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Lavori Consiglio Sardegna: nominati componenti della Commissione d’inchiesta sulla presenza dell’amianto in Sardegna

Cagliari, 1 Feb 2018 - In apertura di seduta il presidente del Consiglio Regionale della Sardegna, Gianfranco Ganau, ha comunicato all’Aula di aver provveduto alla nomina dei componenti della Commissione d’inchiesta sulla presenza dell’amianto in Sardegna. Ne faranno parte i consiglieri Antonio Solinas (Pd), Daniela Forma (Pd), Mario Tendas (Pd), Piero Comandini (Pd), Edoardo Tocco (Fi), Pietro Pittalis (Fi), Annamaria Busia (Cp), Augusto Cherchi (Pds), Domenico Gallus (Psd’Az-La Base), Daniele Cocco (art 1-Mdp), Pierfranco Zanchetta (Cps), Mariano Contu (Fi), Gianluigi Rubiu (Udc) e Luigi Crisponi (Riformatori).

Il presidente Ganau ha poi ricordato la figura del consigliere dell’Udc Peppino Pinna scomparso ieri dopo una lunga malattia. «Peppino era una persona buona e gentile – ha detto Ganau - ha lavorato con costanza ed impegno per il Consiglio. Mai sopra delle righe, sapeva fare squadra, consapevole che al di là di ogni appartenenza politica si può lavorare insieme per il bene della Sardegna. E’ stato un compagno di squadra onesto e leale che mancherà a tutti quanti». Ganau ha quindi espresso vicinanza alla famiglia dell’on Pinna invitando l’aula ad osservare un minuto di silenzio.

Dopo il ricordo di Pinna, il Consiglio è passato all’esame del primo punto all’ordine del giorno: Bilancio consolidato della Regione Sardegna per l’esercizio 2016.

Il consigliere dei Rossomori Emilio Usula ha chiesto la parola per un intervento sull’ordine dei lavori. «Vorrei segnalare un’anomalia che prende corpo in quest’Aula – ha detto Usula – riguarda il ruolo di terzietà e di equidistanza che dovrebbe essere incarnato dal presidente del Consiglio. Questo ruolo viene oggi meno vista la sua decisione di partecipare alla contesa elettorale». A nome dei Rossomori e del Polo dell’Autodeterminazione, il consigliere Usula ha quindi chiesto al presidente Ganau di dimettersi dalla carica o, in alternativa, di autosospendersi durante la campagna elettorale.

A Usula ha replicato il presidente Ganau: «So bene quali sono i ruoli istituzionali e quelli politici – ha detto Ganau - saprò ben distinguere come ho sempre fatto».

In difesa del presidente del Consiglio è intervenuto il capogruppo del Pd Pietro Cocco: «In Italia si svolgono le elezioni, è come chiedere al presidente del Consiglio dei ministri di dimettersi. Ganau ha svolto e continuerà a svolgere il suo ruolo super partes. È il consigliere Usula l’unico che interpreta il suo ruolo strumentalmente – ha affermato Cocco – questa volta ha toppato. Il presidente ha dimostrato in questi anni di saper interpretare il suo ruolo di equidistanza. Il consigliere Usula poteva risparmiarsi questo intervento».

Il presidente ha quindi aperto la discussione sul primo argomento all’ordine del giorno. Il presidente della Commissione Bilancio Franco Sabatini (Pd) ha espresso condivisione per il documento predisposto dalla Giunta. «La Commissione ha condiviso l’impostazione. Il bilancio consolidato è stato approvato con i voti favorevoli della maggioranza e quello contrario dell’opposizione. Ricordo che senza l’approvazione del bilancio consolidato sarebbe impossibile per la Regione assumere nuovo personale e stipulare contratti con i fornitori. Per il buon funzionamento della macchina amministrativa è dunque opportuna una rapida approvazione del provvedimento».

Il relatore di minoranza Alessandra Zedda (Fi) pur ricordando le difficoltà dovute all’entrata in vigore delle nuove normative in materia finanziaria ha espresso un giudizio negativo sulla decisione della Giunta di procedere alla approvazione del bilancio consolidato in assenza di un giudizio di parificazione delle Corte dei Conti.

«In questo bilancio mancano i dati di Arpas, Forestas, Abbanoa e Arst – ha detto Zedda - Mi chiedo se ciò possa essere un buon servizio, e soprattutto se si possano ritenere di scarsa significatività per il conti finanziari della nostra Regione».

L’esponente della minoranza è poi entrata nei dettaglio del documento: «Il rendiconto consolidato della Regione per l'esercizio finanziario 2016, che comprende le risultanze del Consiglio regionale, espone un risultato di amministrazione negativo pari a - euro 164.379.806,88 e dopo gli accantonamenti pari a - euro 1.237.632.416,89. Il risultato economico dell'esercizio registra un utile di euro 908.801.354 mentre il patrimonio netto, anch'esso positivo, ammonta a euro 1.139.807.307. In presenza di spazi finanziari sempre più limitati, negli ultimi anni si è irrigidito il sistema della spesa e soprattutto emergono le difficoltà del governo regionale a garantire, oltre alla correttezza formale della gestione delle risorse pubbliche, i risultati ottenuti nelle diverse politiche pubbliche a sostegno e soddisfazione dei principali settori quali la sanità, l'istruzione, le povertà, la mobilità interna ed esterna nei trasporti, il lavoro».

Zedda ha quindi stigmatizzato la situazione dei residui passivi che ha superato i due miliardi di euro e delle perenzioni pari a 1,766 miliardi: « Nella nostra Regione la consistenza di residui perenti è tra le più alte e tale circostanza deve indurre ad una loro attenta considerazione quantitativa e qualitativa, in ragione della potenziale influenza sugli equilibri di bilancio e sul finale risultato di amministrazione, per il caso di consistenti quanto concomitanti reclami di pagamento da parte dei creditori. Tale stato di cose impone una accurata programmazione dell'acquisizione delle risorse ai fini di reperire la disponibilità di cassa necessaria a far fronte ad un progressivo riassorbimento della mole dei residui perenti».

Al termine del suo intervento, Alessandra Zedda ha invocato un cambio di rotta nelle procedure di spesa per affrontare più efficacemente i nodi dello sviluppo dell’Isola: «Ridurremo la disoccupazione, miglioreremo l'ambiente, le ferrovie diventeranno come quelle svizzere, le scuole sarde diventeranno fantastiche e sparirà la dispersione scolastica, le strade non ne parliamo, crescita occupazione stelle polari e così via: il dramma è che è da quattro anni che assistiamo a questi annunci trionfali ma poco è cambiato, la Sardegna è sempre più disperata. In quattro anni non avete ancora agito sulle vere esigenze dei sardi, continua a bastarvi la pacca della presa in giro romana. Un noto proverbio dice "acqua passata non macina più", purtroppo di acqua sotto i ponti ne è passata e purtroppo invano proprio come succede nei nostri bacini. Questa minoranza responsabilmente è qua, ancora, nonostante la vostra scarsa affidabilità, per battaglie comuni che unendo maggioranza e opposizione possano operare per il bene dei sardi e della Sardegna».

Giudizio negativo anche da parte del capogruppo del Psd’Az Angelo Carta: «Il bilancio va approvato dopo il parere di parificazione della Corte dei Conti – ha sottolineato Carta - non c’è il parere quindi non può essere approvato. La sentenza del Tar Abruzzo dice che se non si approva blocchiamo qualsiasi tipo di assunzione. E’ una sorta di gabbia nella quale ci troviamo per la poca chiarezza della legge. Siamo così per colpa della Giunta dei professori. Non c’è stata finanziaria che non sia stata impugnata».

Secondo Carta, il rendiconto non è solo di tipo finanziario ma anche politico: «Misura l’efficacia della Giunta nel gestire l’amministrazione pubblica. Mi chiedo quando è stato inviato alla Corte dei Conti? La Giunta si è attivata per mandare il bilancio Eni tempi giusti?  C’è stata una scarsa programmazione e attenzione da parte dell’esecutivo. Oggi ci troviamo nella condizione di approvare un bilancio che potrebbe tornare in aula dopo il parere della Corte dei Conti. Come è possibile che arrivino in Consiglio provvedimenti illegittimi e in ritardo? Stiamo parlando di un rendiconto del 2016, non è possibile astenersi, fa acqua per una ragione di legge. Dovremmo tornare sull’argomento. Non so se potremmo pagare quanto dovuto ai fornitori». Com