Siria, 21 Feb 2018 - Una situazione “oltre ogni immaginazione” che causa “profondo allarme” e rischia di sfociare in un cataclisma umanitario. E’ il giudizio delle Nazioni Unite sull’attacco in corso da quattro giorni nella zona “ribelle” di Ghouta Est da parte dell’esercito siriano, che solo stanotte avrebbero causato 10 morti, con un totale di almeno 250 vittime civili da domenica a oggi, tra cui decine di donne e bambini.
Gli attacchi, che hanno colpito anche sei ospedali, sono stati definiti “inaccettabili” dal coordinatore per la Siria dell'Ufficio delle Nazioni Unite per gli Affari Umanitari, Panos Moumtzis, secondo cui "quello che succede a Ghouta Est va oltre ogni immaginazione: questa sofferenza indicibile è intollerabile e i residenti non hanno alcuna idea se vivranno o moriranno. Questo incubo deve terminare e terminare ora". Anche il segretario generale delle Nazioni unite, Antonio Guterres, si è detto “profondamente allarmato dall'escalation nella Ghouta orientale e dal suo impatto devastante sui civili", mentre il Ministro degli esteri francese, Jean-Yves Le Drian, afferma che senza nuovi elementi si va verso “un cataclisma umanitario".
Secondo l'Osservatorio siriano per i diritti Umani, che ha fornito le cifre sulle vittime, nell’enclave assediata vivono in condizioni disperate circa 400mila persone, e oltre alle bombe tradizionali stamane sarebbero state scaricati sulle comunità di Arbine e Ain Tourma anche le cosiddette bombe-barile, veri barili carichi di esplosivo che uccidono indiscriminatamente e il cui uso è stato vietato dalle Nazioni Unite e dalle Ong internazionali.
Intanto, nell’area di Afrin, dove ieri era stato respinto un attacco degli uomini di Assad, le forze turche hanno allargato la loro area di controllo nell’area a ridosso della frontiera, dove si trova l’enclave curdo – siriana, in mano alle milizie dell’ala locale del Pkk. In particolare, le forze di Ankara sono avanzate in tre tratti distinti della zona frontaliera: nella zona di Bulbul a Nord, in quella di Rajo a Ovest e in quella di Jinderes a Sud. Secondo fonti sul terreno nell’area di Aleppo, l'esercito turco mira ora a circondare la città di Afrin con una "fascia di sicurezza" tra l'entroterra e la frontiera turca.