Press "Enter" to skip to content

Confindustria – Una legge urbanistica che sostenga e valorizzi il comparto turistico

Cagliari, 20 Apr 2’18 - Le continue discussioni e proposte di modifica che ritardano l’approvazione della legge urbanistica regionale o che ne snaturano la filosofia e le finalità rischiano di creare gravissimi danni al comparto turistico, uno dei principali settori sui quali si fondano le speranze di ripresa dell’economia regionale, privandolo degli elementi di base indispensabili per reggere con efficacia la concorrenza nazionale ed internazionale.

Gli imprenditori turistici aderenti alla Confindustria Sardegna, si legge in una nota della direzione, estremamente preoccupati per l’andamento del dibattito in corso, ritengono pertanto necessario richiamare la Giunta regionale, i partiti della coalizione che la sostengono e l’intero Consiglio Regionale ad una precisa ed urgente assunzione di responsabilità per fare in modo che la legge di governo del territorio venga approvata quanto prima, mantenendo e implementando tutti quegli elementi che sono oggettivamente necessari per sostenere il settore, a partire dalle norme tese a favorire l’adeguamento e la modernizzazione delle strutture, soprattutto di eccellenza.

Queste strutture costituiscono infatti la vera leva competitiva del prodotto turistico sardo, con un bilanciamento perfetto tra valorizzazione economica, altissime competenze professionali e sostenibilità ambientale e paesaggistica.

La legge urbanistica all’esame, prosegue, al momento delle competenti commissioni del Consiglio regionale, rappresenta da una parte fonte di aspettative per le imprese turistico-ricettive che vorrebbero investire nell’ammodernamento delle strutture e, contemporaneamente, una fonte di preoccupazione per le possibili ricadute negative che da tale legge potrebbero derivare.

In particolare, a parere degli imprenditori turistici aderenti a Confindustria Sardegna, la legge deve rispettare alcuni fondamentali parametri: deve contenere la previsione della possibilità di intervento nelle strutture esistenti, anche se ricadenti nella fascia dei 300 metri dal mare, finalizzata ad adeguare le strutture ai parametri dimensionali o di qualità richiesti dal mercato, sia riguardo alla tipologia e numero di camere che dei servizi annessi; deve poter permettere la realizzazione di nuovi investimenti turistico-ricettivi nelle aree che non offrono un sufficiente livello di accoglienza, vincolando però gli interventi a soluzioni di qualità elevata, all’interno di una politica della Regione che valorizzi un turismo vocato e destinato a una tipologia turistica di livello e deve consentire, strutturalmente, un sostanziale snellimento delle procedure utili a favorire gli investimenti immobiliari purché compatibili e sostenibili sotto il profilo ambientale, compresi ovviamente quelli afferenti la rigenerazione e soprattutto la sostituzione edilizia, utilizzando il volano della premialità alla sostenibilità degli investimenti stessi e marginalizzando l’utilizzo dei “piani attuativi” ai soli investimenti di carattere straordinario e non solo puntuale.

Deve quindi poter svolgere lo strategico ruolo anche di  virtuoso volano di congiungimento  del cospicuo ma immobile risparmio privato dei Sardi e quindi con la concreta possibilità di adeguare il patrimonio edilizio dell’intera Sardegna alle esigenze di una moderna visione del  futuro sviluppo dell’isola,  in quanto le nuove generazioni, i  figli  dei Sardi,  – oggi migliaia di giovani senza una prospettiva occupazionale e con la valigia in mano – non possono pensare di poter sperare di sola precarietà e/o assistenza pubblica

Limitandoci quindi ad un esame della legge relativamente alle sue ricadute sul comparto del Turismo, deve essere chiara la visione di sviluppo della Sardegna che la legge di Governo del Territorio deve avere, senza se e senza ma, senza nessun compromesso di carattere ideologico, coraggiosa nel definire necessaria la costruzione o gli ampliamenti delle strutture ricettive e soprattutto mediante l’adeguamento delle strutture ricettive ai nuovi standard, che non possono certo considerarsi utili se solo mere e limitate appendici di corpi di fabbrica esistenti, obsoleti e oramai inefficienti. Non è certo il posizionamento di un fabbricato che ne declina la sostenibilità ambientale.

In caso contrario è preferibile che non venga adottata nessuna nuova norma tesa a disciplinare un settore che già fatica ad avere risposte con le normative, particolarmente farraginose, attualmente in vigore.

È un dovere, conclude la nota della direzione della Confindustria Sardegna, che abbiamo nei confronti dei nostri figli, che non può essere delegato a nessuno e del quale saremmo, in futuro, tenuti a rendere conto.

Infine, un contributo significativo a favore del settore turistico dovrebbe anche riconsiderare la possibilità di interventi urbanistici finalizzati a favorire la programmazione e la realizzazione di strutture sportive che favorirebbero i flussi turistici in bassa stagione. Si pensi ai campi da golf, la cui programmazione e ipotesi venne portata avanti negli anni scorsi ma che si bloccò di fronte alle innumerevoli opposizioni e, in parte, anche all’ incapacità della Regione di ipotizzare e creare un quadro compatibile con la normativa nazionale in materia di tutela del territorio, e a proporre soluzioni innovative e rispondenti ai canoni del moderno turismo internazionale. Com