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Governo. Di Maio: stiamo ragionando sul premier, c’è qualche passo avanti. Salvini: è andata bene

Roma, 17 Mag 2018 - "Sul premier stiamo ancora ragionando, c'è qualche passo avanti". Così Luigi Di Maio spiega il punto sulla trattativa per la scelta del Presidente del Consiglio dopo l'ennesimo incontro con Matteo Salvini, alla Camera. Incontro dove sono stati rivisti anche gli ultimi punti su cui si registrano ancora delle distanze tra le due forze politiche. Con loro c'erano anche Giancarlo Giorgetti e Vincenzo Spadafora.

Ai cronisti che gli hanno chiesto un commento sullo stato della trattativa e sull'incontro con il leader del Movimento, Salvini ha risposto: "Bene, bene". Fonti M5S hanno fatto sapere, di considerare un'''ipotesi realistica" la richiesta di essere ricevuti al Quirinale (forse lunedì) per riferire al capo dello stato sull'andamento del confronto per la formazione del governo. Ma fonti Lega precisano che non sarebbe ancora chiusa la trattativa tra M5s e Lega. Né sul contratto di programma né sulla ricerca del nome del premier.  Alle 15 dovrebbe riprendere - secondo fonti parlamentari - il tavolo tecnico per integrare i punti sui quali è stato trovato ieri l'accordo sul contratto di governo.

"Credo che domani il contratto sarà messo al voto online degli iscritti, penso proprio che sia domani". Afferma Luigi Di Maio uscendo da un ristorante nei pressi della Camera.

"Non c'è ancora il winner - viene spiegato - ma ci sono passi avanti significativi". Quanto al programma, ci sono state correzioni "sul jobs act per risolvere il problema della precarizzazione del lavoro". "Non c'è più nulla sull'euro - viene spiegato ancora dalle fonti M5s - il riferimento è stato tolto. È stato inserito qualcosa sull'alienazione genitoriale, sui Vigili del fuoco, sul reddito di cittadinanza è stato modificato il limite temporale ma trovata una formula per incentivare i centri per l'impiego a offrire lavoro". Cambia anche il comitato di conciliazione "affinché non sia in contrasto con la Costituzione, da entrambe le parti si è compreso che bisognava trovare una formula diversa. E' stata tolta una parte su come era fatto e sulle votazioni perché sembrava quasi una cosa parallela al Consiglio dei ministri". Infine No Tav e Terzo valico: " È stata lasciata aperta la parte che riguarda le opere pubbliche, vanno valutati i costi -benefici, si è tolto il tema del Terzo valico perché non ha senso definire ora senza conoscere a che punto sono le opere pubbliche". Le stesse fonti affermano che "non si è discusso di deficit" e che "sono state accolte le nostre richieste sul tema immigrazione affinché nei centri di detenzione temporanea degli immigrati irregolari siano garantite condizioni umanitarie e sanitarie".

Questi i principali temi del 'Contratto per il Governo del Cambiamento' di Lega e M5s nella versione di ieri alle 18. I titoli acquistati dalla Bce con il quantitative easing vanno esclusi dal calcolo del rapporto debito/pil. Per le persone fisiche l'aliquota fiscale avrà due scaglioni: 15% e 20%, per le società flat tax al 15%. Stop alla Tav Torino-Lione. Rilanciare l'Alitalia, serve un vettore nazionale aereo. Stop alla legge Fornero. Alleati con gli Usa, ma togliere le sanzioni alla Russia. Rivalutare la presenza dei contingenti italiani nelle missioni internazionali. Evitare l'aumento dell'Iva previsto dalla clausola di salvaguardia. Un centro di permanenza temporanea dei migranti da rimpatriare per ogni regione. Prediche in italiano e chiusura delle moschee irregolari.

Introduzione del salario minimo orario per il lavoro. Reddito di cittadinanza da 780 euro mensili, ma il beneficiario non potrà rifiutare più di tre offerte di lavoro in due anni. Pensione minima a 780 euro mensili. Tutelare i bambini a rischio di esclusione sociale per le norme sui vaccini. Rimpatriare gli occupanti abusivi di immobili se stranieri irregolari. Chiudere i campi nomadi irregolari. Taglio delle pensioni d'oro sopra i 5mila euro mensili non giustificate dai contributi versati. Più trasparenza per la Rai. Ridiscutere i trattati Ue. Ripensare la politica monetaria unica. Chi appartiene alla massoneria non può entrare al Governo. Il Comitato di Conciliazione tra M5s e Lega sarà composto dal premier, Di Maio, Salvini, capigruppo e ministro competente. Una verifica è già prevista per metà legislatura.

Le delegazioni di Lega e M5s, nel corso delle consultazioni di lunedì scorso, hanno voluto lasciare al presidente Mattarella la bozza dell'accordo di programma nello stato in cui si trovava in quel momento. E' chiaro che il presidente non guarda bozze ma testi definiti, frutto delle responsabilità dei partiti che concludono accordi di governo. È quanto spiegano al Quirinale a quanti chiedono se il presidente abbia ricevuto la bozza del programma.

Di nomi, in queste ore frenetiche, ne sono circolati molti, forse troppi, col rischio concreto che sparando nel mucchio ne siano stati 'bruciati' alcuni papabili. Come palline in corsa, nella roulette di Palazzo Chigi hanno girato vorticosamente le candidature prima di Di Maio, poi di Giorgetti, a seguire del deputato 5s esperto di giustizia, Alfonso Bonafede, quello di Giulio Sapelli, successivamente di Vincenzo Conte (sussurrata all'orecchio del Colle come ipotesi nell'ultimo giro di consultazioni), del questore anziano della Camera, Riccardo Fraccaro, infine di Matteo Salvini e dell'ex direttore di 'Sky tg24' e oggi parlamentare pentastellato, Emilio Carelli.

Nei corridoi dei palazzi della politica, però, a taccuini chiusi, da diverse fonti di area M5S è trapelata una voce (insistente) su un metodo condiviso dai due protagonisti della fase politica attuale. In sostanza, la base di questo accordo sarebbe che se a capo del governo andasse Di Maio, allora la squadra di governo sarebbe di 20 ministri e le deleghe di peso (Interno, Difesa, Lavoro, Economia) andrebbero alla Lega. Se, invece, a Palazzo Chigi sedesse un esponente del Carroccio (la figura individuata sarebbe quella di Giancarlo Giorgetti), i contrappesi sarebbero tutti in favore del Movimento, che potrebbero a casa anche un numero maggiore di dicasteri. Resta però in piedi anche l'ipotesi 'neutrale', con un terzo uomo gradito a entrambi gli azionisti del nuovo esecutivo. In questo caso Di Maio e Salvini entrerebbero nella partita per dare un valore politico alto alla squadra. Su quale sarà la scelta finale, inciderà anche il compromesso che capo politico e segretario federale adotteranno su alcuni temi rimasti ancora aperti del 'contratto'.

Malumore tra gli alleati del leader leghista. Dopo vari esponenti di Forza Italia, Antonio Tajani in testa, anche Giorgia Meloni, Presidente di Fratelli d'Italia invita il leader della Lega a ripensarci e di fare pressing per cercare di avere un governo di centrodestra. Faccio un appello a Matteo Salvini: sei sicuro che non sia il caso di tornare a chiedere con forza e convinzione l'incarico al centrodestra piuttosto che lanciarsi in una avventura con il M5s?" Lo ha detto Giorgia Meloni, leader di Fdi, in un video su Facebook. Dopo le elezioni, ha aggiunto, "l'unica scelta che il presidente della Repubblica non ha mai fatto è quella di dare l'incarico a chi aveva vinto le elezioni, cioè al centrodestra. La prima cosa da fare doveva essere questa". "Mi dispiace che ci sia stata una certa timidezza del centrodestra nel chiedere l'incarico, ma non è mai troppo tardi, siamo ancora in tempo per tornare a chiedere compatti l'incarico al centrodestra, che è l'unica soluzione che rispetta la volontà popolare", ha concluso.

Il capogruppo di Forza Italia alla Camera, Mariastella Gelmini, torna ad ammonire Salvini dopo che ha deciso di provare a formare il nuovo esecutivo con i 5Stelle: "Forza Italia si collocherà all'opposizione del governo Lega-M5s e sarà la sentinella dei cittadini in Parlamento - Valuteremo senza pregiudizio, con senso di responsabilità e nell'interesse del Paese, i provvedimenti di volta in volta. Voteremo sì ad una vera flat tax, voteremo no al reddito di cittadinanza che scassa i conti pubblici e rappresenta un vero e proprio sussidio di Stato", dice Gelmini.