pubblici, la categoria di lavoratori più garantita in ordine al rischio di perdere l’impiego, il sistema del social lending è particolarmente efficace – ha spiegato Pasquale Biasioli, presidente della CMS Sardegna -. Tutti i nostri soci, seppure soggetti ai controlli effettuati dalla piattaforma, sono inquadrati solitamente nelle categorie più alte e possono dunque ottenere i migliori tassi possibili. Questo consente anche una maggiore tutela degli investitori: la restituzione del denaro avviene infatti con addebito della rata direttamente in busta paga e ciò determina un tasso di insolvenza praticamente nullo. I soci che intendono investire – ha aggiunto il presidente della CMS - potranno inoltre godere di un’esenzione totale dalle commissioni per tutto il 2018, con la prospettiva di uno sconto del 20% sulle commissioni standard a partire dall’anno prossimo. Sempre sul fronte degli investitori inoltre la legge di bilancio 2018 ha introdotto alcune importanti novità sulla tassazione dei proventi del social lending. Gli interessi derivanti da questi investimenti saranno infatti assoggettati a una ritenuta alla fonte a titolo d’imposta nella misura del 26%, in quanto considerati redditi di capitale. Fino allo scorso anno concorrevano invece alla determinazione del reddito ed erano assoggettati alla tassazione progressiva Irpef da un minimo del 23 a un massimo del 43%, al netto delle addizionali regionali e comunali”. Com