Press "Enter" to skip to content

Europa e Trump espellono i diplomatici russi. Via dall’Italia in due

Roma, 27 Mar 2018 - Continua la guerra diplomatica tra Gran Bretagna e Russia, che ora coinvolge gli Stati Uniti e tutta Europa, Italia inclusa, visto che oggi il Ministero degli Esteri ha annunciato la decisione di espellere dal territorio italiano due funzionari dell’Ambasciata della Federazione Russa a Roma. Nella nota inviata oggi dalla Farnesina si legge che "a seguito delle conclusioni adottate dal Consiglio Europeo del 22 e 23 marzo scorso, in segno di solidarietà con il Regno Unito e in coordinamento con partner europei e alleati Nato, il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale ha notificato oggi la decisione di espellere dal territorio italiano entro una settimana due funzionari dell'Ambasciata della Federazione Russa a Roma accreditati in lista diplomatica".

L'amministrazione Trump si allinea agli alleati europei, ordinando l'espulsione di 60 diplomatici russi dagli Stati Uniti. Di questi, 48 russi lavorano in ambasciata e 12 alla missione russa presso le Nazioni Unite. In aggiunta, il consolato russo a Seattle è costretto alla chiusura. La mossa degli Stati Uniti fa parte di una risposta coordinata dell'Occidente all'attacco su suolo britannico presumibilmente voluto dal Cremlino (che ha negato ogni responsabilità). Come spiegato in una nota dalla Casa Bianca, il presidente Donald Trump ha ordinato l'espulsione dei funzionari d'intelligence russi e la chiusura del suddetto consolato "per via della sua vicinanza a una delle nostre basi di sottomarini e a Boeing", il cui quartier generale è a Chicago. La nota spiega che l'azione degli Usa "si unisce a quella dei nostri partner e alleati Nato nel mondo in risposta all'uso da parte della Russia di un'arma chimica di tipo militare sul territorio del Regno Unito, l'ultima delle sue attività destabilizzanti nel mondo".

Ma molti altri paesi si sono allineati con le decisioni prese nei giorni scorsi a Bruxelles, a partire dalla Polonia, che ha espulso 4 persone del corpo diplomatico russo, la Lituania, che ha deciso di allontanarne dal proprio territorio tre, la Danimarca che ne ha espulsi due, la Repubblica Ceca che ne ha cacciati tre. Via i diplomatici di Mosca anche dalla Spagna, che ne ha espulsi due, la Francia, che ne ha mandati via quattro, e dalla Germania che ha deciso quattro espulsioni con l’obiettivo di richiedere “alla Russia di rispondere della propria responsabilità, di assumere un ruolo costruttivo e adempiere al suo dovere di chiarimento". Il Presidente del Consiglio Europeo, Donald Tusk, ha detto che sono quattordici gli stati membri che hanno già deciso di espellere diplomatici russi e "altre espulsioni non sono da escludere nei prossimi giorni e nelle prossime settimane". Fuori dall’Europa, decisione analoga anche per il Canada, il cui governo ha deciso l’espulsione di 4 membri del corpo diplomatico russo.

La Russia risponderà in “modo simmetrico” nei prossimi giorni all’espulsione dei suoi diplomatici dai paesi Ue, da Usa e Canada: il Ministro degli Esteri, Sergej Lavrov, ha affermato che quello di oggi è stato un gesto “di inimicizia” e “di provocazione”. E il primo vice presidente della Commissione affari internazionali del Consiglio della Federazione (il Senato russo), Vladimir Dzhabarov, ha detto che saranno espulsi almeno 60 diplomatici dall’ambasciata statunitense.  A detta del senatore, la decisione di espellere i diplomatici russi è stata presa dal presidente Donald Trump "sotto forte pressione" dell'establishment americano.

"La straordinaria risposta internazionale da parte dei nostri alleati entra nella storia come la più grande espulsione collettiva di agenti dell'intelligence russa – ha detto il Ministro degli Esteri britannico, Boris Johnson, e contribuirà a difendere la nostra comune sicurezza". Il membro del governo May ha aggiunto su Twitter che "la Russia non può impunemente violare le regole internazionali".

La ritorsione diplomatica collettiva alla Russia concordata dal Consiglio Europeo e condivisa da altri alleati occidentali in seguito al caso Skripal "è una risposta alla minaccia" che Mosca pone "alla sicurezza di tutti noi, non solo un segno di solidarietà" verso la Gran Bretagna. Così la premier Theresa May alla Camera dei Comuni, presentando come un successo diplomatico le espulsioni decise da "18 Paesi, fra cui 15 dell'Ue" e tornando a denunciare" gli atti di aggressione" attribuiti "al regime di Putin".

L'Austria ha invece fatto sapere che non espellerà nessun diplomatico: "sosteniamo la decisione di richiamare l'ambasciatore dell'Unione europea, ma non prenderemo alcuna misure a livello nazionale", hanno detto in una dichiarazione congiunta il cancelliere Sebastian Kurz e ministro degli Esteri Karin Kneissl. "Vogliamo mantenere aperti i canali di comunicazione verso la Russia", hanno specificato, aggiungendo che l'Austria è "un paese neutrale e si considera un costruttore di ponti tra Oriente e Occidente". L'Austria è membro dell'Unione europea, ma è ufficialmente neutrale e non fa parte della Nato. Il premier conservatore Kurz è stato in Russia alla fine di febbraio e, con il suo alleato di coalizione, l'estrema destra del Partito della Libertà, ha stretto un "patto di collaborazione" con il partito Russia Unita del presidente Putin.