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Migranti, Juncker risponde a Conte: “Missione Sophia fondamentale ma è prevista revisione mandato”

Bruxelles, 20 Lug 2018 - "L'operazione EUnavfor med Sophia svolge, insieme ad altre missioni nel quadro della politica di sicurezza e di difesa comune quali la missione dell'UE di assistenza alle frontiere in Libia e una serie di progetti finanziati dall'UE attuati sotto la guida dell'Italia, un ruolo fondamentale per consentire alla Libia di attuare contromisure più efficaci contro l'immigrazione irregolare e di assumere le sue responsabilità nelle operazioni di ricerca e salvataggio in conformità del diritto internazionale applicabile. È quindi nel nostro comune interesse che qualsiasi eventuale modifica relativa alle nostre attività in corso sia valutata con la massima attenzione". È quanto scrive il presidente della commissione Ue Jean-Claude Juncker nella sua lettera di risposta, visionata da LaPresse, a quella del presidente del Consiglio Giuseppe Conte.

"È prevista una revisione del mandato dell'operazione Sophia, che sarà presentata prossimamente - continua - In questo processo di revisione possono essere prese in considerazione le questioni riguardanti le intese sugli sbarchi che Lei solleva nella Sua lettera, parallelamente all'esigenza generale di dare riscontro agli orientamenti politici impartiti dal Consiglio europeo di giugno".

Nella riunione del Comitato politico e di Sicurezza (Cops) Ue, l'Italia aveva annunciato che "non intende più applicare le regole attuali sugli sbarchi per gli asset di Sophia", ha confermato una portavoce del Servizio Europeo di Azione Esterno, Maja Kocijancic. L'Italia ha anche "richiesto la revisione di tutto il piano operativo". Secondo la portavoce, "il giusto forum per discutere questo è nel contesto della strategic review dell'operazione Sophia" che l'Alto rappresentante Federica Mogherini ha chiesto ai governi di accelerare.

L'annuncio ha suscitato però subito reazioni negative. L'Italia era "isolata" con 27 paesi contro 1, hanno spiegato le fonti: "tutti gli Stati membri sono stati chiari nelle loro reazioni internazionali".

I partner Ue hanno espresso "forte preoccupazione" per la decisione dell'Italia, di non accettare più lo sbarco "automatico" nei suoi porti di chi viene salvato dalle unità della missione Eunavfor Med (Sophia) e per le sue conseguenze legali e operative. E' quanto si legge nelle conclusioni della riunione del Cops svoltasi ieri a Bruxelles. I partner si sono comunque detti pronti ad approfondire la questione nella riunione fissata per domani.

“È essenziale dotarsi da subito di un meccanismo Ue di gestione rapida e condivisa dei vari aspetti relativi alle operazioni di Search and Rescue" attraverso "una sorta di cellula di crisi" che abbia il compito di "coordinare le azioni" degli Stati "riguardo all'individuazione del porto di sbarco e dei Paesi disposti ad accogliere le persone soccorse. Il mio suggerimento che tale meccanismo venga coordinato dalla Commissione europea". Lo scrive Giuseppe Conte nella lettera inviata il 17 luglio a Juncker e Tusk. "L'argomento - aggiunge il presidente del Consiglio nella seconda lettera inviata ai vertici delle istituzioni Ue dopo la prima del 14 luglio - è stato oggetto di un primo scambio di idee in occasione degli incontri che la Direttrice Generale della DG Home, Paraskevi Michou, ha avuto il 16 luglio qui a Roma con le Amministrazioni competenti. Anche sulla base di tali preliminari contatti, l'Italia trasmetterà un contributo tecnico".

Per Conte, infatti, "la vicenda dell'imbarcazione proveniente dalla Libia con circa 450 persone a bordo alla cui presa in carico stanno contribuendo diversi Stati membri dell'Ue ha fornito due importanti conferme: la fattibilità di azioni condivise degli Stati membri per gestire la sfida migratoria" e "la particolare urgenza di attuare le conclusioni del Consiglio europeo del 28 giugno sulla migrazione".

Il premier aveva anticipato questa richiesta in una lunga intervista al direttore del Fatto Quotidiano, parlando delle riforme al vaglio del governo - dalla legittima difesa alla pace fiscale - spiega di aver votato in passato per il centrosinistra e di ispirarsi ad Aldo Moro. In futuro "se altri Paesi extraeuropei accetteranno di creare non hotspot, ma 'centri di protezione' per esaminare le richieste di asilo, i veri profughi che avranno diritto di venire in Europa potremo portarli noi con corridoi umanitari, stroncando il traffico degli scafisti".

"Noi vorremmo che si arrivasse rapidamente a dei meccanismi con carattere più strutturale, quindi non solo emergenziali che affrontino i singoli casi", ha detto il ministro degli Esteri Enzo Moavero interpellato dai giornalisti a Baku - dove si trova insieme al presidente Mattarella - sulla richiesta italiana di istituire un comitato di crisi Ue sugli sbarchi.

"Il nostro obiettivo è salvare più vite possibili, facendo partire meno gente possibile, ma non riapriremo assolutamente i porti". Lo ha detto il ministro dell'Interno, Matteo Salvini, conversando con i cronisti a Montecitorio e rispondendo in qualche modo anche all'appello della Cei che in una nota ha parlato di "imbarbarimento".

Sulla lettera del premier Salvini si è detto "molto, molto" soddisfatto. "Sull'immigrazione lavoriamo in perfetta sintonia, sono molto soddisfatto".  Per quel che riguarda la posizione dell'Ue sulla Libia, invece, il ministro e vicepremier è tornato a polemizzare: "Non sono assolutamente d'accordo con le valutazioni" dell'Unione europea sui porti libici non sicuri. "Bisogna aiutare la Libia a essere un Paese sempre più sicuro, accogliente e serio, che garantisca sempre più diritti. Però le valutazioni di Bruxelles sono lontane dalla realtà. Chiedo che spendano più soldi. Dobbiamo aiutare la Libia, non criticarla".

La Commissione Ue ha deferito l'Ungheria alla Corte di Giustizia della Ue per non aver rispettato la legge su asilo e ricollocamenti dei migranti. Inoltre, ha avviato una procedura d'infrazione per la cosiddetta legge 'Stop Soros', che criminalizza le attività a sostegno dei richiedenti asilo, perché viola "le leggi Ue, la carta dei diritti fondamentali e i Trattati".

L'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (Unhcr) in una nota esprime soddisfazione per le azioni intraprese negli ultimi giorni da diversi Paesi europei per porre fine collettivamente alla fase di stallo verificatasi nel Mediterraneo che ha coinvolto circa 450 rifugiati e migranti bloccati in mare a causa dell'impossibilità di avviare le operazioni di sbarco, e auspica che dalla fase 'nave per nave' si passi a un'azione coordinata e strutturata dei soccorsi a livello europeo.

Da sabato, i governi di Francia, Germania, Italia, Malta, Spagna e Portogallo hanno trovato un accordo per consentire lo sbarco e la presa in carico delle 450 persone coinvolte, anche delle eventuali domande d'asilo che potrebbero essere presentate, si legge nella nota. "Speriamo che questi accordi siano ora implementati rapidamente ed efficacemente", ha affermato l'Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati Filippo Grandi.