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Maestre sarde partecipano allo sciopero nazionale del 23 di febbraio

Cagliari, 22 Feb 2018 - La scuola è nel caos ed anche in Sardegna saranno tantissime le maestre che rischiano il posto a causa delle nuove norme per il ruolo.

Domani, 23 febbraio, è sciopero generale della Scuola in difesa della istruzione. Alla manifestazione, indetta a Roma dinnanzi al Miur, è presente anche una folta delegazione di maestre sarde che non si perdono d'anima e lottano per i propri diritti oltre che per quelli dei propri studenti.

In Sardegna la situazione è particolare: sono circa 1000 le maestre che perdono il posto dopo anni passati dietro la cattedra a formare i cittadini del domani. Maestre con professionalità e competenza alle quali lo Stato non vuole riconoscere l'abilitazione all'insegnamento. Eppure sono tutte insegnanti diplomate.

Come gli "altri" insegnanti, anche loro entrano in classe da tanti anni, svolgono le lezioni, correggono i compiti, fanno sostegno (anche senza abilitazione), accolgono i genitori: hanno, cioè, titoli, competenze, professionalità, doveri e responsabilità. Solo che, a differenza degli "altri", a loro lo Stato non vuole riconoscere un diritto che invece è sacrosanto: l'abilitazione all'insegnamento.

È, appunto, per rivendicare il diritto al lavoro e all'insegnamento, che il 23 di febbraio le maestre saranno in piazza e tra di esse non possono mancare quelle di Sardegna molto interessata da queste nuove norme.

Maestre e maestri formati per lavorare nelle scuole italiane: materne ed elementari, personale formato secondo ciò che è sempre servito per lavorare a scuola ovvero un diploma magistrale che sino al 2002 era ritenuto abilitante, ovvero dava la possibilità di lavorare a scuola.

In Italia sono circa 40000 coloro che si trovano a perdere posto ed in Sardegna sono 1000 i maestri che rischiano di non poter tornare tra i banchi di scuola a settembre.

C'è chi è assunto e chi no: a rimandare a casa i maestri alcune sentenze che hanno messo ormai da mesi in agitazione il mondo della scuola.

Maestre e maestri diplomati messi in un angolo da una sentenza del Consiglio di Stato ritenuta da alcuni sindacati “Inqualificabile” si mettono in gioco per preservare il posto di lavoro.

Nei mesi scorsi diversi sono stati gli scioperi: il 23 di febbraio è previsto un presidio al Miur a cui, oltre ai maestri parteciperanno gli ATA di ogni ordine e grado.

Annalisa, maestra in provincia di Nuoro ci dice “insegnare è la mia vita. Sono una maestra. Io lotto per il mio posto di lavoro. Domani sarò a Roma. Questo anno tredicesima e stipendi se ne stanno andando per la difesa dei nostri posti di lavoro e della nostra scuola. Chi ha sbagliato? Noi che lavoriamo o chi ci vuole licenziare? “Domanda di difficile risposta un po' per tutti. Eleonora Casula

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