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Manovra, Lega e 5 Stelle cercano accordo su flat tax e reddito di cittadinanza.

Roma, 17 Sett 2018 - In attesa del vertice di governo sulla Manovra previsto nel pomeriggio, Lega e Movimento 5 stelle cercano l'intesa sui temi di bandiera, ovvero flat tax e reddito di cittadinanza.

"Con il premier Conte e con il ministro Di Maio andremo avanti cinque anni per cambiare il Paese", dice Salvini, e Di Maio assicura che "non ci sono tensioni sulla manovra, c'è un dibattito franco". Ma aggiunge: "La condizione che abbiamo posto alla Lega è che la flat tax non aiuti i ricchi, ma la classe media e le persone più disagiate". Anche Salvini pone condizioni sul reddito di cittadinanza: "Non deve servire per stare a casa e guardare la televisione". Si lima la pace fiscale con un tetto a un milione, si lavora alla quota 100 nella previdenza col rilancio dell'opzione 62+38.

"Non ci sono tensioni sulla manovra, c'è un dibattito franco sul fatto che o si mantengono le promesse o è inutile che ci stiamo. Il nostro obiettivo è di portare a casa un risultato coraggioso ma che tenga i conti in ordine e su questo siamo compatti come governo". Lo ha detto il vicepremier Luigi Di Maio a Nola. "C'è un'aspettativa enorme dei cittadini di ottenere quello che hanno votato. Gli italiani ci hanno votato per migliorare la loro qualità della vita", ha aggiunto. "La prima misura, insieme alle infrastrutture, è sicuramente il reddito di cittadinanza", ha proseguito il vicepremier. "Non significa dare i soldi alle persone per stare sul divano, - ha precisato - noi che siamo del Sud ce li ricordiamo i soldi dati alle persone per stare sul divano in cambio di voti, proprio per questo vogliamo fare una misura totalmente diversa per dare alle persone l'opportunità di reinserirsi nel mondo del lavoro".

Conte, Di Maio, Salvini e Tria si riuniranno nel pomeriggio intorno al tavolo di palazzo Chigi, insieme e al ministro per gli Affari europei Paolo Savona. Tanti i nodi ancora da sciogliere a partire da quello finanziario: accantonati i sogni di grandi budget per la realizzazione delle promesse elettorali, i due azionisti di maggioranza dell'esecutivo hanno dovuto fare i conti con una realtà ben più esigua di quella sperata. Tria parla di cinque miliardi e insiste sulla necessità di mantenere il rapporto deficit-Pil all'1,6%; Salvini e Di Maio puntano ad almeno otto miliardi a testa. Perché la manovra è il primo, vero banco di prova per i partiti.