Cagliari, 6 Feb 2018 - A Macomer, in provincia di Nuoro, Martina Murgile, di 40 anni, era stata ridotta quasi in fin di vita dal compagno di 44 anni, nella loro casa di Macomer (Nuoro), venerdì scorso ed ora la poveretta, i preda al terrore per il suo futuro, dal letto dell'ospedale lancia un appello ai giudici e quanti le possano dare una sostegno: "Aiutatemi a ricostruire la mia vita – dice la vittima del brutale pestaggio - voglio scappare da Macomer per tornare nella mia terra, ma sono invalida, non ho una casa, non ho parenti, non ho soldi". Al suo capezzale le donne di un'associazione di Macomer e il Centro antiviolenza di Onda Rosa di Nuoro. "Non so se il mio compagno è stato arrestato – afferma la donna - sono terrorizzata che possa di nuovo avvicinarsi a me".
Martina, originaria della Lombardia, ha deciso di rivelare tutta la sua storia e il suo sogno all'Ansa, ancora ricoverata in gravi condizioni nel reparto di Neurochirurgia e in attesa di subire vari interventi chirurgici.
Il compagno, Francesco Falchi, disoccupato di 44 anni, che la ha quasi uccisa di botte si trova invece in stato di arresto, convalidato dal giudice.
Questa sfortunata giovane donna lombarda, è stata già vittima di maltrattamenti da una precedente unione. "Sono invalida per dei danni alle vertebre subiti dai maltrattamenti di un precedente matrimonio, ora non so come farò a rialzarmi", racconta ancora. E, tra le lacrime, ha spiegato come sono andati i fatti lo scorso venerdì. "A metà mattinata mi ha costretta a bere dell'acido muriatico minacciandomi e dicendomi che se non lo avessi bevuto me lo avrebbe buttato in faccia. Ho bevuto un piccolo sorso riuscendo a sputarlo subito ma mi sono rovinata la bocca. Poi mi sono addormentata, è stato lì che mi ha raggiunta e aggredita a calci e pugni. Non avevamo litigato, non conosco il motivo per cui mi ha colpita".
Martina, come le sue condizioni di salute lo consentiranno sarà trasferita presso l’ospedale civile di Sassari per una ricostruzione maxillofacciale e per altri interventi al cavo orale. Subito dopo la donna verrà presa in carico in una casa rifugio.