Roma, 27 Sett 2018 - Per la manovra del governo si apre una giornata cruciale: il documento finanziario che ne fissa le linee sarà oggetto di un vertice di maggioranza in programma per oggi pomeriggio a Roma, dove sta rientrando il premier Giuseppe Conte dopo l'assemblea generale dell'Onu a New York. Da lì ha rassicurato i Cinquestelle: "Il reddito di cittadinanza si farà". Sullo sforamento del deficit non si sbilancia, ma insiste sull'equità e afferma che la manovra "farà ricredere anche i più scettici". Di Maio insiste per portare il deficit al 2,4%. Tria frena e chiama in causa "l'interesse della nazione". Per Salvini "l'accordo c'è, lo zero virgola è l'ultimo dei problemi, nessuno fa o farà gesti eclatanti per uno zero virgola".
Il Movimento cinque stelle chiede di portare l'asticella del deficit fino al 2,4% del Pil e la Lega sta valutando se convergere, o meno, sulla richiesta da avanzare al ministro dell'Economia, Giovanni Tria, in vista del Cdm che dovrebbe varare la Nota di aggiornamento al Def.
Fonti M5s fanno sapere che l'accordo sarebbe stato già raggiunto, anche se in ambienti governativi vicini alla Lega si tiene invece a sottolineare che si sta ancora discutendo.
Insomma tutto è ancora da scrivere. Anche su un punto decisivo, quello del rapporto deficit/Pil. I numeri li saprete oggi, assicura ai cronisti il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, pronto a far la valigia prima del tempo e lasciare New York - dove ha partecipato all'assemblea Onu - per tornare a casa e riprendere in mano il discorso della manovra economica.
"Stiamo attenti - è l'ultimo appello lanciato dal ministro dell'Economia Giovanni Tria - perché a volte se uno chiede troppo poi deve pagare interessi maggiori e quello che si guadagna si perde in interessi. Se si perde fiducia sulla stabilità finanziaria nessuno investe". Ed è per questo che avrebbe voluto fissare l'asticella del deficit/Pil al 1,6%.
Ma il pressing dei partiti che va avanti da settimane - e che sembrava potersi accontentare di un compromesso di 1,8-1,9 percento - si è intensificato nelle ultime ore. Il M5s ha alzato la richiesta fino al 2,4%, cercando su tale proposta da portare a Tria nel vertice sulla manovra che inevitabilmente precederà la riunione del Consiglio dei ministri, il sostegno della Lega.
Il Carroccio si muove con cautela: se per i pentastellati l'accordo è fatto, per Salvini e i suoi esperti economici - riunitisi ieri pomeriggio - la proposta è ancora da valutare. Se ne sta parlando e se ne parlerà ancora, anche in un probabile faccia a faccia Di Maio-Salvini da cui arriverà il verdetto finale.
"Questo Paese deve crescere, i ragazzi devono lavorare e occorre fare investimenti produttivi: su questo l'accordo c'è, poi lo zero virgola in più o meno è l'ultimo dei problemi e nessuno farà gesti eclatanti", assicura in ogni caso il leader della Lega. Il riferimento è alla minaccia lanciata dal M5s, che si era detto pronto a non votare il Def senza precise rassicurazioni su reddito di cittadinanza e pensioni in manovra.
Rassicurazioni che, raccontano fonti del Movimento, ci sono state. E del resto lo stesso Tria ha garantito che "il primo impegno è sterilizzare le clausole di salvaguardia sull'Iva", che nel primo anno ci saranno interventi sul piano fiscale a favore delle piccole imprese, negli anni successivi sarà aggredito l'Irpef. E poi "interventi come il reddito di cittadinanza", su cui ha assicurato: "al di là delle etichette il disegno del governo va in quella direzione".
Confermata anche la riforma delle pensioni: bisogna risolvere "alcune difficoltà che si sono trovate nell'applicazione della Fornero, accompagnare l'uscita dalle imprese di un personale che è diventato molto anziano a favore dei giovani". Il come tutte le riforme volute dalla maggioranza di governo troveranno posto nella manovra è ancora da vedere.
Via via che passano i giorni si fa sempre più strada l'idea di una serie di provvedimenti collegati alla legge di bilancio vera e propria: nei giorni scorsi il vicepremier pentastellato aveva già assicurato l'arrivo, entro fine settembre, di un decreto fiscale in cui dovrebbero trovar posto mini flat tax e pace fiscale. E potrebbe non essere il solo.
"Abbiamo trovato i soldi, si sacrificano i privilegi dei potenti di cui non ce ne può fregare di meno" perché "sono più importanti i cittadini", assicura Di Maio, che se la prende ancora con i 'tecnici': "Noi sappiamo che in tanti posti chiave dello Stato ci sono uomini di partito, tecnocrati che mettono i bastoni tra le ruote al cambiamento. Noi poteremo avanti questa battaglia, è una zavorra di cui dobbiamo liberarci". Gli accusati per ora tacciono, al leader pentastellato ha risposto Tria: "Ho giurato sull'esclusivo interesse della nazione e non di altri".
Il governo punta a ridurre la pressione fiscale. "Si parte ora dalle imprese e negli anni successivi sarà aggredito il problema dell'Irpef". Lo ha detto il ministro dell'economia Giovanni Tria parlando della prossima manovra al convegno di Confcommercio.
Il ministro ha assicurato che il reddito di cittadinanza sarà in manovra, sottolineando che l'intervento "aiuterà a gestire le conseguenze sociali dei processi di trasformazione produttiva".
"Il primo impegno della prossima manovra è impedire l'aumento della pressione fiscale e quindi sterilizzare le clausole Iva". Lo ha assicurato Tria, Il governo non vuole permettere un aumento della pressione fiscale, "ma anzi punta a una sua riduzione", ha insistito il ministro. Con la sterilizzazione delle clausole si passa quindi "dal non aumento a quello che possiamo fare per ridurre le tasse. Su questo ci stiamo muovendo", ha spiegato. "Non c'è crescita senza stabilità.
"Ci si chiede più crescita nella stabilità finanziaria anche perché i due aspetti non possono essere separati. Le richieste vanno nella direzione della crescita, devono essere affrontate con calma e considerazione. Non ho sentito richieste non condivisibili, ma vanno attuate volta per volta". Ha precisato Tria. - "Ho giurato nell'esclusivo interesse della nazione e non di altri e non ho giurato solo io. Ovviamente ognuno può avere la sua visione, ma in scienza e coscienza, come si dice, bisogna cercare di interpretare bene questo mandato". E ha aggiunto "Nonostante quello che si dice sui giornali sono ottimista di fare del mio meglio", ha aggiunto. "L'obiettivo è quello di un mix di politiche che mostri che si può avere fiducia nell'Italia".
"Sarà una manovra di crescita, non di austerity, ma che non crea dubbi sulla sostenibilità del nostro debito, bisogna continuare nel percorso di riduzione del rapporto debito PIL". Ha sottolineato il ministro dell'economia. "Dobbiamo dare un segno ai mercati finanziari, a coloro che ci prestano i soldi. Stiamo attenti - ha ammonito - perché a volte se uno chiede troppo poi deve pagare interessi maggiori e quello che si guadagna si perde in interessi".
"Sull'Iva non si tratta e non si baratta" ha sottolineato il presidente di Confcommercio Carlo Sangalli intervenendo al convegno "Meno tasse per crescere" a cui partecipa anche il ministro. Lo scambio tra più IVA e meno Irpef, ha spiegato il presidente, equivarrebbe a "tre errori e due autogol". Tre errori perché più IVA e meno Irpef "non riduce la pressione fiscale complessiva, colpisce i livelli di reddito più bassi, incide sulla domanda interna in una fase di rallentamento della crescita complessiva del paese. Insomma con gli aumenti dell'IVA ci faremo due autogol - ha spiegato Sangalli - a danno della crescita, a danno dell'equità sociale".
“Tria: 'La #manovra non deve portare dubbi sulla sostenibilità del debito'. #DiMaio caldeggia l'ipotesi del 2,4%. Noi siamo fiduciosi in Tria e nel suo rigore economico. Altrimenti non ci rimane che attendere un immediato declassamento delle agenzie di rating. E per noi sarebbe la fine". Così Renato Brunetta, deputato e responsabile della politica economica di Forza Italia, in un tweet, alla vigilia della presentazione della Nota di Aggiornamento del DEF da parte del Governo.
La nota di variazione del Def inizierà il suo iter in aula al Senato il 10 ottobre. Lo ha stabilito la Conferenza dei capigruppo del Senato.