Oristano, 11 Ott 2018 - Manuele Careddu probabilmente è stato ucciso la stessa sera dell'11 settembre scorso, quando del giovane diciottenne di Macomer si erano perse le tracce nella stazione ferroviaria di Abbasanta (Oristano) e i suoi presunti assassini lo avrebbero ucciso per un presunto debito di qualche centinaio di euro e infine fatto sparire nel lago Omodeo, nell'Oristanese.
I fatti stamane sono stati esposti dal Procuratore della repubblica di Oristano, Ezio Domenico Basso, in una conferenza stampa che ha confermato il fermo di quattro giovani avvenuto ieri mattina ai quali nella notte se ne è aggiunto un quinto, quello di Riccardo Carta, di 20 anni, di Ghilarza. Il giovane è accusato di concorso nell'omicidio pluriaggravato con occultamento di cadavere del quale devono rispondere anche Cristian Fodde e Matteo Satta, anche loro coetanei di Carta di Ghilarza, una giovane diciassettenne, residente ad Abbasanta, e un altro diciassettenne residente, invece, a Ghilarza.
Un gruppo di amici protagonisti di questa terribile vicenda di sangue che per il contesto e le modalità in cui è avvenuta ha lasciato "esterrefatti" persino gli inquirenti, come ha dichiarato il procuratore Basso, affiancato stamane dal comandante provinciale dei carabinieri di Oristano Domenico Cristaldi, dal comandante del reparto operativo David Egidi e dal responsabile del reparto investigativo Mariano Lai.
Una vicenda che gli investigatori dell’Arma oristanese e magistrati, hanno potuto seguire perché l'auto usata dai giovani per portare a termine il loro crimine, era intercettata e, dunque, i loro dialoghi sono stati tutti registrati. A cominciare da quella sera dell'11 settembre, appunto. Manuele Careddu – spiegano gli inquirenti - arriva ad Abbasanta, convinto di poter incassare le poche centinaia di euro che i suoi conoscenti di Abbasanta e Ghilarza gli dovevano per forniture di marijuana non pagate. Quindi il 18enne viene invitato a salire in macchina e comincia il suo ultimo viaggio. All'arrivo i giovani trovano ad attenderli un'altra persona.
Secondo gli inquirenti, Manuele Careddu potrebbe essere stato ucciso subito e il suo corpo buttato nel lago Omodeo. Non si esclude che il ragazzo di Macomer possa essere stato anche seviziato. Lo accerterà l'autopsia al momento in cui si troverà il corpo che ancora i carabinieri del Reparto Cacciatori di Sardegna stanno cercando.
I presunti assassini di Ghilarza e Abbasanta, infatti, non avevano lasciato nulla al caso. Infatti, sapevano già di dover uccidere Careddu e in auto avevano caricato anche "alcuni strumenti", ha spiegato il procuratore Basso, ribadendo la volontà omicida dei fermati.
In seguito, per questi giovani la vita è proseguita come se nulla fosse accaduto. Per questo, i carabinieri hanno impiegato un po' a ricostruire i dialoghi in auto perché disturbati da vari rumori, ma quando hanno cominciato pedinarli si sono accorti che continuavano con le loro abitudini normalmente: c'era chi andava a scuola, anche a Oristano, chi faceva qualche lavoretto. Quinti forse convinti di aver commesso il solito ‘omicidio perfetto’ erano sicuri che non avrebbero fatto i conti con la giustizia.
In seguito i ragazzi la sera dell'omicidio, avevano consegnato i loro telefoni cellulari a un amico, per evitare di essere tracciati. Ma purtroppo per loro non sapevano di quel microfono che ha consentito di registrare i loro dialoghi, i carabinieri lo avevano piazzato per intercettare il padre di uno dei fermati, nell'ambito dell'inchiesta sull'omicidio del servo pastore Mario Atzeni, avvenuto a S'Arenarzu, nelle campagne di Abbasanta, lo scorso anno. Infatti, da quei dialoghi registrati sembra emergere anche la presenza di una o due persone nelle vicinanze del luogo del delitto con possibili responsabilità.
"Nessuno degli arrestati ha dato una collaborazione piena alle indagini", ha concluso il Procuratore della repubblica di Oristano.